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SÌ ALLA TUTELA UE DELL’ AGROALIMENTARE


L’ipotesi di nuove misure a tutela dell’agricoltura europea è una notizia positiva per le nostre imprese e per l’intero comparto agroalimentare. Garantire una concorrenza più equa, basata su standard comuni, è essenziale per valorizzare il lavoro degli agricoltori e difendere il principio di reciprocità nel commercio internazionale. Non si tratta di una chiusura protezionistica, ma di una scelta di buon senso per permettere alle nostre aziende di competere ad armi pari, evitando svantaggi derivanti da normative ambientali e sanitarie più rigide rispetto a quelle adottate da altri Paesi”.

Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, commentando la notizia della possibile introduzione di restrizioni sulle importazioni agroalimentari dagli Stati Uniti da parte della Commissione europea, riportate oggi dal Financial Times.  “L’agroalimentare rappresenta un pilastro strategico dell’economia italiana e qualsiasi misura volta a rafforzarne la competitività è da accogliere con favore. Ci auguriamo che la Commissione europea sappia bilanciare questa scelta con una politica commerciale solida, in grado di evitare tensioni con i nostri partner internazionali e al tempo stesso di valorizzare l’eccellenza delle nostre produzioni” aggiunge Ferrara. 

Secondo il Centro studi di Unimpresa, nel 2022, l’Italia ha importato dagli Stati Uniti prodotti alimentari per un valore di 173 milioni di euro e bevande per 235 milioni di euro. Questi dati rappresentano una crescita rispetto ai 125 milioni di euro per i prodotti alimentari e ai 199 milioni di euro per le bevande registrati nel 2020.

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A livello europeo, nel 2023, le importazioni agroalimentari dell’Unione Europea hanno raggiunto un valore record di 65 miliardi di euro. I dati riferiscono di una tendenza all’aumento delle importazioni di prodotti alimentari e bevande dagli Stati Uniti sia in Italia sia nell’intera Unione Europea negli ultimi anni.

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Questa mossa dell’Unione Europea potrebbe segnare un cambiamento significativo nella politica commerciale del blocco, avvicinandola a una logica di protezionismo strategico in risposta alle pressioni interne degli agricoltori.

Il riferimento alla “reciprocità” di Trump non è casuale: da anni gli Stati Uniti usano restrizioni commerciali per proteggere il proprio mercato, e ora Bruxelles sembra intenzionata a fare altrettanto.

Se confermata, la decisione di limitare l’import di prodotti agroalimentari americani potrebbe innescare nuove tensioni tra UE e USA, soprattutto considerando la campagna elettorale in corso negli Stati Uniti e la volontà di Trump di rafforzare il suo approccio America First. La soia è solo un primo bersaglio, ma il segnale politico è chiaro: l’Europa non vuole più accettare passivamente standard produttivi differenti se questi mettono in difficoltà i suoi agricoltori.

Tuttavia, la Commissione dovrà bilanciare questa posizione con le regole del WTO, che impongono che ogni restrizione sia basata su evidenze scientifiche e non su misure discriminatorie. Ciò potrebbe rendere necessario un lungo processo di giustificazione tecnica per evitare ritorsioni o dispute commerciali. L’imminente presentazione della Visione per l’agricoltura sarà cruciale per capire fino a che punto l’UE intende spingere questa strategia e quali altri prodotti potrebbero essere coinvolti in future restrizioni.

Ufficio Stampa Unimpresa
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