C’è pochissima Caserta alla Bit di Milano. Nella sezione curata dalla Regione Campania, infatti, la provincia di Terra di Lavoro e la stessa città capoluogo, compaiono poco o niente in quella che è una vetrina fondamentale per la promozione del territorio. Solo le solite, straviste immagini dei suoi monumenti più conosciuti (i soli che, forse, non avrebbero bisogno di ulteriore pubblicità), ma nulla di più. A parte una delegazione di Federalberghi Caserta, anche quest’anno, presente alla Borsa internazionale del Turismo che chiuderà oggi i battenti, non c’è nessun’altra istituzione o associazione a mostrare le attrattive del territorio. Come puntualizza Sebastiano Simone, coordinatore provinciale di Federalberghi Confcommercio Caserta.
«Con impegno costante siamo sempre più presenti nelle principali fiere del turismo, e siamo l’unica associazione a rappresentare la città di Caserta in queste manifestazioni, sebbene consapevoli di non voler, né poter sostituire l’ente pubblico. Il nostro obiettivo è – aggiunge – rappresentare al meglio la nostra realtà, ma anche promuovere il territorio casertano. In poco più di un anno e mezzo, siamo riusciti ad attrarre tutti gli hotel della città e i più importanti della provincia, e non intendiamo fermarci. Vogliamo crescere ulteriormente, per avere sempre più voce e poter difendere con maggiore forza gli interessi degli albergatori della nostra zona».
Reggia di Caserta, appeal senza sosta: boom con 10mila visitatori, nodo larve nei prati
Peraltro, sarebbe stata, forse, questa la sede più idonea e l’occasione migliore anche per approfondire argomenti di primaria importanza del settore turistico. La ripresa degli itinerari formativi, che tanto successo hanno riscosso nel 2024, e l’imminente attivazione delle Dmo, le Organizzazioni per la Gestione delle Destinazioni turistiche, che imprimeranno una svolta al turismo della provincia, sono, infatti, proprio alcune delle tematiche che vengono affrontate nell’ambito della Bit a Milano. Il padiglione della Regione, di 520 mq, ospita 40 tra istituzioni e siti culturali, 26 aziende BtoB, 10 aziende del settore agrifood – selezionate da Unioncamere Campania, ma per Caserta, solo, appunto Federalberghi e, inviato dal Comune, materiale informativo, opuscoli, video. Dagli altri territori, invece, a quella che per la stessa Regione – come si legge in un comunicato stampa – è «tra i più importanti appuntamenti del settore turismo in ambito internazionale», non compaiono proposte casertane. Eppure, nel corso della tre giorni, nello spazio espositivo della Campania vengono ospitati momenti di approfondimento sui temi di punta della programmazione turistica: dal turismo sostenibile al programma borghi, salute e benessere, al turismo religioso (tra cammini spirituali e iniziative in occasione dell’anno giubilare), al turismo artigianale di valorizzazione delle eccellenze del “saper fare” campano, a quello enogastronomico.
Caserta, turismo. È sfida accoglienza: infopoint nell’Urban center
Così, altri non hanno perso l’occasione di promuovere, ad esempio, il Cammino dell’Angelo di Monte Faito, o “Il Cammino dei Picentini”, o il Parco Culturale Ecclesiale della Diocesi di Cerreto Sannita. E mentre dibattono delle prospettive e opportunità del comparto gli assessori al Turismo dei Comuni di Salerno, Sarno, Procida, e i rappresentanti di associazioni come quella presepistica napoletana o degli orafi e corallari, l’intera provincia di Caserta, con i suoi tanti siti di interesse artistico- storico- architettonico (dalle Basiliche di Sant’Angelo in Formis a quella di Santa Maria in foro Claudio, all’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, al Museo Campano di Capua, tanto per ricordarne alcune), con il litorale domizio e le aree interne e con le eccellenze enogastronomiche e le attività artigianali non ha trovato il modo di esserci. «Un vero peccato perdere una simile occasione – sottolinea Giovanni Bo, presidente sezione turismo Confindustria Caserta -: non dobbiamo trascurare l’importanza delle vetrine internazionali per far conoscere ciò che abbiamo. Il nostro territorio è ricchissimo ed è necessario che lo si faccia conoscere in ogni contesto per fare del turismo uno degli strumenti di promozione economica e sociale, soprattutto in un periodo di crisi per molti altri settori produttivi. Se si pensa che nella nostra provincia esistono 721 strutture ricettive per un totale di 14.139 posti letto, senza contare le altre attività che vanno dalla ristorazione ai bar e all’indotto, si comprende bene che è proprio sul settore del turismo che bisogna puntare».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link