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La guida autonoma ora è «low cost»: la cinese Byd sperimenta l’integrazione con DeepSeek su 21 modelli di auto elettrica


di
Redazione Economia

Le azioni di Byd sono balzate in Borsa. Integrerà nei suoi veicoli i modelli di intelligenza artificiale della start-up cinese DeepSeek, come hanno già fatto competitor nazionali quali Geely, Great Wall Motors e Leapmotor

Le azioni della casa automobilistica cinese Byd, specializzata in veicoli elettrici, hanno registrato un’impennata martedì dopo che l’azienda ha annunciato di voler implementare un sistema avanzato di guida autonoma su quasi tutte le sue auto, compresi i modelli di base. Byd ha dichiarato che integrerà nei suoi veicoli i modelli di intelligenza artificiale della start-up cinese DeepSeek, come hanno già fatto competitor nazionali quali Geely, Great Wall Motors e Leapmotor.

I modelli a guida autonoma

Byd è il principale rivale dell’americana Tesla in Cina e, sempre più, all’estero. L’annuncio fatto dalla società lunedì sera fa pensare a una nuova guerra dei prezzi all’orizzonte. Il gigante cinese doterà almeno 21 modelli del suo sistema di guida autonoma ‘God’s Eye’, tra cui il Seagull, un modello base con un prezzo a partire da 69.800 yuan (9.270 euro). Le funzioni offerte comprendono l’assistenza al parcheggio a distanza e la navigazione autostradale autonoma. Finora queste funzioni erano disponibili solo sui veicoli più costosi. Tesla offre funzioni simili nelle sue auto elettriche a partire da 32.000 dollari (31.000 euro).




















































L’integrazione con fornitori terzi

God’s Eye usa i chip di guida intelligenti sviluppati da Byd e l’architettura algoritmica, integrando al contempo piattaforme informatiche di fornitori terzi, come Nvidia e Horizon Robotics, ha affermato Yang Dongsheng, vicepresidente senior di Byd e capo dell’istituto di ricerca sulle nuove tecnologie automotive dell’azienda con sede a Shenzhen.

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Strumento necessario

«La guida autonoma non è più una rarità lontana, è uno strumento (…) necessario», ha dichiarato il fondatore di BYD Wang Chuanfu durante un evento trasmesso in diretta streaming. Nel giro di pochi anni, ha previsto, la tecnologia di guida autonoma diventerà uno «strumento indispensabile, come le cinture di sicurezza o gli airbag». Byd ha anche annunciato che le sue piattaforme di veicoli ibridi e puramente elettrici saranno aggiornate con Xuanji Architecture, «un’architettura intelligente veicolare che funge sia da cervello sia da rete neurale del veicolo»,
consentendo un’efficiente combinazione di elettrificazione e intelligenza, per supportare God’s Eye. 

L’integrazione con DeepSeek

Secondo l’azienda, l’integrazione di DeepSeek migliorerà la tecnologia di guida autonoma e fornirà un’esperienza più personalizzata ai consumatori. La start up ha fatto notizia il mese scorso perché il suo nuovo modello di intelligenza artificiale generativa ha dimostrato di poter competere con i rivali statunitensi a una frazione del costo.

Il rally azionario

Le azioni di Byd sono balzate del 4,5% martedì, raggiungendo un livello record a Hong Kong. Nei giorni precedenti l’evento di lunedì erano già salite di quasi il 20%. Il mercato automobilistico cinese, il più grande del mondo, è teatro di una guerra dei prezzi tra decine di produttori di veicoli elettrici. Lo scorso anno qui sono state vendute quasi 11 milioni di auto elettriche e ibride, con un aumento di oltre il 40% rispetto al 2023. E Byd ha rappresentato circa 4,2 milioni di questa fetta di mercato. Le sue vendite trimestrali hanno superato quelle di Tesla per la prima volta.

La possibile sinergia con l’indotto

Intanto cresce in Europa e punta sulla filiera italiana dell’automotive. Un
interesse reciproco, come si vede dalla risposta dei fornitori che si presenteranno in oltre 300 alla convention organizzata con l’Anfia il 20 e 21 febbraio al Mauto di Torino. «È stata una risposta superiore alle aspettative, c’è grande attesa. L’incontro dà una chance alla componentistica italiana di offrirsi come partner con la propria competitività e tecnologia. Tocca a loro guadagnarsi la nostra fiducia», ha spiegato Alfredo Altavilla, advisor di Byd per l’Europa, in occasione della presentazione alle Ogr della nuova Atto 2, suv compatto elettrico per la città.

Dove produce in Europa

In Europa il colosso cinese produce in Turchia e in Ungheria e più volte si è parlato di un possibile arrivo in Italia con l’acquisizione di ex siti Stellantis come quelli di Termini Imerese e di Grugliasco. «Non facciamoci illusioni, purtroppo in Europa di stabilimenti disponibili ce ne sono fin troppi, concentriamoci sul far crescere i volumi e poi valuteremo i possibili ulteriori sbocchi produttivi», ha detto Altavilla.

Gli stabilimenti

«Con i due stabilimenti in Europa raggiungeremo nei prossimi mesi una capacità produttiva importante. Prima di pensare ad altri siti dobbiamo saturare questi», ha aggiunto. Quanto all’interesse per marchi europei, il manager ha osservato: «Abbiamo dimostrato di avere tutte le potenzialità per una crescita organica. Siamo passati da 500.000 auto vendute nel
2020 a 4,2 milioni nel 2024
, per crescere non abbiamo bisogno di
fusioni e acquisizioni». 

La quota di mercato in Europa

Infine sulla quota di mercato in Europa Altavilla ha detto che «Byd supererà questo mese l’1% in Italia e conta di arrivare molto presto al 2%. In Europa la strada è un po’ più lunga, ma puntiamo al 2% in tempi rapidi». Altavilla ha aggiunto che Byd ha dimostrato «di avere tutte le potenzialità per una crescita organica passando da 500.000 auto del 2020 a 4,2 milioni nel 2024» e per crescere non ha bisogno di fusioni e acquisizioni.

Il suo ruolo in Europa

Byd rivendica anche un ruolo di attore ai tavoli europei sull’automotive. «Byd oggi viene percepita come un nemico essendo un costruttore cinese, ma sarebbe molto più saggio considerarlo un alleato, innanzitutto perché in pochi mesi diventeremo a tutti gli effetti un costruttore europeo e poi
perché quello che serve in questo momento è la certezza delle regole». Sul piano auto che la Commissione europea presenterà il 5 marzo, Altavilla ha osservato che le «aspettative sono limitate»: «Mi aspetto un po’ più di buon senso. Ad esempio l’ipotesi di lasciare in vita le plug-in dopo il 2035 la ritengo assolutamente giusta. Poi ci sono delle assurdità come le multe
sulle emissioni diluite negli anni che rischiano di spaccare il mercato e penalizzare modelli di successo. Il mercato ha bisogno di certezze».

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14 febbraio 2025



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