(Adnkronos) – Come si comportano i sardi rispetto ai principali fattori di rischio per la salute: fumo, consumo di alcol, obesità e vita sedentaria? Per capirlo è utile analizzare gli ultimi dati Istat disponibili. Nel 2023, gli italiani sono risultati meno sedentari rispetto al 2022 (-2,2%). Rimane invece piuttosto stabile il numero di persone adulte in eccesso di peso (46,4% della popolazione), così come i fumatori (18,7% della popolazione) e i consumatori di alcol (il 15% è a rischio di eccedere).
In questo quadro generale, la Sardegna si distingue per essere meno sedentaria rispetto alle altre regioni del Sud Italia. Cresce l’attenzione ai problemi di peso, anche grazie alla diffusa pratica di sport e attività fisica tra la popolazione dell’Isola.
Per quanto riguarda gli altri fattori di rischio, in Sardegna negli ultimi tre anni è in aumento il numero di fumatori, pur restando nel complesso al di sotto della media nazionale. I sardi sono bevitori moderati di alcolici, ma è in forte crescita il consumo di grandi quantità (fino a 6 dosi) concentrate in breve tempo, il cosiddetto fenomeno del “binge drinking”.
In fatto di condizioni fisiche con riferimento al peso corporeo, la Sardegna mostra indicatori migliori rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno e per alcune categorie, anche della media nazionale. In particolare, la popolazione con più di 18 anni normopeso nel 2023 è il 55,4% del totale, rispetto al 50,2% del resto del Paese.
Inoltre, la percentuale di sardi in condizioni di peso normale è in aumento di oltre 2,5 punti rispetto al 2022 e oltretutto nel 2023 risulta di oltre otto punti percentuali superiore alla media delle altre regioni del Mezzogiorno, che si attesta al 47,1%.
Per contro, la popolazione dell’Isola registra una percentuale di adulti sottopeso del 3,6%, superiore sia alla media italiana (3,5%) che del Mezzogiorno (2,7%). Il dato è comunque in miglioramento rispetto a quello del 2022 quando i sottopeso erano il 4,4% della popolazione.
Gli eccessi di peso possono causare disturbi di salute di diverso genere ed entità. Un fatto che sembra essere tenuto in considerazione dai sardi, dato che, nel 2023, solo il 31% della popolazione con più di 18 anni risulta essere sovrappeso. Una percentuale nettamente inferiore a quella delle altre regioni del Sud (37%).
Oltretutto, il dato dei sardi con problematiche di sovrappeso risulta in costante calo negli ultimi anni, quasi tre punti percentuali in meno dal 2021 al 2023 e discostandosi sempre di più dalla media nazionale.
Negli ultimi tre anni rimane invece stabile la percentuale di adulti obesi, che in Sardegna sono il 10,1%, ma comunque al di sotto della media italiana (11,8%) e delle regioni del Sud e insulari (13,2%).
Se uno degli indicatori di una popolazione non sedentaria è la pratica di qualche attività fisica, i sardi si distinguono per essere particolarmente sportivi. Nel dettaglio, il 29,7% della popolazione dai tre anni in su pratica sport in maniera continuativa, un dato di 1,5 punti superiore alla media nazionale e di circa otto punti sopra a quella delle altre regioni del Mezzogiorno.
In Sardegna praticare sport in maniera continuativa è diventato uno stile di vita negli ultimi anni. Infatti, il dato segna un incremento significativo di quasi 2,5 punti percentuali rispetto al 2022 e addirittura oltre 7 punti in più nei confronti del 2021.
Se a ciò si aggiunge che il 6,4% della popolazione pratica sport in modo saltuario e il 27,8% svolge solo qualche attività fisica, si scopre che quasi il 64% dei sardi conduce uno stile di vita attivo, a tutto vantaggio della salute e del benessere fisico.
A conferma che i sardi non sono sedentari, i dati Istat indicano che nel 2023 solo il 35,9% delle persone con più di tre anni di età non pratica alcuno sport né attività fisica. Una percentuale assolutamente in controtendenza rispetto a tutte le altre regioni del Mezzogiorno.
