Il giovane studente Pier Giorgio Frassati, il 3 agosto prossimo sarà proclamato santo da papa Francesco
Il prossimo 4 luglio ricorrerà il centenario dalla morte del Beato Pier Giorgio Frassati, che papa Francesco proclamerà Santo il 3 agosto.
GLI APPUNTAMENTI IN BASILICATA
La Basilicata è una delle poche regioni che, ormai da 15 anni, omaggia Pier Giorgio Frassati e, proprio il 4 luglio, a Rotonda si riuniranno tutte le azioni cattoliche regionali con il “Percorso Frassati”.
In questo che definiamo l’anno Frassatiano, le Azioni Cattoliche delle 18 parrocchie della Diocesi di Tursi Lagonegro lo ricordano con una “Peregrinatio”: una serie di incontri, intitolati “Con Frassati, pellegrini di Speranza”, iniziati il 6 febbraio a Rotonda e proseguiti a Maratea mercoledì scorso.
Un calendario fitto: il 20 febbraio a Senise; il 6 marzo a Policoro; il 20 marzo a Episcopia; il 27 marzo a Moliterno; il 3 aprile a Nova Siri; il 9 aprile a Rotondella; il 7 maggio ad Agromonte; l’ 8 maggio a Colobraro; il 15 maggio a Tursi, il 16 maggio a Spinoso; il 20 maggio a Lauria, il 22 maggio a Castronuovo di Sant’Andrea; il 5 giugno a Viggianello; il 19 giugno a San Severino Lucano.
Il 26 giugno, ultimo appuntamento a Rivello prima della riunione per i cento anni dalla scomparsa.
CHI ERA FRASSATI
Nato a Torino il 6 aprile del 1901 da una ricca famiglia borghese – il padre, Alfredo, fu un noto giurista e nel 1895 fondò il quotidiano La Stampa. La madre, Adelaide Ametis, era invece una pittrice – Pier Giorgio Frassati è noto per la profonda fede unita all’impegno politico e sociale che si è manifestato a favore dei poveri: dedizione che, molto probabilmente, lo ha portato alla morte il 4 luglio del 1925 a nemmeno 25 anni.
AMANTE DELLA MONTAGNA, SENTIERI A LUI DEDICATI ANCHE IN BASILICATA
Amante della natura e in particolare della montagna, su iniziativa dell’Azione Cattolica di Rotonda è stato avviato l’iter per intitolargli un sentiero del Parco Nazionale del Pollino. Non a caso, dopo la beatificazione, il Club Alpino Italiano ha dedicato a Pier Giorgio Frassati – che vi era iscritto – una rete di sentieri, detti appunto “Sentieri Frassati”, estesa in tutte le regioni italiane. In Basilicata, il “Sentiero Frassati” è un percorso escursionistico di 22 km che si sviluppa nel territorio di Sasso di Castalda. Una vita spesa per gli altri: ancora fanciullo apprese i primi racconti del Vangelo, ne restò colpito, a volte in modo così profondo da diventare protagonista di gesti inattesi in un bimbo tanto piccolo.
Nel 1908, a soli sette anni, protesta con il padre che aveva mandato via un ubriaco che aveva bussato alla loro porta. «È passato Gesù e papà l’ha mandato via», dirà.
FRASSATI RECITAVA OGNI GIORNO IL ROSARIO
Da fervente discepolo di San Domenico, recitava ogni giorno il Rosario, che portava sempre nel taschino della giacca, non esitando a tirarlo fuori in qualsiasi momento per pregare, persino per strada. Nonostante le ricchezze della famiglia fossero elargite ai figli con grande parsimonia, Pier Giorgio era spesso al verde perché i soldi di cui disponeva venivano da lui generosamente donati ai poveri e ai bisognosi che incontrava o a cui faceva visita. In famiglia nessuno sapeva alcunché delle sue opere caritative; inoltre non compresero mai appieno chi fosse veramente se non nel giorno del funerale, per la folla oceanica accorsa per dargli l’ultimo saluto.
IL RITRATTO SPIRITUALE DI FRASSATI
Don Nicola Caino, parroco di Francavilla in Sinni, assistente del settore giovani diocesani di Azione Cattolica, ha approfondito con noi la rilevanza spirituale e l’attualità del Frassati. «Volendo fare mia l’espressione che Papa Francesco utilizza nella “gaudete et exsultate”, esortazione apostolica sulla santità, circa la santità della porta accanto, potremmo dire che il Frassati ben si sposa con questo concetto poiché ci fa cogliere quello che emerge chiaramente nella” Lumen gentium” del Concilio Vaticano II, ossia la bellezza della chiamata alla santità che nasce dal vivere consapevolmente il proprio battesimo nell’ordinario, ossia nel vivere bene la propria vocazione. Vivere bene nel posto in cui il Signore ci colloca per quello per cui il Signore ci chiama», osserva don Caino.
