Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
#finsubito
#finsubito video
Agevolazioni
Asta
Bandi
Costi
Eventi
Informazione
manifestazione
Sport
Vendita immobile

Prestito personale

Delibera veloce

In dieci anni nel Sassarese sono “spariti” più di 15mila giovani


I dati sulla fuga dei giovani in provincia di Sassari.

In dieci anni in provincia di Sassari sono spariti 15.275 giovani. Lo rivela un rapporto dell’Ufficio Studi CGIA (Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre), il quale ha svelato la realtà dell’invecchiamento dell’Italia, causato dal crollo delle nascite e anche dall’emigrazione dei ragazzi.

LEGGI ANCHE: Sassari e la fuga dei giovani: la politica studia come evitarlo

Lo studio svela che negli ultimi dieci anni, la popolazione italiana nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni è diminuita di quasi 750mila unità, ovvero pari al –5,8 per cento. Il crollo della fascia giovanile si sta avvertendo maggiormente nel Mezzogiorno con -14,7 % in meno di persone della fascia 15-34. Al Nord, invece, la tendenza è opposta, così come in altri paesi europei. L’Ufficio Studi CGIA, infatti, rivela che la Spagna ha visto “solo” un calo del 2,8 per cento, altri hanno registrato tendenze opposte: la Francia +0,1, la Germania +1,7 e i Paesi Bassi addirittura +10,4.

LEGGI ANCHE: Spopolamento a Sassari, i giovani sono in fuga

Se nel 2014 nel nostro Paese avevamo più di 12,8 milioni di giovani, nel 2024 sono meno di 12,1 milioni. A detenere il record peggiore, per quanto riguarda l’invecchiamento della popolazione, sono due province sarde: Sud Sardegna (con una riduzione del 25,5) e Oristano (23,4). Ma anche Sassari, come il resto della Sardegna, sta invecchiando e ci sono sempre meno giovani. La provincia, secondo lo studio, è al 24esimo posto per fuga dei giovani, con -15.275 in meno di under 34 e dunque un calo del -14,7%. Da 103.990 giovani nel 2014, la provincia è passata solo a 88.715 ragazzi.

Mutuo asta 100%

Assistenza consulenza acquisto in asta

Cause e conseguenze.

Secondo l’Ufficio Studi CGIA, però le cause non possono essere attribuite esclusivamente alla mancanza di servizi per l’infanzia e l’insufficienza degli aiuti pubblici alle giovani famiglie. ”Certo, questi aspetti sono rilevanti, ma è altrettanto vero che 80 anni fa, con il Paese in guerra, le condizioni di vita e le prospettive future erano decisamente peggiori rispetto a quelle attuali”, spiegano gli autori del rapporto. Infatti nel 1943 le nascite erano più che doppie.

Il rapporto ha preso in esame anche la situazione dei giovani in Italia, come possibile causa, ma anche conseguenza, della loro fuga verso altre regioni o il calo delle nascite. “In aggiunta alla diminuzione, quando analizziamo la platea giovanile l’Italia presenta altri indicatori negativi: il tasso di occupazione, il livello di istruzione sono tra i più bassi d’Europa e l’abbandono scolastico rimane una problematica significativa soprattutto nelle regioni meridionali”., evidenzia l’Ufficio Studi CGIA, che rappresenta una questione preoccupante, in quando queste criticità potrebbero avere ripercussioni gravissime sul mondo imprenditoriale tra non molti decenni.

Nel centro Nord, infatti, molte aziende non trovano personale qualificato perché mancano le competenze. “Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è sempre più evidente e richiede scelte politiche urgenti – si legge nel rapporto – investendo, in particolare, molte più risorse nella scuola, nell’università e, soprattutto, nella formazione professionale”.

Gli immigrati come risorsa.

L’immigrazione, dunque, può essere una risposta al declino demografico, se non l’unica. Tuttavia, secondo l’Ufficio Studi CGIA, ”essa può rappresentare un valido strumento per affrontare questa sfida – sostengono – a condizione di essere in grado di preparare adeguatamente le persone che intendono entrare in Italia. Così come ha avuto modo di sottolineare anche il CNEL2 , il nostro Paese dovrebbe prevedere delle corsie preferenziali nell’assegnazione delle quote di ingresso riservate a coloro che, nel proprio paese d’origine, abbiano frequentato per almeno due anni un corso di lingua italiana e ottenuto una qualifica che attesti il possesso delle competenze professionali richieste dalle nostre imprese. A queste ultime, inoltre, spetterebbe il compito di garantire a questi extracomunitari un’occupazione stabile e un aiuto concreto nella ricerca di un alloggio a prezzo accessibile”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Bonus agricoltura

Finanziamenti e contributi

Source link

Assistenza e consulenza

per il sovraindebitamento