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Sanità pugliese con i conti in rosso: il buco è di 240 milioni di euro. «I fondi europei per ripianare il deficit»


di
Vito Fatiguso

Si stima che il disavanzo della sanità in Puglia nel 2024 sarà di 240 milioni di euro. E intanto si cercano le fonti per ripianarlo, riducendo al massimo il peso della copertura sul bilancio autonomo della Regione

Sul fronte della sanità, in Regione, è stata una giornata intensa. Soprattutto per il calcolo di quello che sarà il deficit da accertare e da coprire riferito allo scorso anno. Ovvero una cifra, si ipotizza, vicina a 240 milioni. È stato direttamente il governatore Michele Emiliano, tornato dal periodo di malattia, a «estromettere» i direttori generali delle Asl dalla riunione convocata dall’assessore al Bilancio, Fabiano Amati, per analizzare i conti in un comparto che pesa più di tutti sul bilancio. Un appuntamento stoppato con un blitz portato a segno nella serata tra martedì e mercoledì.

Le fonti di finanziamento per ripianare il deficit

Evidentemente, definire la linea politica (prima di quella numerica e tecnica) era la priorità tenendo presente che al vertice ha partecipato, come ovvio, anche l’assessore al ramo, Raffaele Piemontese. L’esito? Individuato lo squilibrio tra risorse e costi sono state messe a punto varie ipotesi per la copertura del deficit. Soluzioni che passano al vaglio dei dirigenti in modo tale da scegliere come intervenire. L’intento è ridurre al massimo il peso della copertura sul bilancio autonomo e destinare ciò che sarà salvato ad altri scopi. Ecco perché si dovrebbe procedere, almeno per la parte degli investimenti, con l’utilizzo dei fondi comunitari. Tenendo presente che in fase di assestamento del bilancio regionale sono stati già accantonati 48 milioni.




















































Nel 2023, invece, fu determinato un disavanzo delle aziende sanitarie locali pari a 126 milioni. Furono coperti per 37 milioni con l’assestamento dell’anno passato (a fine novembre) e poi con 50 milioni inseriti nel bilancio di previsione. Restarono scoperti 39 milioni, quelli ufficiali. Ma furono assicurati con la possibilità di prelevare risorse dai cosiddetti «avanzi vincolati di parte corrente» del bilancio autonomo. Quindi per avere un quadro più chiaro del preconsuntivo bisognerà attendere il referto dei dirigenti.

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Lo scorporto del Pediatrico dal Policlinico di Bari

Intanto, va avanti l’attività in vista dell’effettivo scorporo del Pediatrico «Giovanni XXIII» dal Policlinico di Bari come previsto dalla legge regionale approvata a fine 2024. Perché l’attività di nuova gestione è giuridicamente decorrente dal 1 gennaio 2025, ma in concreto ci sono tanti aspetti da affrontare.

Sempre ieri si è tenuto un vertice a cui hanno partecipato Piemontese, il capo dipartimento della Salute, Vito Montanaro, con i direttori generali dell’Asl Bari, Luigi Fruscio, e del Policlinico, Antonio Sanguedolce, insieme alle organizzazioni sindacali. Le prime intese? Sono di massima e interessano le fasi da attuare. Come primo passaggio è prevista la mobilità volontaria e per questo saranno pubblicati bandi con l’obiettivo di raccogliere le disponibilità. Attualmente nell’organico del Pediatrico figurano 496 dipendenti di cui 360 del comparto (medici, infermieri e tecnici), 130 dirigenti, 4 dirigenti medici in carico all’università e 2 del comparto (sempre dell’università). C’è da tener conto anche lo stato di avanzamento dei concorsi: tre le principali procedure in atto, tutte dedicate al reclutamento per il Pediatrico, per anestesia, ortopedia e chirurgia. Solo dopo la chiusura di tale passaggio si arriverà a definire il piano triennale del fabbisogno del personale.

Dal punto di vista sindacale, inoltre, ci sarà da sciogliere il nodo della contrattazione di secondo livello (necessaria dopo lo scorporo) tenendo presente che esistono particolari interconnessioni con le attività legate al Pnrr. «La premessa è doverosa – spiega Piemontese – e va nella direzione di garantire che non ci sia alcun disservizio per i piccoli pazienti. Abbiamo avviato il percorso come indicato dalla legge, ma è necessario conoscere anzitutto quanto personale sarà necessario e quanto sceglierà di passare dal Policlinico alla Asl, prima di procedere con i successivi step». «Andiamo avanti con il confronto in un clima sereno – aggiunge Aldo Gemma, segretario generale della Cisl funzione pubblica di Puglia – perché l’obiettivo è migliorare il servizio offerto ai pazienti e difendere il lavoro di tutto il personale. Non ci devono essere contraccolpi».

Infine, per Antonio Mazzarella, segretario dirigenti medici e sanitari della Cgil, «è indispensabile coinvolgere la facoltà di Medicina per una formazione altamente specializzata. Inoltre, va rivisto l’intero assetto dell’assistenza pediatrica ospedaliera in Puglia perché non possiamo tollerare di vedere bambini ricoverati in varie discipline nelle strutture degli adulti».

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