Il Festival di Sanremo non è solo un evento musicale: è un vero e proprio business, una macchina che frutta milioni di euro alla Rai e a tutta l’economia circostante. L’edizione 2025, che ha visto Carlo Conti al timone, ha portato nuovi record economici, superando i 67 milioni di euro raccolti da pubblicità e sponsor, un incremento rispetto ai 60 milioni dell’anno scorso. Questo dato sottolinea come, dietro la kermesse canora, si nasconda una struttura economica estremamente articolata, che non riguarda solo la musica, ma un’intera industria che ruota attorno all’evento.
Partiamo dal presupposto che il Festival, pur costando ingenti somme, si autofinanzia grazie agli introiti pubblicitari e alle sponsorizzazioni. Marcello Ciannamea, direttore di Intrattenimento Prime Time della Rai, ha spiegato che, pur trattandosi di un evento di enorme complessità produttiva, Sanremo non grava sui contribuenti e non pesa sul canone Rai. La Rai, infatti, riesce a coprire interamente i costi di produzione con i ricavi provenienti dalla pubblicità, generando anche margini positivi per l’azienda. Con un aumento medio del 7% sul listino degli spot televisivi, il Festival offre agli inserzionisti una vetrina imperdibile. La visibilità del programma, che unisce televisione, social e streaming su Rai Play e YouTube, rappresenta un’opportunità unica per i brand, rendendo Sanremo uno degli eventi più redditizi del panorama televisivo italiano.
Il prezzo dei biglietti
Oltre alla pubblicità, anche i biglietti per assistere al Festival sono aumentati quest’anno. I prezzi per accedere alle cinque serate sono cresciuti del 19%, con il costo per la galleria che oscilla tra i 110 e i 360 euro, mentre per la platea si va da 200 a 730 euro per la finalissima. Questo rincaro ha portato un incremento notevole delle entrate, soprattutto considerando che, tra platea e galleria, circa 2.000 spettatori ogni sera hanno assistito alle esibizioni dei 29 cantanti in gara. Tuttavia, l’aspetto più interessante è il valore economico di chi partecipa come pubblico: secondo i calcoli di EY, il singolo spettatore che assiste al Festival affronta una spesa media giornaliera di circa 500 euro, includendo trasporti, pernottamenti e altre spese.
Quanto costa organizzare Sanremo
Dietro a questi numeri da capogiro, però, ci sono anche importanti costi di produzione. Si stima che l’organizzazione dell’edizione 2025 costi circa 20 milioni di euro, una cifra che include i diritti sul marchio del Festival, i cachet degli artisti e l’affitto del Teatro Ariston (che l’anno scorso è stato fissato a 1,6 milioni di euro, pagati dal Comune di Sanremo). Nonostante questa cifra elevata, i ricavi provenienti dalle pubblicità e dai biglietti continuano a garantire una redditività impressionante per la Rai, ben superiore ai costi sostenuti.
I cachet degli artisti e dei conduttori
Il cachet di Carlo Conti per tutta la settimana del Festival è stato fissato in circa 500.000 euro, cifra che include sia il suo ruolo di conduttore che quello di direttore artistico. Il suo compenso è in linea con quello di Amadeus nelle edizioni precedenti. Ma a Sanremo non guadagnano solo i conduttori principali: anche gli ospiti e i co-conduttori ricevono compensi importanti. A parte qualche eccezione – come Gerry Scotti che ha dichiarato di non aver voluto percepire alcun compenso – i volti noti della televisione come Bianca Balti, Cristiano Malgioglio e Nino Frassica hanno ricevuto compensi che si aggirano tra i 20 e i 40 mila euro a testa. Per gli ospiti musicali come Jovanotti e Damiano David, invece, i compensi raggiungono cifre ben più alte, tra i 50 e i 100 mila euro per un’esibizione di pochi minuti.
Non vanno dimenticati nemmeno i 29 cantanti in gara, che hanno ricevuto un rimborso di circa 53.000 euro per la loro partecipazione. Tuttavia, dopo le spese, il guadagno netto per ogni artista si riduce a circa 3.000 euro, anche se, come sempre, il vero guadagno per i partecipanti arriva solo dopo il Festival, con i successivi guadagni dalle vendite e dalle esibizioni in radio.
Impatto economico: un motore per l’economia locale e nazionale
Sanremo non è solo una macchina da soldi per la Rai, ma anche per la città di Sanremo e per la Liguria. Secondo gli esperti di EY, l’edizione 2025 avrà un impatto economico complessivo di 245,1 milioni di euro, con un valore aggiunto di 97,9 milioni e la creazione di 1.459 posti di lavoro. Questo impatto economico si distribuisce tra spese dirette (20 milioni di euro), indirette (20,3 milioni) e l’indotto derivante dalla presenza degli spettatori e dei professionisti a Sanremo (7,6 milioni). La pubblicità e gli sponsor hanno avuto un impatto economico complessivo di 172 milioni di euro, contribuendo anche alla creazione di circa 910 posti di lavoro.
Nonostante il fascino che lo circonda, dietro il Festival c’è una macchina economica perfettamente oliata, che dimostra come la musica, la televisione e la pubblicità possano convergere in un business di dimensioni colossali. E, anche se per molti rimarrà sempre un evento legato alla tradizione e alla cultura musicale italiana, per la Rai e per tutti i soggetti coinvolti, Sanremo è senza alcun dubbio una delle vetrine più redditizie della televisione mondiale.
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