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una visione oltre i confini di Potenza”


Durante la campagna elettorale tutti i candidati-sindaco della città di Potenza alla domanda diretta se non fosse il caso di riesumare il progetto della “Città comprensorio”, idea dell’ex sindaco di Potenza Vito Santarsiero,  coinvolgendo i comuni dell’Hinterland in una visione comune di sviluppo si dimostrarono concordi nella fattibilità dell’idea. Oggi, anche in vista degli sviluppi e dei progetti nel campo dello sport, specialmente nel salto di qualità non più rimandabile delle strutture sportive, e in relazione alle dichiarazioni del presidente del Potenza Donato Macchia che riporteremo in altri articoli, è intervenuto l’ex sindaco di Tito, città prossima al capoluogo che ha ricordato e riportato un vecchio progetto in parte già realizzato nel territorio del comune a pochissimi km da Potenza. Un sollecito in tal senso è giunto da Graziano Scavone, ex sindaco di Tito, che sul proprio profilo Social ha espresso la propria opinione: “C’è bisogno di riprendere la pianificazione territoriale dell’area metropolitana, una dimensione competitiva in grado di contrastare le criticità legate allo spopolamento e alla debolezza demografica.

Potenza diventi Città-Comprensorio definendo strategie di sviluppo territoriale insieme ai comuni dell’hinterland tenendo conto delle vocazioni territoriali. La Regione Basilicata sostenga amministrativamente e finanziariamente la strategia dei sistemi urbani territoriali”.


Come è riportato da Melandronews, Graziano Scavone si inserisce nel dibattito sulla costruzione della piscina olimpionica e della Cittadella dello Sport a Potenza, sottolineando l’importanza di questo progetto per la città. Riconosce la necessità di potenziare le infrastrutture sportive per il valore sociale ed educativo dello sport, ma pone l’accento sull’importanza di un’attenta valutazione dei costi di investimento e di gestione. Scavone ritiene che un’analisi approfondita del rapporto costi-benefici, soprattutto in un modello di gestione pubblico-privato, sia fondamentale per garantire la sostenibilità finanziaria nel lungo periodo. A suo parere, la precedente amministrazione comunale e la precedente legislatura regionale hanno perso l’occasione di inserire il progetto in una pianificazione più ampia di area vasta, optando per un approccio più limitato. Scavone suggerisce che questa analisi dovrebbe precedere qualsiasi discussione sulla localizzazione delle strutture, per evitare di gravare sui cittadini con i costi delle scelte odierne.


L’ex sindaco riflette sull’importanza di una pianificazione territoriale più ampia per Potenza, richiamando alla memoria il Piano Strutturale Metropolitano dell’amministrazione di Vito Santarsiero. Sebbene inizialmente si fosse compresa la necessità di una visione comprensoriale, questa è stata progressivamente abbandonata in favore di approcci più localistici.

Scavone sottolinea che l’aggregazione di Potenza con i nove comuni dell’hinterland (Anzi, Avigliano, Brindisi di Montagna, Picerno, Pietragalla, Pignola, Ruoti, Tito e Vaglio), che insieme superano i 100.000 abitanti, potrebbe rendere l’area metropolitana più competitiva, affrontando le sfide dello spopolamento e della debolezza demografica.

In questo contesto, ogni comune dovrebbe valorizzare le proprie specificità. Potenza ha già consolidato il suo ruolo di città dei servizi, trasformando la zona industriale in un’area commerciale. Tuttavia, questo sviluppo richiede investimenti significativi per la rigenerazione urbana e la riqualificazione delle aree dismesse. I comuni limitrofi, come Pignola e Tito, hanno saputo rafforzare le loro peculiarità, ma spesso lo sviluppo è avvenuto senza una regia sovracomunale.

Un caso emblematico è il Complesso Sportivo di Santa Loja, che, nonostante gli investimenti privati e la presenza di una piscina idonea per competizioni nazionali, è rimasto incompleto dal 2010 a causa della mancanza di infrastrutture essenziali. Questo esempio evidenzia l’importanza di considerare le strutture esistenti nella pianificazione sportiva, per evitare di creare impianti insostenibili.

Scavone conclude ponendo una domanda cruciale: non sarebbe più utile destinare le risorse finanziarie ad altre priorità per Potenza? Questo interrogativo invita a riflettere su come ottimizzare gli investimenti per il bene della comunità.

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