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27 rinvii a giudizio, diversi prosciolti


In molti saranno presenti nelle aule del Tribunale di Reggio Calabria per rispondere alle pesanti accuse della Procura reggina secondo cui, al termine dell’inchiesta denominata ‘Magnifica‘ si sarebbero commessi, nella gestione economica dell’ateneo e dei concorsi, diversi illeciti.

Il giudice per l’udienza preliminare dott.ssa Irene Giani ha disposto il rinvio a giudizio per 27 imputati.

L’indagine, lo ricordiamo, ha coinvolto i vertici dell’Università Mediterranea, portando alla luce presunti concorsi truccati all’interno dell’ateneo reggino. Tra gli imputati figurano figure di spicco come gli ex rettori Santo Marcello Zimbone e Pasquale Catanoso.

Nel procedimento sono stati chiamati a rispondere delle accuse quasi tutte le alte vecchie cariche dell’Università Mediterranea, tra cui il prorettore, il direttore generale, i responsabili di dipartimento, oltre a docenti e membri degli uffici tecnici e delle commissioni di concorso. L’indagine ha fatto emergere presunte irregolarità nell’assegnazione di cattedre universitarie, favorendo alcuni candidati a scapito di altri con maggiori titoli, oltre all’uso improprio delle carte di credito dell’ateneo per spese personali e non istituzionali.

Dieci imputati sono accusati di associazione a delinquere, tra cui proprio gli ex rettori Catanoso e Zimbone, oltre a Ottavio Amaro, Neri Gianfranco, Santini Adolfo, Ferrara Massimiliano, Mazza Laboccetta Antonino, Saladino Giovanni, Taverriti Alessandro, Russo Rosario.

Altri devono rispondere, a vario titolo, di reati come falso ideologico, omissione d’atti d’ufficio e, in alcuni casi, concorso in episodi di corruzione.

Carta di credito con fido

Procedura celere

Le accuse di abuso d’ufficio (ora depenalizzato) e turbativa d’asta sono invece cadute per Amaro Ottavio, Catanoso Pasquale, Dato Zaira, De Capua Claudio Roberto Maria, Errante Lidia, Fabbio Philipp
Ferrara Massimiliano, Gulisano Giovanni, Maltese Demetrio, Mazza Laboccetta Antonino, Milardi Martino, Morabito Francesco Carlo, Neri Gianfranco, Panuccio Emilia Adele, Pellitteri Giuseppe
Russo Antonello, Sabatini Francesca (per non aver commesso il fatto), Saladino Giovanni Francesco
Santini Adolfo, Sciascia Andrea, Thermes Laura, Tropea Giuseppe, Urso Agostino, Zimbone Marcello.

Secondo la ricostruzione della Procura e della Guardia di Finanza, i fatti contestati si sarebbero verificati tra il 2014 e l’aprile 2022. L’accusa principale riguarda la costituzione di un’associazione a delinquere da parte di dieci imputati, i quali, secondo l’accusa, avrebbero operato in sinergia per commettere diversi reati contro la pubblica amministrazione nella gestione dell’Università Mediterranea e dei suoi dipartimenti.

Le indagini sono partite a seguito di un esposto presentato alla Procura di Reggio Calabria da Clara Stella Vicari Aversa, oggi vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Messina, che, dopo essere stata esclusa da una selezione per un posto da ricercatrice universitaria, ha denunciato presunte irregolarità nella procedura di valutazione comparativa.

Le ipotesi accusatorie principali

Secondo l’accusa, il gruppo di imputati avrebbe costituito un sistema di gestione illecita delle risorse dell’Università Mediterranea, caratterizzato da:

  • Manipolazione di concorsi pubblici per l’assegnazione di posizioni accademiche, con selezione pilotata dei candidati;
  • Gestione illecita degli appalti universitari, con l’assegnazione di lavori senza gare regolari e la copertura di interventi edilizi non autorizzati;
  • Utilizzo indebito di fondi universitari per spese personali e regalie istituzionali;
  • Falsificazione di documenti relativi ai bilanci dell’Ateneo e alle procedure amministrative.

Magnifica, gli imputati prosciolti:

Cade completamente ogni accusa invece per Panuccio Emilia Adele, Albanese Giuliana Renata, De Capua Claudio Roberto Maria, Fabbio Fhilipp, Gulisano Giovanni, Errante Lidia, Maltese Demetrio, Milarei Martino, Morabito Francesco Carlo, Russo Antonellllo, Sabatini Francesca, Thermes Laura, Tropea Giuseppe, Urso Agostino.

Per loro il Tribunale ha emesso una sentenza di non luogo a procedere, ritenendo che le condotte contestate non costituiscano reato o, in alcuni casi, siano state riqualificate ai sensi dell’art. 323 c.p. (abuso d’ufficio non penalmente rilevante).

L’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che si era costituita parte civile nel processo, ha annunciato che attenderà il deposito delle motivazioni per valutare eventuali azioni di tutela in sede amministrativa.

Il dibattimento, per i 27 imputati a giudizio, avrà inizio il prossimo 28 marzo.

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