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Dall’Ercole di Montaione alla tomba di Nefertari: weekend con TourismA al Palazzo dei Congressi


tourismA, il Salone dell’archeologia e del turismo culturale organizzato da Archeologia Viva (Giunti editore), si appresta ad aprire l’edizione numero XI, i prossimi 21 e 23 febbraio al Palazzo dei Congressi di Firenze.

Un programma fitto di eventi, iniziative ed ospiti illustri. Tre giorni, ad ingresso gratuito, tra stand, degustazioni, film, mostre, laboratori didattici, realtà virtuali, tavole rotonde, presentazioni libri. Al centro di questa edizione il turismo sostenibile e le politiche culturali, la comunicazione archeologica, le scoperte che fanno la storia. Oggi (18 febbraio) si è tenuta la presentazione a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze.

“Una manifestazione di grandissimo prestigio – ha detto il presidente Eugenio Giani – che riesce ad avvicinare un numero sempre più grande di persone, soprattutto giovani, all’archeologia e al turismo ad essa legato. Ringrazio Piero Pruneti per la dedizione e per la capacità di saper organizzare un evento che, anno dopo anno, riesce a riservare sorprese sempre più incredibili. Quest’anno ad esempio ampio spazio sarà dedicato il ritrovamento dell’Ercole a Montaione, ma anche alla ricostruzione della tomba di Nefertari. E come al solito spazio a tanti personaggi e studiosi in grado di suscitare interesse e curiosità”.

“Un appuntamento importante – ha aggiunto l’assessore a economia e turismo Leonardo Marras – che si rinnova e che diventa l’occasione per presentare una proposta legata al turismo, di offrire il nostro punto di vista: lo abbiamo già fatto in passato parlando del turismo legato agli etruschi, con un progetto che di anno in anno si aggiorna, e lo faremo quest’anno con il turismo legato ai luoghi Unesco, che già ha caratterizzato la presenza toscana alla Bit. Abbiamo voluto organizzare anche un momento di riflessione, coinvolgendo colleghi assessori di altre regioni, su un’idea che si estende oltre la Toscana diffusa per arrivare all’Italia diffusa. Ovvero, puntare sulla ricchezza nazionale di giacimenti culturali importanti e legarla al tema della gestione dei flussi turistici attraverso il rapporto con i territori; concentrandosi sui contenuti, offrendo la capacità di conoscere e disporre nel modo migliore dei luoghi, evitando crisi di rigetto come è accaduto e sta accadendo in tante realtà. È un elemento chiave sul quale stiamo lavorando con grande impegno perché riguarda il futuro delle nostre comunità”.

Toscana Promozione Turistica partecipa al Salone organizzando tre incontri.

Due il primo giorno, il 21 febbraio: alla 9 in Sala Verde Toscana Terra Etrusca, con la partecipazione tra gli altri del presidente Eugenio Giani, dell’assessore a economia e turismo Leonardo Marras e del direttore di Archeologia Viva e tourismA Piero Pruneti, e alle 11, sempre in Sala Verde, con Toscana Patrimonio dell’umanità, con la presentazione di tre prodotti editoriali già illustrati pochi giorni fa alla Bit a Milano: la guida Unesco diffuso di Lonely Planet Italia, l’Annuario Gist (Gruppo italiano stampa turistica) declinato quest’anno sui siti Unesco toscani e la pubblicazione Toscana, patrimonio dell’umanità di Giorgio Mondadori. Infine, sabato 22 febbraio, Italia Diffusa, una riflessione sull’importanza turistica delle piccole e medie città a partire dal caso Toscana, alla quale partecipano il presidente Giani e l’assessore Marras.

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La scoperta, avvenuta nello scavo in concessione da parte del Comune di Montaione (in un terreno di proprietà privata, sarà presentata in anteprima assoluta a tourismA – Salone dell’Archeologia e Turismo culturale – venerdì (21 febbraio) nell’incontro Ultime dalla Toscanaorganizzato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato (9,30-13 Palazzo dei Congressi di Firenze).

Dopo oltre dieci anni di ricerche, l’ultima campagna di scavo della villa/mansio romana (IV-V sec. d.C.) di Montaione nella Valdelsa fiorentina si è distinta per una scoperta di eccezionale interesse. Gli archeologi dell’Associazione culturale Valdelsa fiorentina e del Dipartimento Sagas dell’università di Firenze, coadiuvati dagli studenti stranieri dell’Istituto Irlab iscritti alla Summer school associata allo scavo, hanno infatti portato alla luce una piccola statua in marmo bianco (III-IV sec. d.C.), priva della testa e ricomponibile da tre frammenti combacianti.

