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intervista a Federica Santini (Trenord)


Federica Santini è stata la più giovane tra i direttori della storia del Gruppo FS: il suo primo incarico in Trenitalia risale al 2016, quando le fu affidata la direzione della Pianificazione strategica. Aveva 33 anni. Oggi è Presidente di Trenord e Head of international business development di Ferrovie dello Stato.

Quando è entrata nel Gruppo Ferrovie dello Stato? Cosa l’ha portata a scegliere il settore della mobilità?

Nove anni fa. Venivo dal mondo della consulenza, Ferrovie era uno dei miei clienti principali e io ne ero perdutamente innamorata. Il lavoro da consulente mi piaceva ma, allo stesso tempo, mi mancava non poter vedere il risultato concreto del mio impegno.

Mentre oggi, quando guardo un treno entrare in stazione, so di aver contribuito attivamente al processo che lo ha portato fin lì.

Ritengo la mobilità un vettore di inclusione sociale ed essere parte attiva del settore mi gratifica. Nella mia precedente carriera avevo maturato competenze in quest’ambito e sono riuscita a farne tesoro.

Dal 2018 è anche presidente di Trenord. Come si è trasformata in questi anni? 

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Trenord è la seconda azienda di mobilità italiana ed è stata l’attrice primaria di una serie di cambiamenti che hanno coinvolto il settore di cui siamo parte.

La pandemia ha avuto un impatto enorme in Lombardia e ci ha richiamati a uno sforzo industriale e manageriale senza precedenti: per mesi abbiamo continuamente dovuto rimodulare il servizio. Con enormi difficoltà ma con un favoloso spirito di squadra ce l’abbiamo fatta.

Quella situazione tragica ci ha portati verso l’accelerazione di alcuni processi, relativi soprattutto alla digitalizzazione del rapporto col cliente.

Nel 2023 è stato raggiunto poi un altro grande risultato: la firma del nuovo contratto di servizio con Regione Lombardia, il primo della durata di dieci anni.

Inoltre, abbiamo iniziato a usare i dati sugli spostamenti delle persone in modo da rendere il servizio più efficiente e sostenibile: per farlo, è nato il progetto Darwin.

Sono trascorsi sei anni e mezzo da quando sono arrivata in azienda: i nostri clienti sono cambiati e siamo cambiati inevitabilmente anche noi.

Ci racconta un suo progetto di cui è particolarmente fiera?

Si tratta del progetto ‘Pari. Insieme contro la violenza di genere’, a cui tengo molto. È partito a settembre dell’anno scorso e, oltre a Trenord, coinvolge tra gli altri giganti come Fastweb, il Gruppo Feltrinelli, Prysmian e Snam.

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Credo fermamente nella capacità delle aziende di fare rete per combattere le discriminazioni mettendo in campo iniziative concrete.

L’obiettivo di ‘Pari’ è diffondere cultura contro la violenza di genere, sul luogo di lavoro e nella società civile. Ora stiamo facendo passi avanti, con l’adesione di altre aziende e la costituzione di un’associazione. Iniziative così possono fare davvero la differenza.

Nel 2024 c’è stato un incremento di oltre il 7% dei viaggiatori quotidiani Trenord. Cosa ci dice questo dato sull’evoluzione della mobilità, pubblica e non solo?

Sui treni regionali della Lombardia, lo scorso anno, si sono contati oltre 200 milioni di viaggi. Un numero che ci rende orgogliosi, con le linee Regio Express e Regionali a registrare i migliori incrementi.

Tra le cause di questo risultato c’è il fatto che la pandemia ha cambiato per sempre il nostro modo di viaggiare: lo smart working prevede viaggi meno regolari verso i luoghi di lavoro nei giorni feriali; in compenso, registriamo un boom di viaggi in treno per il tempo libero, nel weekend e nei festivi.

A questo turismo green in crescita, come azienda rispondiamo con proposte di itinerari costruite insieme al territorio, per una valorizzazione reciproca.

Inoltre, sono aumentati del 4% anche i viaggiatori nei giorni feriali sulle grandi linee suburbane, raggiungendo i 356mila al giorno. Le persone sono tornate sui treni.

Lei ricopre anche molti altri ruoli. Come riesce a conciliare tutto?

A volte lo chiedo a me stessa (sorride, ndr). Penso che il segreto stia nell’avere una buona squadra. Io tendo a condividere ogni cosa con i miei collaboratori, in maniera trasparente. La mia fortuna è stata quella di incontrare superiori generosi nell’insegnare, che non si sentivano minacciati da una giovane donna. Avverto il bisogno di dare indietro quello che ho ricevuto professionalmente. E mi piace circondarmi di persone valide.

La sua leadership punta all’innovazione. In che modo?

Non temo un approccio disruptive, se necessario. Il retaggio della grande tradizione ferroviaria rimane un cardine della nostra cultura aziendale, ma lo sguardo al passato deve servire a fare meglio in futuro.

Non bisogna avere paura di mescolare le carte per arrivare a soluzioni innovative. Una di queste può essere, ad esempio, quella di lavorare con le startup, che spesso hanno buonissime idee, ma faticano ad adattarsi alle logiche delle grandi corporate.

Trenord ne ha aiutate diverse a strutturarsi e non è stato sempre facile. Ma abbiamo il dovere di stare al passo coi tempi senza necessariamente cercare la soluzione più comoda.

Cosa significa per lei essere una donna al comando?

Faccio una premessa. Per via del mio ruolo in FS sono esposta molto al business internazionale: anche se si tende a pensare che all’estero le cose vadano meglio per le donne, spesso non è così. In Italia abbiamo un ottimo sistema di regole che ci supporta nel cammino verso parità. Quello su cui bisogna lavorare è invece l’approccio culturale, non soltanto degli uomini.

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L’obiettivo di sfondare il cosiddetto soffitto di cristallo ha senso solo se, una volta sfondato, chi è seduta nei board cerca di guardare in basso e lavorare per tutte.

Altrimenti rischia di rimanere un successo individuale e quindi fine a se stesso. Anche perché la maggior parte delle donne lavoratrici non si trova nei Cda, ma nelle officine, sui treni, negli uffici.

Quali sono attualmente i suoi obiettivi per il futuro?

L’obiettivo professionale è quello di gestire al meglio il 2025, che sarà sicuramente un anno importante per la mobilità, in particolare della Lombardia. I cantieri aperti sono tanti e il sistema ferroviario è chiamato a sostenere il peso, chiaramente con finalità molto positive, dei tanti investimenti Pnrr sulle infrastrutture.

A livello internazionale, ci troviamo in una grande era di liberalizzazione del mercato ferroviario: anche FS dovrà focalizzarsi sulla crescita del trasporto passeggero estero, portando il modello Frecciarossa in Europa. E poi dobbiamo essere pronti per le Olimpiadi di Milano-Cortina. Insomma, sarà un anno di sfide.

Federica Santini

Presidente Trenord e Head of international business development di Ferrovie dello Stato Italiane. Tra i suoi altri ruoli ci sono la presidenza di Netinera – società tedesca del Gruppo FS Italiane – e la vice presidenza di Agens (Confindustria Trasporti), con deleghe in materia di diversità e inclusione.



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