IMPEGNATO NEL SOCIALE E NELLA VITA POLITICA
«Il Frassati – aggiunge – da studente, amico ed uomo impegnato nel sociale e nella vita politica, si adopera per il bene. A volte pensiamo che la santità consti in fenomeni solamente soprannaturali o che, mi si passi il termine, si debba essere alla stregua di supereroi. Il Frassati ci insegna, invece, che per essere Santi bisogna essere pienamente uomini fondati in Cristo.
CENTRATO IN CRISTO
È molto bella l’espressione del teologo Karl Rahner, che in una prefazione proprio ad una biografia di Frassati, evidenzia come sia stato pienamente centrato in Cristo e abbia vissuto con naturalezza la sua fede. Una vita eucaristica che diventa stimolo per una vita segnata dalla carità e che porta poi al bisogno di vivere una comunione nell’associazionismo, e qui il ruolo preponderante dell’Azione Cattolica e, dunque, la capacità di intessere delle belle relazioni.
La Santità non è un qualcosa di astratto, o per diventare tali non occorre estraniarsi dalla realtà ma saperci stare avendo chiaro il principio e fondamento che è Gesù Cristo».
LE PAROLE DI DON CAINO
Ma don Caino si sofferma anche su un altro importante aspetto che contraddistingue il beato: «La sua attualità la possiamo declinare in una parola: ferialità. In un mondo in cui tutti cercano l’eclatante o il visibile purché diano nell’occhio, il Frassati ci invita ed educa all’ordinarietà per vivere bene la nostra vita».
Papa Francesco è affezionato a Pier Giorgio e lo cita spesso: lo ha fatto parlando ai giovani di Torino, il 21 giugno 2015, gli ha dedicato un passaggio della lettera per la Giornata Mondiale della Gioventù del 2016, ricordando la sua grande misericordia e carità, e in una catechesi sui comandamenti il 13 giugno 2018 lo ha indicato come un esempio contro la mediocrità. Nell’udienza generale del 13 giugno del 2018, Bergoglio spiegò come «Il Beato Pier Giorgio Frassati, che era un giovane, diceva che bisogna vivere, non vivacchiare» […]
«Alcuni pensano che sia meglio spegnere questo impulso, l’impulso di vivere, perché pericoloso – aggiunse il pontefice – Vorrei dire, specialmente ai giovani: il nostro peggior nemico non sono i problemi concreti, per quanto seri e drammatici: il pericolo più grande della vita è un cattivo spirito di adattamento che non è mitezza o umiltà, ma mediocrità, pusillanimità. Un giovane mediocre è un giovane con futuro o no? No. Rimane lì, non cresce, non avrà successo. La mediocrità o la pusillanimità. Quei giovani che hanno paura di tutto: “No, io sono così …”.
«BISOGNA VIVERE, NON VIVACCHIARE»
Questi giovani non andranno avanti. Mitezza, forza e niente pusillanimità, niente mediocrità. Il Beato Pier Giorgio Frassati – che era un giovane – diceva che bisogna vivere, non vivacchiare. I mediocri vivacchiano. Vivere con la forza della vita. Bisogna chiedere al Padre celeste per i giovani di oggi il dono della sana inquietudine. Ma, a casa, nelle vostre case, in ogni famiglia, quando si vede un giovane che è seduto tutta la giornata, a volte mamma e papà pensano: “Ma questo è malato, ha qualcosa”, e lo portano dal medico.
La vita del giovane è andare avanti – concluse Francesco – essere inquieto, la sana inquietudine, la capacità di non accontentarsi di una vita senza bellezza, senza colore. Se i giovani non saranno affamati di vita autentica, mi domando, dove andrà l’umanità? Dove andrà l’umanità con giovani quieti e non inquieti?».
L’ASSOCIAZIONISMO
Dopo la maturità classica, Frassati si iscrive alla Facoltà di Ingegneria meccanica (specializzazione in mineraria) presso il Regio Politecnico di Torino. Motivò questa scelta con l’intenzione di lavorare al fianco dei minatori (la classe operaia più disagiata a quel tempo), per aiutarli a migliorare le loro condizioni di lavoro. Morì con due soli esami da sostenere e fu insignito della laurea ad honorem nel 2001.
Il 18 maggio 1924, durante una gita al Pian della Mussa, assieme ai suoi più cari amici fondò la “Compagnia o Società dei Tipi Loschi“, un’associazione che nascondeva l’aspirazione a un’amicizia profonda, fondata sul vincolo della preghiera e della fede.
«Io vorrei che noi giurassimo un patto che non conosce confini terreni né limiti temporali: l’unione nella preghiera», scrisse ad uno dei suoi amici il 15 gennaio 1925.
All’Università ebbe inizio un periodo di intensa attività all’interno di numerose associazioni di stampo cattolico, in particolare la Gioventù Italiana di Azione Cattolica. Inoltre aderì anche alla Società di San Vincenzo de’ Paoli del “Cesare Balbo“, profondendo un impareggiabile impegno in favore dei poveri e dei più bisognosi. «Aiutare i bisognosi è aiutare Gesù», rispose un giorno alla sorella Luciana.
