Martedì sera l’audizione decisiva davanti ai quattro «saggi», con l’avallo da parte di Veneto Est
Lo stallo successivo al primo giro di consultazioni è stato superato: in coerenza con le aspettative più accreditate, il nuovo presidente regionale di Confindustria sarà il veronese Raffaele Boscaini, che si prepara a succedere all’uscente Enrico Carraro.
Il nome sul quale gli aventi diritto convergeranno in sede di Consiglio di presidenza, non a caso già convocato per lunedì prossimo 24 febbraio, sarà dunque quello dell’attuale numero uno dell’associazione industriale scaligera, la cui designazione, martedì sera, davanti ai quattro «saggi» designati, avrebbe avuto la meglio piuttosto agevolmente sulla candidatura alternativa di Lorraine Berton, l’attuale presidente di Confindustria Belluno Dolomiti. Determinante, in questo percorso, è stato il pronunciamento di Confindustria Veneto Est, il cui peso associativo è di gran lunga il più rilevante nel panorama regionale, data la sua rappresentanza integrata di ben quattro territori – Padova, Treviso, Venezia e Rovigo – e le migliaia di industriali aderenti.
Nel primo giro di consultazioni, conclusosi a fine gennaio con un sostanziale nulla di fatto, Veneto Est aveva espresso il suo sostegno alla candidata bellunese Berton, sostenuta da alcuni pezzi da novanta della maxi-territoriale a quattro gambe. Ma il risultato era stato di una spaccatura verticale tra est e ovest della regione, dato che le Confindustrie di Verona e Vicenza avevano indicato il vicepresidente veronese, Lorenzo Poli, finito a sua volta sul binario morto dello stallo. A quel punto, era emersa la candidatura di Raffaele Boscaini, giunto a fine mandato a Verona, candidatura che, però, per risultare vincente aveva bisogno del decisivo avallo di Veneto Est, senza il quale nessun presidente regionale può essere eletto. Quell’avallo è arrivato martedì sera nell’audizione davanti ai quattro «saggi» (Luca Businaro, Giulia Faresin, Giulio Pedrollo e Alberto Zanatta), spostando definitivamente l’equilibrio della partita a favore del contendente veronese.
In questo modo, tra l’altro, viene rispettata la regola non scritta dell’alternanza territoriale ai vertici della Confindustria regionale. Secondo il vecchio criterio di rotazione, precedente alla nascita della «big» Veneto Est, questa volta sarebbe stato il turno proprio di Verona: dopo Enrico Carraro, di Padova, nella scaletta delle successioni era atteso un nome dell’Est regionale e, con il via libera a Boscaini, lo schema si conferma. Oltretutto, dal lato di Verona e Vicenza, c’è stato chi ha fatto notare come il mancato rispetto di questo criterio avrebbe di fatto sancito una rottura verticale tra le Confindustrie del Veneto, senza contare il fatto che già oggi, con la sua dimensione quadri-provinciale, Veneto Est è percepita da alcuni come una territoriale concorrenziale rispetto al livello regionale.
Le audizioni di martedì, secondo quanto è filtrato, si sarebbero svolte in un contesto «sereno e tranquillo», nonostante alcune incertezze inizialmente espresse da alcuni fra i soggetti consultati. Perplessità tuttavia ritirate quando l’intesa su Boscaini è apparsa robusta. Il nuovo presidente in pectore, insomma, unico ad avere ottenuto il quorum necessario previsto dal complesso regolamento di Confindustria Veneto, lunedì prossimo inaugurerà il mandato 2025-2029 in uno scenario di rinnovamento diffuso un po’ in tutta la regione. Oltre a Paola Carron, fresca di nomina alla guida di Veneto Est, Boscaini si troverà a collaborare con il nuovo leader di Vicenza, del quale si attende a breve l’elezione (da tempo si fa il nome dell’ex vicepresidente nazionale, Barbara Beltrame), e con il suo stesso successore a Verona, dove si sta facendo spazio la candidatura dell’attuale presidente della Camera di commercio scaligera, Giuseppe Riello
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