AUGUSTA – “In linea con le dichiarazioni della nostra segreteria provinciale sul caso Luca e Rossana Cannata, circa la necessità di fare chiarezza sul finanziamento dell’attività politica di Fratelli d’italia nel Comune dove guida saldamente amministrazioni di centrodestra da oltre un decennio, il Partito democratico di Augusta adesso si interroga se il ‘metodo Avola’ è solo circoscritto a usi e costumi della corrente che fa capo al deputato nazionale leader del partito meloniano in provincia”. Il Pd si sveglia dopo la vicenda degli stipendi assessoriali decurtati per pagare cash le spese della segreteria Cannata. A tirare in mezzo alla polemica pure l’amministrazione augustana, politicamente gemella di quella avolese, è il capogruppo dem Giancarlo Triberio. Che con un’intervista è intervenuto a commento del comunicato diffuso il 19 febbraio dal nuovo segretario provinciale dei democratici, Piergiorgio Gerratana. Il documento partito da Siracusa chiede di fare piena luce su questi “contributi” consegnati a mano e senza pezze d’appoggio, rivelati da alcuni ex assessori e ammessi dallo stesso onorevole, probabilmente finito al centro di una faida interna a Fdi per la leadership in Sicilia. Il consigliere augustano a sua volta chiede a mezzo stampa “se questo sistema di sedicente ‘autofinanziamento‘ in contanti mediante il versamento di quote mensili estratte dalle indennità di carica, sia un metodo applicato anche nella giunta guidata da Giuseppe Di Mare“. Triberio fa notare che, “oltre al sindaco, sono Fratelli d’italia pure gli unici due assessori della prima ora sopravvissuti ai numerosi rimpasti”.
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Capogruppo dem tira dentro il sindaco sul caso “donazioni” avolesi: come ha pagato i suoi 6×3?
Aldilà dell’indiscusso profilo personale degli accennati Pino Carrabino e Tania Patania, secondo il Pd, politicamente una spiegazione s’impone a prescindere. Soprattutto perché “quando era consigliere d’opposizione, Di Mare per lunghi anni è stato referente locale del sindaco Cannata e della sua potente famiglia politica. Perciò, oggi pretendiamo di sapere se ha seguito gli insegnamenti del suo mentore anche riguardo le ‘donazioni’ assessoriali senza rendicontazione. Se invece l’amministrazione Di Mare si è differenziata da quella avolese almeno in quest’ultimo aspetto, allora il sindaco di Augusta deve chiarire subito che dai suoi assessori non ci sono ‘contribuzioni volontarie’ che nascono e si estinguono in parallelo all’occupazione della poltrona. E contemporaneamente spiegare come sono state finanziate le spese dei diversi mega-cartelloni col suo faccione e i suoi slogan elettorali, posizionati sotto le feste a ingresso città”. L’intervento del capogruppo consiliare Pd ricalca quello della segreteria provinciale. Gerratana è intervenuto dopo gli articoli pubblicati il 18 febbraio da La Sicilia e da Today.it: “Secondo alcune dichiarazioni riportate dalla stampa, smentite dall’onorevole Cannata che tuttavia ha riconosciuto i versamenti qualificandoli come volontari, tali contributi sarebbero stati in qualche modo obbligati dato che la mancata adesione avrebbe messo in discussione il mantenimento nel ruolo istituzionale affidato”. Il reportage di Fabrizio Gatti sul giornale web parla di cifre mensili fra i 250 e i 550 euro, consegnati in banconote da tre assessori e un presidente del consiglio comunale al sindaco o al suo fiduciario, contributo “che al termine dei 5 anni di mandato avrebbe superato i 150 mila euro”.
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Gerratana sui contanti a Cannata per le spese: centinaia di migliaia di euro senza tracciamento.
In base a quanto riportato da Repubblica nella cronaca di Palermo del 19 febbraio, l’ex assessore avolese Antonio Orlando rivela che “mi ha chiamato la questura” dopo il suo video su Facebook, dove adombrava quell’ambiguo sistema di collette che poi avrebbe chiarito in dettaglio agli inquirenti. Se è accaduto qualcosa dopo la sua deposizione rilasciata nel 2022, ancora oggi supportata dagli screenshot dei whatsapp, ora la copre il segreto istruttorio. Il quotidiano riporta infatti che la procura di Siracusa ha aperto un fascicolo, e che “al momento non ha iscritto nomi nel registro degli indagati”. Anche perché si deve chiarire se la prassi riguardava solo il periodo citato dagli ex assessori, o invece si estende a un arco temporale più ampio, al punto da poter essere ancora attuale. Gerratana scrive che “sta alle istituzioni preposte indagare sulla veridicità di queste gravi accuse, in merito a ipotesi di scambi di utilità legati a incarichi politici. Ma certamente non possono essere derubricate come una raccolta di beneficenza, anche perché si tratterebbe di centinaia di migliaia di euro non contabilizzate e sfuggite a ogni tracciamento“. Il segretario Pd puntualizza che “anche ove fosse stata destinata esclusivamente allo svolgimento di attività politica, costituirebbe comunque un fatto grave, in termini di trasparenza e di finanziamento delle attività politiche ed elettorali. Ci chiediamo se tali somme siano state utilizzate per coprire spese di campagne elettorali regionali, nazionali ed europee senza che siano state contabilizzate e dichiarate ai sensi di legge“.
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L’ombra della faida Fdi dopo il caso Auteri, il parlamentare nazionale: non temo regie occulte.
L’ex sindaco di Avola, che dopo aver passato la poltrona alla sorella Rossana ha scalato le gerarchie Fdi fino alla vicepresidenza della commissione Bilancio alla Camera, più che il Pd sembra temere il fuoco amico. In un post sui social adombra infatti “regie occulte”, parole che gli ambienti politici mettono in relazione alla faida dentro il partito. Divampata dopo il reportage di Piazzapulita sulle generose sovvenzioni accordate dall’Assemblea siciliana alle associazioni teatrali sponsorizzate dal deputato regionale Carlo Auteri, in qualche caso addirittura riconducibili ai suoi stessi familiari. L’inchiesta di La7 ha avuto come fonte principale Ismaele La Vardera, deputato Ars fresco fondatore del movimento d’opposizione Controcorrente. Ma se l’ex “iena” ci ha messo la faccia in tivù, a metterci in mano le carte più imbarazzanti era sospettato proprio l’onorevole a Roma. Il quale in questo modo avrebbe messo fuori gioco il rivale alla segreteria provinciale Fdi, detentore di un imbattibile pacchetto di tessere. Uno scontro che vede Di Mare trovarsi in mezzo. Fra l’influente parlamentare che dal Comune di Avola l’ha aiutato a acquisire consensi quando ad Augusta non poteva battere chiodo, e l’onorevole regionale di Sortino che da sindaco ha fatto eleggere, ricevendone una grossa mano per le popstar finanziate da Palermo. Triberio coglie l’occasione per un gancio sinistro:“Dopo il caso Auteri e i contributi facili della Regione per gli spettacoli, la vicenda Cannata aggiunge tinte ancora più fosche sui metodi dei suoi deputati Fdi di riferimento: perciò, prendendo in prestito le parole del nostro segretario, pure le risposte che Di Mare deve dare – in primo luogo agli elettori – sono necessarie, urgenti, indifferibili, inevitabili per ristabilire il corretto rapporto di fiducia tra cittadini, amministrazione, rappresentanti politici e rimuovere ogni elemento di dubbio”.
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