L’ISCRIZIONE AL PARTITO POPOLARE DI DON STURZO
Nel 1920 si iscrisse al Partito Popolare Italiano di don Sturzo. Nel partito mantiene il suo stile: non posti di prima linea, ma disponibilità ai servizi anche più umili. Ugualmente pronto a pulire la sede o ad attaccare manifesti di notte ed il suo giudizio contro il fascismo fu durissimo. «Pier Giorgio Frassati faceva parte di tante associazioni, cui teneva tanto, come il Cai, ma era un socio dell’Associazione Cattolica di Torino e, proprio all’interno dell’associazione, ha maturato la vocazione cristiana. Per questa ragione l’Azione Cattolica si sente orgogliosa di questa figura», ci spiega il presidente dell’Azione Cattolica della Diocesi di Tursi Lagonegro, Giuseppe Propato.
«Pur venendo da una famiglia facoltosa e ben in vista – prosegue Propato – ha vissuto i suoi 24 anni nell’umiltà e nell’ombra, tanto che la famiglia è venuta a conoscenza di ciò che faceva all’indomani del funerale. Prima non era assolutamente a conoscenza di quanto fosse amato dalle persone bisognose della Torino dell’epoca. Ed è esattamente questo che ha colpito particolarmente anche noi dell’Azione Cattolica, in quanto parliamo sempre di un ragazzo morto giovanissimo». Le Azioni Cattoliche della Diocesi di Tursi Lagonegro si stanno impegnando a fondo per far conoscere Frassati.
LA PEREGRINATIO
«Con la Peregrinatio – conclude Propato – abbiamo voluto far conoscere questa figura alle persone di tutte le età, soprattutto agli adulti poiché i giovani ne hanno probabilmente una maggiore conoscenza. Ma abbiamo notato come, appunto, gli adulti si innamorino di Frassati poiché ne rimangono sbalorditi. Con la Peregrinatio le parrocchie hanno la possibilità di una catechesi, oppure di un’ora di adorazione davanti al Santissimo Sacramento sempre con le lettere del Frassati. Nell’ultimo incontro a Maratea di mercoledì scorso, ci siamo raccolti nell’ora di adorazione. Eppure, in quell’ora durante la quale si sono appunto lette le lettere che scriveva ai suoi amici, abbiamo scoperto dei lati del Frassati assolutamente particolari. Ad esempio, la sua voglia di ripartire dopo la bocciatura a scuola, piuttosto che gli scontri con il padre che non voleva andasse tutti i giorni a messa o le sue posizioni antifasciste».
BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
Frassati morì il 4 luglio, a soli 24 anni, stroncato da una fulminante meningite virale causata dalla poliomielite, probabilmente contratta facendo visita ai bisognosi che vivevano nei quartieri più poveri. Il suo funerale, celebrato il 6 luglio nella chiesa parrocchiale della Crocetta, passerà alla storia per la partecipazione di una folla sterminata. È patrono delle confraternite, dei giovani di Azione Cattolica e, nello Stato della Città del Vaticano, è stato eretto patrono del Gruppo Allievi dell’Associazione Ss. Pietro e Paolo, già Guardia Palatina d’Onore di Sua Santità. Fu beatificato nel 1990 da Giovanni Paolo II, che lo definì «l’uomo delle otto beatitudini». Il miracolo, riconosciuto dalla Chiesa al fine della beatificazione fu la guarigione di Domenico Sellan, un friulano che aveva contratto, verso la fine degli anni Trenta, il morbo di Pott.
LA MIRACOLASA GUARIGIONE
Il giovane, quasi in fin di vita, era guarito improvvisamente e senza una spiegazione medica dopo che un suo amico sacerdote gli aveva donato un’immagine con una piccola reliquia di Pier Giorgio Frassati, al quale Sellan si era rivolto con fiducia, supplicandolo d’intercedere per lui per ottenere la guarigione. Verrà canonizzato ad agosto al termine del Giubileo dei Giovani e il miracolo che lo farà diventare Santo riguarda Juan Manuel Gutierrez, un sacerdote dell’arcidiocesi di Los Angeles nato nel 1986 a Texcoco, non lontano da Città del Messico. Dopo una crisi di fede adolescenziale matura in lui la vocazione sacerdotale e nel 2013 entra in seminario a Los Angeles.
Il 25 settembre 2017, giocando a pallacanestro con i compagni di seminario, riporta una lesione al tendine di Achille, riparabile solo con un intervento chirurgico. Il 1° novembre Gutierrez, preoccupato per il costo dell’intervento e le possibili conseguenze sul suo percorso in seminario, si rivolge in preghiera al beato Pier Giorgio Frassati, del quale ha visto un video su YouTube.
Qualche giorno dopo, mentre prega, Gutierrez avverte un calore intenso alla caviglia e scopre di poter camminare di nuovo normalmente.
Una successiva risonanza magnetica rivela l’inspiegabile scomparsa della lesione.
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