Duro e pubblico scambio di accuse tra il segretario regionale Lettieri e il capogruppo Lacorazza, nel Pd lucano e arrivata l’ora della resa dei conti
POTENZA – Non è bastato il ritorno nei ranghi del consigliere regionale Roberto Cifarelli a placare gli animi nel Pd lucano. Né a Matera, dove la sua proposta di indire le primarie per la scelta del candidato sindaco è stata bocciata dal vicesegretario regionale del partito, Vito Lupo. Né a Potenza, dove il capogruppo in Consiglio regionale, Piero Lacorazza, è tornato a chiedere le dimissioni del segretario regionale Giovanni Lettieri. Prendendo spunto dal rinvio dell’annunciata riunione delle direzione regionale.
A svelare le tensioni interne ai democratici lucani, accentuate dai sondaggi che li vedono stra-favoriti in vista delle elezioni politiche del 2027, è un duro scontro esploso nei giorni scorsi una chat per le comunicazioni tra amministratori locali. Da qui è partito l’attacco di Lacorazza a Lettieri, a poco più di due mesi dall’assemblea in cui la maggioranza del partito gli ha rinnovato la sua fiducia. Seppur sollecitando un «cambio di passo» in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
«La direzione del Pd doveva essere convocata sabato 15 febbraio. Questa è stata l’ennesima promessa, rispettata e accolta, ma non mantenuta del segretario Lettieri. Perché si decide di non farla? Perché Roberto Cifarelli è rientrato ma non ha detto esplicitamente a Lettieri: hai la mia fiducia».
Questo l’incipit dell’invettiva del capogruppo regionale contro il “suo” segretario, unico candidato al congresso di due anni fa, dopo il commissariamento seguito alla “cacciata” di Raffaele La Regina.
«Mi hai scritto fino a martedì della direzione del 15 e poi è stata annullata perché Cifarelli non ha esplicitato il sostegno. E’ chiarissimo». Così ancora Lacorazza, ben poco convinto dalla foto con Lettieri e dalle dichiarazioni a favore del segretario rilasciate da Cifarelli, qualche ora prima, spiegando le ragioni del suo rientro nel partito.
«Il tentativo è di “appartarsi” così si costruisce un bel accordo di maggioranza larga per continuare a produrre un film già visto». Ha aggiunto ancora il consigliere regionale. «Dietro la retorica del “vogliamoci bene” e “stiamo uniti” c’è la volontà della conservazione (…) Caro Giovanni, la retorica dell’apertura e della disponibilità è una narrazione che si infrange nella realtà di una direzione politica francamente discutibile. Hai rinviato la direzione perché Cifarelli non ha ti garantito la fiducia. Le cose vanno dette per come sono. Se Cifarelli ti avesse garantito sostegno te ne saresti fregato delle cose che dico da mesi: avresti dovuto rimettere il mandato ed avviare una vera discussione. Invece sei complice di un trascinamento di un Pd che chi (sic) ha portato alla sconfitta alle regionali e continuerà a galleggiare in attesa delle politiche del 2027. Anche i bambini l’hanno capito».
Di qui la replica, piccata, dell’ex sindaco di Picerno. Abbandonando, ma soltanto per un momento, i tono pacato che lo contraddistingue.
«Davvvero basta con questo atteggiamento distruttivo del Pd e della coalizione di centro sinistra». Queste le parole di Lettieri, che si è schierato a difesa anche dell’alleanza con M5s, Avs, Psi e i centristi di Angelo Chiorazzo (Bacc) sperimentata alle regionali. Con la benedizione dei vertici nazionali del partito. Un’alleanza troppo stretta per Lacorazza e Cifarelli, convinti della necessità di recuperare alla causa i centristi di Azione e Italia viva. Nonostante il passaggio nel centrodestra in occasione delle regionali e il loro ruolo sempre più importante nell’amministrazione guidata dal forzista Vito Bardi.
«Io non devo conservare un bel nulla sono a disposizione del partito come ho sempre fatto». Ha aggiunto Lettieri. «Non metto mai la mia persona davanti al partito né alle iscritte e agli iscritti provo avere un atteggiamento inclusivo, ma al tempo stesso sono convinto che bisogna promuovere reale cambiamento e prospettiva per le nuove classi dirigenti».
«È un percorso che va promosso con determinazione ma senza calpestare nessuno». Ha concluso Lettieri.
Quindi l’affondo contro il capogruppo a via Verrastro.
«In merito alla sconfitta alle regionali mi assumo parte delle responsabilità come dovremmo fare tutti te compreso».
Parole pesanti, insomma, che Lacorazza non ha lasciato cadere nel vuoto.
«La distruzione del Pd e dell’alleanza è stata chiara alle elezioni regionali». Ha tuonato il capogruppo democratico. «II Pd ha perso elezioni e un consigliere perché prima si è fatto crescere Chiorazzo e poi lo si è anche votato. Non devo fare un disegnino. E l’alleanza, a proposito, si è ridotta così perché i veti hanno respinto un pezzo di classe dirigente in mano alla destra. Qui non c’è bisogno del disegnino ma della memoria all’assemblea che ti ha nominato di fatto – non eletto segretario regionale. Si sta calpestando una comunità politica. Aspetto ancora il motivo del rinvio della direzione. E si ci nasconde dietro la retorica della disponibilità per provare a costruire equilibri funzionali alla conservazione. La discussione dopo le regionali non si è voluta fare per arrivare a dire: siamo tutti responsabili».
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