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Siamo state ad un Reading Party da BAAK, la libreria indipendente con Bistrot


Ci siamo appena lasciati alle spalle il weekend di Art City, calici e calici di prosecco vengono scolati per alleggerire la stanchezza di una settimana lavorativa sulle spalle, eventi e concerti risuonano in tutta Bologna. In tutto questo fervore sociale, io ho deciso di unirmi per la prima volta ad un reading party, una festa letteraria dove ci si incontra per leggere libri e discuterne insieme, rigorosamente a cellulari spenti. E ammetto, l’idea del solito spritz con le amiche mi ha tentato molto, così come la voglia di tornare a casa e stare tranquilla, senza sforzi sociali, scrollando all’infinito TikTok fino a quando non mi sarei addormentata. Ma alla fine, incuriosita, mi dirigo verso Baak, libreria indipendente con bistrot, che ospita una tappa del Le-ga-mi on tour di Malia Ciampà.

La libreria mi accoglie con un grande e caloroso abbraccio, i colori dei libri o il pastello delle pareti mi fanno sentire a casa, una casa allegra e conviviale. Monica Nota, fondatrice di Baak insieme ad Andrea Bernardeschi, mi spiega che “ogni storia ha bisogno del suo lettore e del suo momento” e la libreria, oltre ad organizzare incontri, presentazioni e laboratori, cerca di venire incontro a tutti attraverso un gioco interattivo che hanno chiamato Book Adventures: una guida per scoprire il libro adatto a noi e alle nostre emozioni attuali attraverso colori e forme, indirizzandoci verso una precisa categoria (ricerca, fantasia, adrenalina ecc). Andrea e Monica, da perfetti padroni di casa, schiudono le porte del loro posto del cuore e con gentilezza ci invitano ad esplorare, a curiosare, dentro i libri e in noi stessi. Sono due ex chimici industriali che hanno lasciato camici e provette per unire libri e cucina e ritrovare la loro vera “storia”. 

Le parole di Monica hanno un po’ sciolto la mia tensione iniziale. Temevo di essere l’unica ventenne a partecipare ad un evento del genere, che potrebbe considerarsi un po’ demodé e invece mi guardo intorno: ragazzi della mia età (e non solo) siedono al tavolo, sorridenti e con la curiosità di voler conoscere ciò che hanno intorno.

Malia, l’organizzatrice del reading party, si presenta: il suo progetto è nato inizialmente sui social. Così ha conosciuto molte persone in giro per l’Italia conversando di libri, e dall’online il progetto è diventato poi offline. Malia infatti fa tappa nelle città dove ha un “legame”, un contatto diretto e cerca di espandere e di far conoscere la sua passione per i libri e la lettura, cercando di trovare una formula che unisca il libro alla convivialità. Il “legame” di Malia di questa serata è Annalisa Senatore, bibliofila e organizzatrice di reading parties itineranti tramite il suo progetto BoBooks.

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Malia e Annalisa ci scaldano il cuore e con loro si distendono gli animi di tutti e 26 i partecipanti della serata. Improvvisamente sembra di conoscerci da una vita, c’è uno spirito umano gentile che aleggia nell’aria e ci accarezza dolcemente.

La serata inizia con il classico rito delle presentazioni e mi sorprendo nel realizzare che la passione della lettura appartiene a tutti, a prescindere dall’età o dal mestiere più o meno tecnico che si può svolgere nella vita. Ognuno di noi ha portato un libro, il mio è La campana di vetro di Sylvia Plath che inizio proprio quella sera. Dopo la presentazione, abbiamo a disposizione un’ora di tempo per poter leggere il libro che abbiamo portato. Ammetto che l’idea all’inizio mi stordisce, abituata ad una lettura mordi e fuggi sdraiata sul divano della mia camera. E invece piano piano mi lascio andare e mi immergo nel mio libro; in sottofondo una musica rilassante e il rumore delle pagine che vengono sfogliate. E mi lascio così andare che quasi non mi accorgo del tempo che passa e il suono del timer mi dà qualche schiaffone in faccia per ricongiungermi con la realtà.

Appena tutti quanti alziamo la testa, sembra di essersi svegliati da un bel sogno, di uno di quelli che ti fanno sorridere nel dormiveglia e ti fanno aprire gli occhi dolcemente. Proseguiamo poi con la cena a base vegetariana o vegetale. E se, come diceva Feuerbach, «L’uomo è ciò che mangia», stasera riesco ad essere in pace e a connettermi non solo con il libro da leggere e con persone sconosciute che ho davanti ma anche con delle ottime pietanze basate su abbinamenti coraggiosi e armoniosi.

L’ultimo momento della serata prevede un piccolo gioco per parlare di noi e delle nostre abitudini di lettura. Ogni partecipante ha un bigliettino contenente una domanda a tema libri e, nel momento in cui viene nominato un partecipante, questo svela la sua domanda dando una personale risposta e nomina un’altra persona, passando il turno ad altri. Sono varie le domande, dal libro che ha cambiato la vita a quello che consiglieresti. Ho preso tanti appunti e ho annotato tanti titoli di libri che non conoscevo ma che sembrano essere interessanti.

Dopo la foto di rito, ci alziamo e curiosiamo tra gli scaffali della libreria. Noto che ci sono persone che già si conoscono o si sono conosciute ad un reading party, altre persone che spontaneamente sono riuscite a fare amicizia durante la serata. Chissà se poi continueranno a frequentarsi…

Sono tornata a casa appagata. Ho trascorso una serata diversa dal solito, un’alternativa genuina e stimolante per poter coltivare la passione per la lettura e la condivisione di frammenti di sé e dei propri racconti; un momento di pausa e di ascolto autentico in cui la lettura diventa il punto di partenza per scoprirsi e conoscersi.

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Il prossimo appuntamento è per domenica 23 febbraio con un’altra tappa del Le-ga-mi on tour sempre da Baak. E direi proprio che è un’esperienza da fare, almeno una volta, per lasciare che i libri ci conducano verso la spontaneità gentile della curiosità umana.

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