Rilasciati da parte dell’Atp Basilicata i dati sui risultati che il settore turismo ha conseguito nel 2024
Si è tornato a parlare, negli ultimi giorni, di turismo in Basilicata: vuoi per la “vetrina” nazionale della BIT di Milano, che ha visto il battesimo del fuoco, con piglio e determinazione, della neo-direttrice dell’APT/Basilicata, ma anche per il rilascio, da parte dell’APT stessa, dei dati definitivi sui risultati (consistenza strutture ricettive e movimento clienti) che il settore turistico ha conseguito nell’anno 2024.
I DATI DELL’ATP BASILICATA
Un anno “importante” perché avrebbe dovuto segnare il definitivo superamento dell’emergenza COVID/19, configurando lo stato di salute “a regime” di un settore di importanza strategica, ormai, per la “tenuta” demografica e socio-economica della regione Basilicata.
I risultati conseguiti presentano luci e ombre.
LUCI E OMBRE
A livello regionale, preso come anno di raffronto il 2019 (ultimo pre-Covid, e segnato dal boom di MT/ECoC), si registra infatti un buon incremento della capacità ricettiva regionale (+ 12,9%); in particolare, per Matera si registra un forte incremento della capacità ricettiva cittadina (da 6.500 a 8.500 posti letto = + 30,2%). È evidente quindi il grande sforzo imprenditoriale che ha sostenuto l’incremento della capacità ricettiva regionale, e di quella della città dei Sassi in particolare.
IL DATO INCORAGGIANTE DI MATERA
A questi dati corrisponde però, a livello regionale, un lieve decremento sia degli arrivi che delle presenze, con punte allarmanti nelle aree interne collinari-montane; dato che inoltre per Matera vede, a fronte dell’ottimo risultato sul piano degli “arrivi” che superano quelli del 2019, un sensibile decremento delle “presenze”: – 13,3%, 633.000 contro 730.000.
IN CALO IL TURISMO CULTURALE
In pratica, il “turismo culturale” materano nel 2024, a parità di “arrivi”, ha registrato 100.000 presenze in meno del 2019, comprimendo ulteriormente il già asfittico indice di permanenza media (pernottamenti), sceso da 1,88 (2019) a 1,55 (2024).
Indice che per le “città d’arte e cultura” (senza allontanarsi troppo: Lecce), si colloca intorno al 2,5: con quest’indice, nel 2024, avremmo avuto a Matera oltre 1.000.000 di presenze
Un dato preoccupante che esprime la “crisi” (ampiamente denunciata nei mesi passati) del turismo culturale materano, inteso come fonte di lavoro e di reddito: le strutture ricettive materane hanno lavorato in effetti nel 2024 a non più del 20% della loro capacità ricettiva.
LO SFORZO PER AUMENTARE LA CAPACITÀ RICETTIVA SENZA RISCONTRO
In generale pertanto, in Basilicata lo sforzo imprenditoriale per aumentare l’offerta ricettiva, non ha avuto adeguato riscontro in un simmetrico aumento della clientela turistica; nel senso che i “turisti” sono “arrivati” nelle nostre città e territori (risultato ascrivibile alla “promozione” APT), ma non li abbiamo saputi in-trattenere, incuriosendoli, interessandoli con un ”racconto esperienziale” delle peculiarità specifiche della città, paese e/o territorio che li ospitava.
IL TURISMO MORDI E FUGGI
Non fa testo ovviamente, il turismo “mordi-e-fuggi” che prevale oggi a Matera, e che la vede quale “tappa” (rupestre) del turismo culturale pugliese, completamente avulsa dal contesto lucano.
È evidente quindi la necessità di agire sull’offerta turistica regionale, rimodulandola sia nei contenuti che nella distribuzione geografica: al turismo lucano, fatte salve le aree costiere sorrette dalla risorsa “mare” (ma in quota parte anche ad esse), serve una “cura ricostituente” che rivitalizzi l’attrattività dell’intero territorio regionale, ed in particolare delle sue “aree interne” in sofferenza demografica.
SERVE UNA CURA RICOSTITUENTE
Una cura ricostituente che affianchi agli attuali filoni dei “turismi delle passioni” e/o delle “radici”, un turismo (complementare ai precedenti) della “GEOGRAFIA CULTURALE” della regione; fondato su di un “racconto”, un “ordito” unitario dell’intero compendio storico/ambientale/culturale lucano: “caleidoscopio” di paesaggi, insediamenti, culture, personaggi che aspettano solo di essere riordinati, ricomposti ad unità e valorizzati per esprimere una immagine, un racconto poliedrico, inedito, sorprendente per ricchezza dei contesti, e dei rapporti con la cultura internazionale.
“Racconto” in grado di valorizzare anche un’altra peculiarità delle nostre aree interne (che più dovrebbero beneficiare di esso): la diffusa presenza, anche negli angoli più inaccessibili della nostra regione, di centri vitali di testimonianza, espressione, produzione culturale di valore assoluto.
L’IMPORTANZA DEI “CENTRI”
“Centri” che vanno sotto il nome di: musei civici ed ecclesiastici, biblioteche, archivi documentali, parchi letterari, fondazioni culturali, pinacoteche, ecc.
“Centri” risultato di una capillare profusione di risorse e lavoro culturale che, cittadini ed associazioni lucane (illustri o meno) trasfondono sul proprio territorio, sostenuti da un forte senso di “amore” ed appartenenza civica, e che meritano attenzione e sostegno.
I CENTRI ATTRATTORI
“Centri” costituenti i “veri attrattori” del turismo culturale lucano (se tale vuole essere).
In conclusione, sarebbe questa una vera e propria “iniezione ricostituente di cultura” per tutto il turismo lucano, in grado di incrementarne l’attrattività sul piano della “qualità”, dell’”esperenzialità”, e di conseguenza capace di generare soggiorni di più giornate, tra Matera e le aree interne e costiere della Basilicata, organizzati finalmente in itinerari di visita “lucani”, in grado di offrire ai visitatori che arrivano sul territorio l’immagine di una regione nient’affatto subalterna nella qualità della sua “geografia culturale”.
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