11.46 – sabato 15 febbraio 2025
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Nel 2024 sono stati contestati 277,2 milioni di euro per indebite percezioni di contributi pubblici, sia italiani ed europei: un record assoluto negli ultimi quindici anni, che ha interessato soprattutto i bonus per le ristrutturazioni edilizie. In generale, nel periodo 2010-2024, l’ammontare complessivo delle somme contestate ha superato 1,75 miliardi di euro, con un totale di 2.566 giudizi di responsabilità.
Complessivamente, lo scorso anno sono state avviate 271 citazioni, il numero più alto registrato dal 2010, segno di un rafforzamento dell’azione di contrasto alle frodi sui fondi pubblici. È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa, che evidenzia un’impennata nei giudizi di responsabilità promossi dalle procure contabili. L’aumento record delle contestazioni nello scorso anno, con oltre 277 milioni di euro di indebite percezioni di contributi pubblici, è strettamente legato alle frodi nel settore dei bonus edilizi: sono significativamente cresciuti, infatti, proprio sugli illeciti legati ai crediti fiscali fittizi e alle indebite compensazioni nell’ambito degli incentivi per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione immobiliare.
Sono stati messi a nudo schemi fraudolenti su larga scala, con aziende e privati che hanno ottenuto crediti fiscali non spettanti, spesso tramite fatture gonfiate o lavori mai eseguiti. La crescita esponenziale dei procedimenti nel 2024 è quindi una diretta conseguenza di un maggiore coordinamento tra le istituzioni pubbliche e gli organi inquirenti, che hanno portato alla scoperta di frodi per decine di milioni di euro, incidendo in modo significativo sul totale degli importi contestati. Il 2024, dunque, si distingue per il più elevato importo assoluto e per una netta crescita rispetto ai 231,9 milioni di euro del 2021 e ai 223,3 milioni del 2015, che finora detenevano il primato.
Tra i valori più bassi, il 2020 segna il minimo storico con 12,8 milioni di euro contestati e appena 72 citazioni, un dato probabilmente influenzato dalla pandemia e dal rallentamento delle attività di controllo. Il rapporto tra il numero di citazioni e gli importi contestati è tornato a livelli pre-pandemia, con una media per singolo procedimento nel 2024 superiore al milione di euro.
Le principali contestazioni hanno riguardato le frodi nei bonus edilizi, gli incentivi alle imprese e i fondi europei. «I dati confermano quello che purtroppo temevamo da tempo: il Superbonus e gli altri incentivi edilizi sono stati gestiti senza le dovute cautele, aprendo la strada a frodi e abusi che oggi presentano il conto alle finanze pubbliche. Lo strascico dei danni è evidente e sta portando alla luce scelte sbagliate che hanno favorito, più che la ripresa del settore, l’affermarsi di meccanismi speculativi. La totale assenza di controlli preventivi ha creato un buco nei conti dello Stato e un terreno fertile per chi ha approfittato di norme scritte con troppa superficialità.
Ora il sistema produttivo onesto rischia di pagarne le conseguenze, perché la stretta sui crediti fiscali e le difficoltà di cessione stanno colpendo anche le imprese che hanno operato in piena regolarità. Serve una revisione seria delle politiche di incentivazione, per evitare che simili errori si ripetano in futuro e per tutelare davvero chi investe e lavora nell’edilizia in modo trasparente» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha rielaborato statistiche della Corte dei conti, l’ammontare complessivo delle somme contestate nel periodo 2010-2024 è di oltre 1,75 miliardi di euro. Ma è nel 2024che si registra il dato più eclatante: con 271 citazioni, le procure contabili hanno avviato procedimenti per un valore record di 277,2 milioni di euro, il livello più alto mai raggiunto in questi quindici anni di monitoraggio.
Il confronto con gli anni precedenti conferma l’anomalia del 2024. Per trovare un valore vicino a quello dello scorso anno bisogna risalire al 2021, quando furono contestati 231,9 milioni di euro, un importo comunque inferiore di circa 45 milioni rispetto al picco più recente. Il 2015 si era attestato su cifre simili, con 223,3 milioni, mentre nel resto del periodo considerato si registrano fluttuazioni più contenute, con alcuni cali significativi, come nel 2020, anno della pandemia, in cui le citazioni si ridussero drasticamente a 72, per un totale di appena 12,8 milioni. Un valore, questo, di quasi venti volte inferiore rispetto a quello del 2024. L’analisi dei numeri rivela inoltre una dinamica interessante.
Fino al 2016, gli importi contestati oscillavano tra i 100 e i 150 milioni annui, con il picco del 2015 a segnare una prima fase di crescita della vigilanza contabile sulle erogazioni pubbliche. Poi, nel biennio 2017-2018, si assiste a una contrazione, con un minimo di 75,8 milioni nel 2018. Da quel momento, però, il trend ha ripreso a salire, con il già citato exploit del 2021, seguito dal forte calo del 2022 e dal successivo rimbalzo nel 2023, con 23,2 milioni di euro contestati. Infine, il balzo senza precedenti del 2024, che segna un salto di qualità nell’attività delle procure contabili.
L’azione di contrasto alle irregolarità e alle appropriazioni indebite di risorse erariali ha subito un’accelerazione nell’ultimo biennio, con particolare riferimento ai finanziamenti legati ai fondi europei e alle misure straordinarie di sostegno alle imprese e ai cittadini. Il tema dei bonus edilizi, per esempio, è stato al centro di numerose inchieste che hanno portato alla luce pratiche fraudolente per decine di milioni di euro. Il dato sulle citazioni del 2024, oltre a segnalare un aumento delle attività di controllo, suggerisce che la fase emergenziale del “blocco giudiziario” causato dalla pandemia sia ormai alle spalle e che le procure contabili abbiano recuperato il terreno perso nel 2020 e nel 2021.
Tuttavia, il valore record dell’ultimo anno potrebbe anche essere il risultato di un affinamento delle tecniche di individuazione degli illeciti, supportato da una maggiore collaborazione tra enti di controllo, Guardia di Finanza e organi giudiziari. L’implementazione di strumenti digitali per l’analisi dei flussi finanziari potrebbe aver contribuito a migliorare l’efficacia delle indagini, rendendo più rapido l’accertamento delle responsabilità e il recupero delle somme illecitamente percepite.
Un altro aspetto da considerare è la distribuzione delle somme contestate nel tempo. Se si osserva il rapporto tra il numero di citazioni e gli importi, emerge che in alcuni anni il valore medio per singolo procedimento è stato nettamente più alto rispetto ad altri. Nel 2015, per esempio, il valore medio per citazione era di circa 1,15 milioni di euro, mentre nel 2016, pur con un numero di citazioni inferiore, la media scendeva drasticamente a 493.000 euro. Nel 2024, invece, si registra una media di circa 1,02 milioni di euro per citazione, confermando l’esistenza di procedimenti per somme molto elevate.
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