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Mercati: diversificazione e gestione attiva faranno la differenza nel 2025 secondo Mercer


In un contesto in cui i mercati sono fortemente concentrati in pochi titoli e i percorsi dei tassi di interesse e dell’inflazione sono ancora incerti, ad individuare le opportunità su cui puntare è Mercer.

La società parte del gruppo MarshMcLennan nel suo outlook per il 2025, intitolato “Swing State”, invita alla prudenza e a tornare a guardare al lungo termine, dopo una serie di eventi – dal Covid-19 ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, dall’impennata dell’inflazione al boom dell’intelligenza artificizle – che hanno sfidato le tradizionali strategie di portafoglio.

Mercer: le raccomandazioni per gli investitori

Mercer raccomanda agli investitori di continuare a diversificare i portafogli, guardando anche al di fuori dagli Stati Uniti e alle opportunità nei private markets.

Gli investitori non dovrebbero rinunciare alla diversificazione, nonostante nell’ultimo periodo possa non aver dato frutti immediati,” spiega Luca De Biasi, CEO di Mercer Italia SIM. “A nostro avviso, guardando all’azionario è opportuna un’allocazione strategica su geografie e settori sottovalutati, come i Paesi sviluppati al di fuori degli USA, i titoli value e soprattutto i mercati emergenti, che espongono ai ricavi generati da alcune delle economie in più rapida crescita. Un mercato in deconcentrazione dovrebbe premiare inoltre strategie che cercano di generare alfa, come gli hedge fund diversificati.”

Secondo Mercer si ravvisano opportunità anche nel mondo obbligazionario, con i tassi di interesse che – seppur in discesa – non dovrebbero tornare ai livelli bassissimi raggiunti dopo la crisi finanziaria globale. “Un mix, scrive Mercer, che copra tutto lo spettro del reddito fisso, dai titoli di Stato di alta qualità all’high yield e al debito privato, può consentire di migliorare i rendimenti e gestire in modo più efficace il rischio, mentre gli asset a medio rischio meno favorevoli potrebbero non offrire una remunerazione adeguata”.

Inoltre, per chi vuole proteggersi dal rischio di shock inflazionistici di breve termine, il report suggerisce di incorporare un’allocazione sulle materie prime e a metalli preziosi come l’oro. Ma la società guarda poi con favore ai private markets, considerandoli ormai un pilastro nella costruzione dei portafogli, e consiglia in particolare soluzioni focalizzate su trend strutturali, dove gli orizzonti temporali del mercato privato sono più allineati rispetto ai mercati pubblici.

Private Markets: focus sull’Intelligenza Artificiale

“Pensiamo ad esempio all’ascesa dell’IA generativa e della digitalizzazione in generale, che ha portato alla creazione di asset come i data center hyperscaler, i quali hanno caratteristiche simili a quelle delle infrastrutture e degli immobili,” commenta De Biasi.

L’intelligenza artificiale è infatti uno dei megatrend messi in evidenza dal report. “Il ventaglio di applicazioni è infatti ampissimo e toccherà tutti i settori dell’economia, dalla sanità – potenzialmente rivoluzionando la scoperta di farmaci e il sequenziamento del DNA – alle soluzioni per la transizione energetica” sottolinea il report.

Non solo IA. Un altro megatrend da non dimenticare nel 2025, anno in cui le fonti rinnovabili dovrebbero per la prima volta generare più energia elettrica del carbone, è proprio la transizione energetica. “Con le emissioni che continuano a crescere, gli investimenti devono accelerare ulteriormente, e non mancano le opportunità nelle infrastrutture e tecnologie di prossima generazione, incluso il rinnovo delle reti, lo stoccaggio, l’idrogeno e i combustibili green”. “Non crediamo che la globalizzazione sia finita, ma riteniamo che il mondo si stia frammentando in blocchi,” conclude De Biasi. “In questo contesto, la gestione attiva può aiutare a cogliere opportunità e mitigare i rischi, mentre l’esposizione valutaria non può essere ignorata, con le oscillazioni dei cambi che possono avere impatti importanti sui portafogli”.

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