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Fiera della caccia a Verona, nuovo record di visitatori. Ma torna la polemica per i minori che imbracciano le armi


di
Angiola Petronio

Eos supera i 40 mila ospiti ma la questione minorenni finisce in Regione, per le critiche di Europa Verde e M5S ai controlli sull’accesso dei più piccoli a fucili e pistole. La replica: «Attuata ogni misura per rispettare le regole»

«Abbiamo già richiamato in passato la Regione Veneto per il suo patrocinio all’evento. Ci auguriamo che le istituzioni venete non aspirino a una regione da Far West». L’«augurio» è quello dei consiglieri regionali di Europa Verde Renzo Masolo e Andrea Zanoni insieme ad Erika Baldin del Movimento 5 Stelle. E l’evento in questione è quell’Eos – il salone dedicato a caccia, tiro sportivo, pesca, nautica, outdoor – che giusto lunedì ha chiuso in fiera a Verona i battenti della sua quarta edizione registrando il record di visitatori – 40.269 – nei tre giorni di esposizione.

Controlli sotto accusa

Evento, Eos, da sempre contestato da pacifisti e animalisti e da sempre sotto la lente d’ingrandimento per la presenza di minorenni. Quelli a cui è precluso – a eccezione di quelli iscritti alle federazioni nazionali (Fitav, Fitds, Fidasc, Uits, Coni) – «il maneggio delle armi, di strumenti riproducenti armi, di strumenti marcatori e di simulacri». Cosa che, a guardare dalle molto foto scattate da chi a quella fiera è contrario, è invece avvenuta. Come del resto è già accaduta negli anni scorsi. Da lì la «reprimenda» dei consiglieri regionali. «I controlli all’interno della manifestazione – hanno dichiarato Masolo, Zanoni e Baldin – evidentemente non sono all’altezza vista la facilità con cui dei minorenni possono trovarsi a maneggiare delle armi da fuoco. Riteniamo che la cultura delle armi sia nociva e che le istituzioni, chiamate sempre più spesso a gestire episodi di violenza, dovrebbero prendere le distanze dall’organizzazione di questo evento. Non è possibile pensare a un “Veneto di pace” accanto a un Veneto che consente a ragazze e ragazzi di far esperienza delle armi».




















































Botta e risposta

Parole che fanno il paio con l’attacco dei pacifisti per i quali «Eos rappresenta una fiera che alimenta la cultura della violenza, guerre e omicidi. Chi la frequenta o pecca di ignavia imperdonabile o è un convinto complice di un progetto delirante». Raccontano, le associazioni promotrici delle contestazioni, di aver «potuto osservare famiglie con bambini anche piccolissimi, adolescenti he imbracciavano carabine, bambini invitati a mirare l’obiettivo di quegli stessi animali di cui vengono raccontate le favole della sera, in barba al tanto sbandierato codice etico che avrebbe dovuto “proteggere” i minori dalla violenza impedendogli di toccare le armi». Dal canto suo Patrizio Carotta, presidente di Eos, ha spiegato che «abbiamo attuato ogni misura possibile per adeguarci alle disposizioni dell’autorità di pubblica sicurezza. Abbiamo cioè invitato i genitori a controllare i figli minori scrivendolo sul regolamento del visitatore, raccomandato la massima attenzione agli espositori, installato 30 cartelli di avviso in tutta la fiera, impiegato personale di servizio che eseguisse controlli negli stand e fatto annunci audio. Vista anche l’enorme affluenza di visitatori abbiamo messo in atto ogni possibile azione per evitare che i minori maneggiassero le armi». Lo stesso Carotta che lunedì, impermeabile alle polemiche, ha ringraziato «tutte le persone che sono venute a trovarci in questi giorni e ci hanno consentito di raggiungere questo numero che per noi è un record… Dò appuntamento a Eos show 2026 che si sposta un mese più avanti dal 14 al 16 marzo, sempre a Veronafiere». Stesso posto, stesse armi. E le polemiche su Eos, poco ma sicuro, non si affievoliranno.

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