Per fare un raffronto, rispetto al 35,9% di popolazione sedentaria in Sardegna, nel Sud la percentuale sale da un massimo di 54,2% in Basilicata a un minimo di 40,2% in Molise, passando per il 53,1% della Campania, il 52,7% della Sicilia, il 49,7% della Puglia e il 48,7% della Calabria.
Da sottolineare, inoltre, che la percentuale di persone che non fa sport né attività fisica in Sardegna è in calo rispetto al 36,4% registrato nel 2022, ma invece è in aumento rispetto al 31,6% del 2021.
Il 18,4% della popolazione sarda da 14 anni in su ha il vizio del fumo, leggermente meno della media nazionale del 19,3% (dati Istat 2023). La stragrande maggioranza, pari al 97,4%, fuma sigarette. Rispetto al 2022, la percentuale di fumatori sull’Isola è in aumento di 1,5 punti percentuali.
Nel dettaglio del consumo di sigarette, è interessante notare come nell’ultimo anno sia aumentato notevolmente il consumo contenuto ovvero fino a 5 sigarette al giorno, 27,8% nel 2023 contro 15,4% nel 2022, parallelamente alla drastica riduzione del consumo elevato ovvero da 11 a 20 sigarette al giorno, sceso dal 39% al 29,4%.
Risulta invece in aumento negli ultimi anni la percentuale di grandi fumatori ovvero coloro che fumano oltre 20 sigarette al giorno: si passa da 2,6% nel 2021 a 4,1% nel 2022 fino a 4,6% nel 2023.
I sardi, in genere, sono bevitori moderati, visto che il 46,3% della popolazione con più di 11 anni è dedita al consumo moderato ovvero la cui quantità non eccede le dosi raccomandate dal Ministero della Salute per non incorrere in problemi di salute. Un dato inferiore di circa il 6% sia rispetto alla media italiana che delle regioni del Sud.
Parallelamente, il consumo eccedentario abituale di bevande alcoliche riguarda solo l’8,6% dei bevitori, in linea con la media nazionale dell’8,8%. Il 31,5% del consumo in eccedenza avviene durante i pasti. Ricordiamo che per “eccendentario” si intende il consumo che supera due unità alcoliche al giorno per l’uomo, una unità per le donne e gli over 65.
Capitolo a parte per il cosiddetto “binge drinking” il consumo di oltre sei dosi di alcol in tempi molto ristretti, un fenomeno particolarmente in auge tra i giovani. In questo ambito in Sardegna il fenomeno ha riguardato il 9,8% di coloro che consumano alcol, due punti sopra la media nazionale e quattro punti più delle altre regioni del Mezzogiorno.
Con l’entrata in vigore della Legge Regionale dell’11 settembre 2020 n.24, in Sardegna ogni ASL ha istituito il proprio Dipartimento di salute mentale e dipendenze nel quale è presente il Servizio per le Dipendenze (Ser.D) che offre prevenzione, cura e riabilitazione, tra l’altro, nei casi di problematiche legate all’abuso di alcol. Sul territorio, inoltre, vi sono una serie di strutture riabilitative private accreditate.
Nell’ambito del contrasto alle problematiche di peso, all’obesità e in generale alla vita sedentaria, i Servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione (Sian) delle ASL svolgono un ruolo centrale grazie a una serie di attività quali la sorveglianza nutrizionale, l’organizzazione di campagne informative, la disponibilità di scelte alimentari sane nelle scuole, la promozione di ambienti urbani favorevoli allo svolgimento dell’attività fisica.
Per quanto riguarda la lotta contro il fumo, tra le delibere regionali più recenti, nel dicembre 2024 la Giunta, nell’ambito dei Piani Regionali della Prevenzione, ha approvato il potenziamento dei Centri Antifumo delle ASL con uno stanziamento annuale di 110 mila euro per azioni diverse, tra cui la promozione di corretti stili di vita e il sostegno di percorsi antifumo.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link