12 fatiche in mezzo metro. Alta poco più di 50 centimetri, la statua rappresenta Ercole, il mitico figlio di Zeus e della mortale Alcmena, raffigurato in piedi in un momento di riposo. L’identificazione della scultura con il celebre protagonista delle dodici fatiche è resa possibile dalla presenza dei tipici attributi del possente semidio: la clava, la pelle del leone Nemeo, ucciso da Ercole nella prima fatica e, ai piedi della figura, la testa di un toro, che rimanda invece alla cattura del toro cretese e quindi alla settima fatica.

Per un ricco possidente. La piccola statua di Ercole costituisce oggi una preziosa testimonianza dell’alto livello decorativo del complesso architettonico da cui essa proviene, interpretabile come villa di un ricco possidente o, più probabilmente, come mansio, ovvero una stazione di sosta lungo una strada romana, spesso dotata di un annesso termale, come nel caso dell’edificio di Montaione.

Il precedente di Atena. Nello stesso contesto, nel XIX secolo venne casualmente rinvenuta un’altra statua, interpretabile come Atena, che oggi fa parte della collezione privata dei proprietari del terreno su cui insistono gli scavi.

Tra ghiri e mosaici. Le indagini stratigrafiche promosse dal 2012 dal Comune di Montaione hanno consentito il recupero di altri reperti ceramici, tra i quali spicca un glirarium, un contenitore in terracotta utilizzato per l’allevamento dei ghiri. Tra le strutture conservate in situ, particolarmente interessante è anche un ricco annesso termale, decorato da marmi e mosaici pavimentali e parietali, come testimoniato dal rinvenimento di numerose tessere in pasta vitrea con la lamina d’oro.

Il destino di Ercole. Attualmente, un team di esperti sta conducendo uno studio preliminare sulla statua di Ercole, che è in fase di restauro con il contributo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. I risultati di questo studio, suggeriscono una datazione della statua tra la media e la tarda età imperiale (III-IV sec. d.C.) coerentemente con il periodo di massimo sviluppo architettonico e decorativo dell’edificio in corso di scavo.

Una volta terminato il restauro, la statua sarà esposta temporaneamente nei locali dell’Università di Firenze, per essere poi esposta definitivamente al Museo Civico di Montaione, dove sono conservati numerosi reperti archeologici provenienti dallo scavo.

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Quest’anno da non perdere un’anteprima mondiale: per la prima volta sarà visitabile il primo annesso laterale (in scala 1:1) della Tomba di Nefertari con la Grande Sposa Reale al cospetto delle divinità egizie nella celebre Sala delle Sette Vacche Sacre, del Toro e dei Quattro Timoni Celestiimmersa nelle antiche fragranze della Valle del Nilo. A cura delle egittologhe Donatella Avanzo, Silvana Cincotti e del “naso” Meo Fusciuni. Spiegano le due egittologhe: “La QV 66, così è denominata la Tomba di Nefertari all’interno della Valle delle Regine a Luxor, ha subito nel corso del tempo un significativo deterioramento e numerose, prolungate chiusure ed è da questi presupposti che nasce il nostro Progetto Nefertari QV66: la ricostruzione delle parti più importanti della tomba che si potranno visitare in anteprima mondiale a tourismA”.

Esperienza di archeolfatto Insieme alla tomba di Nefertari, i visitatori avranno modo di seguire un percorso olfattivo, che suggerirà le atmosfere sacre dell’antico Egitto riportandolo indietro nel tempo, alla storia del profumo e a Nefertari. All’interno della Sala delle Sette Vacche Sacre, del Toro e dei Quattro Timoni Celesti, si potrà sentire profumo che nasce dallo studio e dalla collaborazione tra Avanzo, Cincotti e il maestro profumiere Meo Fusciuni che ha ricavato l’antica essenza dopo mesi di collaborazione e studi con le due egittologhe.

Fragranza immortale Dichiara Fusciuni: “La parte più complessa è stata ritrovare alcune piante e le materie prime che gli egizi utilizzavano sia nei rituali dei templi che in quelli funerari, atti a consegnare al divino lo spirito di un defunto e trovare l’equilibrio perfetto tra le altre materie prime. Attraverso il mio lavoro per Nefertari, con il quale ho provato a riportare tra noi l’immortalità di una Regina, speriamo di rendere immortale quest’esperienza”.

Egitto e non solo Tre intense giornate tra stand, degustazioni, film, mostre, laboratori didattici, realtà virtuali, tavole rotonde, presentazioni libri. Oltre alla magia dell’Egitto, al centro dell’undicesima edizione ci saranno il turismo sostenibile e le politiche culturali, la comunicazione archeologica, le scoperte che fanno la storia. Tra i big Alberto Angela, Guido Barbujani, Cristoforo Gorno, Angelo Panebianco, Vittorio Sgarbi, Mario Tozzi

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