A gennaio 2025 i tassi di interesse sui mutui si sono attestati a 3,09%. Lo segnala il Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo.
Secondo i dati pubblicati nella sintesi del bollettino, il valore era pari al 3,11% a dicembre 2024, a 3,98% a gennaio 2024 e a 3,59% a gennaio 2023.
Tassi di interesse bancari nel 2025 (medie mensili – valori %)
Mese di riferimento |
Tassi sui mutui (nuove operazioni) |
Tasso di riferimento Bce |
Euribor a 3 mesi (Area euro) |
Irs a 10 anni (Area euro) |
Gennaio |
3,09% |
2,75% |
2,71% |
2,49% |
Fonte: Monthly outlook Abi.
Su SimplyBiz è disponibile anche l’andamento dei tassi nel 2024.
Irs a 10 anni in aumento a gennaio 2025
Secondo i dati diffusi dall’Abi, nella media del mese di gennaio 2025 il tasso Euribor a 3 mesi si è attestato a 2,71%, in calo dal 2,82% di dicembre. Nei primi 14 giorni di febbraio 2025 si è attestato a 2,54%.
Il tasso sui contratti di Interest rate swaps (Irs) a 10 anni a gennaio 2025 è risultato pari a 2,49%, in aumento rispetto al 2,23% del mese precedente. Nei primi 14 giorni di febbraio il tasso Irs a 10 anni è stato in media del 2,36%.
A gennaio il differenziale tra il tasso Irs a 10 anni e il tasso Euribor a 3 mesi è risultato negativo e in media pari a -22 punti base (-58 p.b. il mese precedente e -130 p.b. un anno prima).
Mutui a tasso fisso in calo: sono il 90,7% del totale
Nel primo mese dell’anno i mutui a tasso fisso hanno rappresentato il 90,7% delle nuove erogazioni di mutui il 90,7%, facendo registrare un calo rispetto al 95,1% di dicembre 2024.
Compravendite accompagnate da mutuo pari a 63,7% nel III trimestre 2024
Secondo il Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia – novembre 2024 della Banca d’Italia, nel terzo trimestre del 2024 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è è salita al 63,7% dal 61,5% nel trimestre precedente. Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è risultata pari al 77,9% (77,1% nel secondo trimestre; 77,2% nel primo; 77,6% nell’ultimo del 2023).
I tassi degli altri prestiti
Secondo la sintesi del bollettino mensile dell’Abi, a gennaio 2025:
- Il tasso medio sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie, quindi sottoscritti negli anni, è risultato pari a 4,31% (4,45% a dicembre);
- il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato pari a 4,20% (4,53% a dicembre).
Tassi di interesse bancari nel 2025 (medie mensili – valori %)
Mese di riferimento |
Tassi prestiti a famiglie e società non finanziarie |
Tasso alle società non finanziarie (nuove operazioni) |
Gennaio |
4,31% |
4,20% |
Fonte: Monthly outlook Abi.
A gennaio 2025 rallenta il calo del totale dei finanziamenti bancari
Sulla base di prime stime del Si-Abi, il totale prestiti a residenti in Italia (settore privato più Amministrazioni pubbliche al netto dei pronti contro termine con controparti centrali) a gennaio 2025 si è collocato a 1.641,1 miliardi di euro, con una variazione annua pari a -0,6% (-1,1% nel mese precedente), calcolata includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni (ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).
I prestiti al settore privato sono risultati pari a 1.410 miliardi di euro, stabili rispetto ad un anno prima.
I prestiti a famiglie e imprese si stimano pari a 1.260 miliardi di euro con una variazione annua pari a -1,0% (come nel mese precedente).
“Il calo dei volumi di credito è conseguente al rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti”, precisa l’Associazione bancaria italiana.
Riepilogo dei dati di Bankitalia di dicembre 2024
Secondo i dati ufficiali di Banca d’Italia, a dicembre 2024 il tasso di variazione dei prestiti alle imprese non finanziarie è risultato pari a -2,3% (-3,6% nel mese precedente). Il totale dei prestiti alle famiglie è aumentato dello 0,2% (-0,1% nel mese precedente). La dinamica dei finanziamenti alle famiglie è risultata in lieve accelerazione rispetto al mese precedente sia per la componente dei prestiti per l’acquisto di abitazioni (+1,2% rispetto a +1,1% del mese precedente) sia per il credito al consumo (+4,3% rispetto a +4,1% del mese precedente).
L’analisi della distribuzione del credito bancario per branca di attività economica mette in luce come a dicembre 2024 le attività manifatturiere, quella dell’estrazione di minerali ed i servizi rappresentino una quota del 59% sul totale (la quota delle sole attività manifatturiere è del 27,1%). I finanziamenti al commercio ed attività di alloggio e ristorazione incidono sul totale per circa il 22,3%, il comparto delle costruzioni l’8,2% mentre quello dell’agricoltura il 5,7%. Le attività residuali rappresentano circa il 4,7%.
Criteri offerta nel IV trimestre 2024
Secondo quanto emerge dall’ultima Indagine trimestrale sul credito bancario (Bank Lending Survey – gennaio 2025) della Banca d’Italia, “nel quarto trimestre del 2024 i criteri di offerta sui prestiti alle imprese sono stati lievemente allentati: l’effetto positivo della pressione concorrenziale e della maggiore tolleranza del rischio ha più che compensato l’impatto negativo della maggiore percezione del rischio. I termini e le condizioni generali per i finanziamenti alle imprese sono stati resi più favorevoli mediante una riduzione dei tassi di interesse praticati, anche a seguito dei minori margini applicati dalle banche”.
I criteri di offerta sui finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono stati lievemente irrigiditi, mentre sono rimasti invariati quelli sul credito al consumo.
Per il trimestre in corso gli intermediari “si attendono un lieve allentamento dei criteri per il credito alle imprese e un leggero irrigidimento di quelli per il credito al consumo; i criteri applicati ai mutui rimarrebbero invariati. Per la prima volta dal terzo trimestre del 2022, la domanda di prestiti da parte delle imprese è aumentata, riflettendo il maggiore fabbisogno di finanziamenti per investimenti fissi, scorte e capitale circolante, nonché il più basso livello dei tassi di interesse. La richiesta di prestiti da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni ha registrato un nuovo marcato incremento; per il credito al consumo l’aumento è stato più moderato. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti di imprese e famiglie crescerebbe in tutti i comparti. Le condizioni di accesso al finanziamento delle banche sono migliorate, principalmente con riferimento ai depositi sia a breve sia a lungo termine e ai titoli di debito a medio-lungo termine. Nel trimestre in corso le condizioni di accesso alla raccolta non registrerebbero variazioni significative”.
Crediti deteriorati pari a 30,4 miliardi a dicembre
A dicembre 2024 i crediti deteriorati netti, cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche, si sono attestati a 30,4 miliardi di euro, dai 31,1 miliardi di euro di novembre.
Erano stimati a 30,9 miliardi di euro nel mese di ottobre; 32,1 miliardi a settembre 2024; 31,1 miliardi ad agosto (30,5 miliardi a dicembre 2023).
“Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di circa 166 miliardi. A dicembre 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,47% dei crediti totali. A settembre 2024, tale rapporto era l’1,54% (1,41% a dicembre 2023; 9,8% nel 2015)”, conclude l’Abi.
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