Dal bando Invitalia «Io Resto al Sud» la scommessa di due giovani professioniste del settore
Qui c’è tanta bellezza e Storia, palpabile nell’aria, malgrado tutto e non potevamo sperare di meglio». Laddove quel «tutto» sta per friggitorie e pizzetterie che si prendono i porticati di botteghe artigiane centenarie o per i tavoli dei ristoranti che coprono l’intero accesso a certi cardines dei Decumani. Nel cuore del centro storico di Napoli, in via Nilo 15, ha aperto un laboratorio di restauro specializzato, Psiche Arte e Restauri. In controtendenza se l’area viene anzi abbandonata da artisti e galleristi. Nasce dalla passione e la determinazione di due professioniste del settore, le dottoresse Valentina Todaro e Alessia Volino, restauratrici abilitate dal Mibact. E in un luogo strategico, cuore pulsante della città un tempo molto più ricca di botteghe artigiane affollate ogni giorno da residenti e turisti che si immergono nel fascino di queste piccole ma importanti attività d’eccellenza.
«I servizi offerti da Psiche – spiega Todaro – sono molteplici e ci rivolgiamo anche ai professionisti che affidano a terzi il restauro. Puntiamo col tempo a consolidare il marchio “Psiche Restauri” catturando l’attenzione della Soprintendenza partenopea intanto sfruttando le vetrine digitali per chi necessita di servizi dedicati: restauro mobili antichi, vetrine espositive, libri centenari, pergamene, tavole lignee, dipinti, quadri.. sono solo alcuni degli interventi offerti. Confidiamo che facciano la differenza una lunga esperienza nel settore e la conoscenza e l’utilizzo delle più moderne tecnologie e di attrezzature all’avanguardia. E, una volta consolidati, procederemo ad organizzare specifici corsi di formazione per l’aggiornamento costante nel settore, laboratori creativi per i più giovani e collaborazioni con enti pubblici e chiese di cui Napoli è ricca».
Chi sono per adesso i vostri clienti? «Gli antiquari della città ed i privati dai 35 anni d’età in poi. Persone mature, in possesso di un bagaglio culturale⁄artistico definito. Che amano oggetti che hanno una storia da raccontare, nella quale il cliente si immedesima e allora la custodisce con cura e affida questi tesori solo alle mani di abili restauratori. E tornano più volte nel corso del tempo. Poi c’è chi conserva con affetto cimeli e oggetti appartenuti alla propria famiglia e tramandati di padre in figlio, di nonno in nipote; ma allo stesso tempo ama acquistarne di nuovi, proprio per quella coscienza che riconosce nell’antico un valore inestimabile, da ricercare. Persone che sono solite affollare i mercatini e le fiere dell’antiquariato alla ricerca dell’affare o della testimonianza importante. E l’oggetto acquistato spesso necessita di un intervento che restituisca la lucentezza del passato. Quindi non parliamo solo di dipinti, ma anche della meravigliosa macchina da cucito della bisnonna».
E qui ce n’è per tutti. «Sì, a me ha sempre affascinato l’idea che le persone si affezionino agli oggetti che diventano pregni di significati o ricordi. Alcuni clienti si emozionano quando ci raccontano il valore emotivo dei manufatti che ci consegnano e tanto più cerchiamo di prendercene cura proteggendo questi legami. Inoltre il restauro è anti spreco, sostenibile, ecologico. E restaurare invece di comprare continuamente magari prodotti di qualità più scadente è molto vantaggioso in quest’epoca di iperconsumo».
Come ci siete riuscite? «Col bando Io Resto al Sud di Invitalia, vinto al primo colpo. Serve proprio a riqualificare un’area come il centro di Napoli con la creazione di imprese di questo tipo».
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