Un’agricoltura innovativa e digitale, un settore attraente per i giovani, che possa gareggiare ad armi pari con i prodotti d’importazione, che dovranno rispettare standard europei, a cominciare dai fitofarmaci impiegati nella produzione primaria.
Un’agricoltura che nelle misure ambientali della Pac non trovi una tagliola per la produzione e la redditività, ma anche che incontri nel quotidiano norme meno stringenti, ad esempio, sull’utilizzo di fitofarmaci, che potranno non essere vietati se non ci sarà una seria alternativa.
Ma non solo: misure semplificate e aiuti meglio indirizzati a chi lavora realmente la terra, il tutto accompagnato da un piano rurale aggiornato per assicurare vivacità alle aree rurali.
È il libro dei sogni? Per ora è quanto contenuto nelle trenta pagine della “Vision for Agricolture and Food” della Commissione Ue, presentata a Bruxelles il 19 febbraio 2025 dalla presidente Ursula von der Leyen, dal commissario per l’agricoltura Christophe Hansen e dal vicepresidente per la Coesione Territoriale e la Riforma Raffaele Fitto.
In questo documento, è bene precisarlo, mancano indicazioni sull’entità del budget da dedicare all’agricoltura nella Pac post 2027, ma si promette a breve “un pacchetto completo di semplificazione per l’attuale quadro legislativo agricolo, insieme a una strategia digitale dell’Ue per l’agricoltura per supportare la transizione verso un’agricoltura pronta per il digitale”.
Guardando al futuro, la Politica Agricola Comune, come parte della prossima proposta di Quadro Finanziario Pluriennale, sarà più semplice e più mirata, con un sostegno più diretto agli agricoltori che si impegnano attivamente nella produzione alimentare, con un’attenzione particolare ai giovani agricoltori e a coloro che coltivano in aree con vincoli naturali. Saranno favoriti gli incentivi, piuttosto che le condizioni. La vision delinea quattro aree prioritarie per ridare slancio all’agricoltura dell’Unione Europea.
Un settore attraente
L’agricoltura secondo la Commissione deve avere la “stabilità necessaria per incoraggiare i giovani a entrare nella professione, anche attraverso redditi equi e un sostegno pubblico più mirato”. Devono anche essere attivamente supportati per raccogliere i benefici dell’innovazione e dei nuovi modelli aziendali, compresi i crediti di carbonio e natura, come fonti complementari di reddito. E poi un impegno solenne: “La Commissione si impegna a garantire che gli agricoltori non siano costretti a vendere sistematicamente i loro prodotti al di sotto dei costi di produzione e adotterà misure concrete a tal fine, anche attraverso la revisione della Direttiva sulle Pratiche Commerciali Sleali“.
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La Commissione presenterà anche una strategia di rinnovo generazionale nel 2025, con raccomandazioni sulle misure necessarie sia a livello Ue che nazionale e regionale per affrontare le barriere che impediscono ai giovani e ai nuovi arrivati di entrare nella professione.
Un settore competitivo e resiliente
L’Ue continuerà a dare priorità alla sicurezza e alla sovranità alimentare. E “I negoziati e gli accordi commerciali saranno utilizzati al massimo delle loro possibilità, proteggendo al contempo gli interessi degli agricoltori europei”. E sul come si spinge a pianificare “Un più forte allineamento degli standard di produzione per i prodotti importati per garantire che gli ambiziosi standard dell’Ue non comportino svantaggi competitivi, pur essendo in linea con le norme internazionali”.
La Commissione già dal 2025 adotterà le prime misure “per valutare l’impatto di una maggiore coerenza negli standard per quanto riguarda gli agrofarmaci pericolosi vietati nell’Ue e il benessere degli animali”.
Inoltre, l’applicazione rigorosa e i controlli degli standard di sicurezza alimentare rimangono una priorità non negoziabile. La Commissione rafforzerà la sua attenzione sul bestiame per promuovere il futuro a lungo termine del settore.
Un settore a prova di futuro
La visione riconosce la necessità di conciliare l’azione per il clima con la sicurezza alimentare e le sfide specifiche affrontate dal settore agricolo. “Gli agricoltori dovrebbero essere premiati per l’adozione di pratiche rispettose della natura. In questo contesto, la Commissione valuterà attentamente qualsiasi ulteriore divieto sull’uso di fitofarmaci se non saranno disponibili alternative in un lasso di tempo ragionevole e semplificherà l’accesso ai biopesticidi nel mercato dell’Ue”.
La Commissione inoltre svilupperà un sistema di benchmarking volontario, la “bussola della sostenibilità in azienda agricola”, per aiutare gli agricoltori a misurare e migliorare le loro prestazioni a livello di azienda agricola. Sarà inoltre elaborata una strategia di resilienza idrica per affrontare l’urgente necessità di usi idrici più efficienti.
Condizioni di vita e di lavoro eque nelle aree rurali
La Commissione presenterà un piano d’azione rurale aggiornato per garantire che le aree rurali rimangano vivaci, funzionali e profondamente legate al patrimonio culturale e naturale dell’Ue. Sarà inoltre avviato un dialogo alimentare annuale con un’ampia gamma di attori, tra cui consumatori, agricoltori, industria e autorità pubbliche, per trovare soluzioni a questioni quali l’accessibilità economica e l’innovazione alimentare. La Commissione esaminerà attentamente anche la riduzione degli sprechi alimentari e l’affrontamento delle preoccupazioni della società per il benessere degli animali.
Visione esito dei primi cento giorni della Commissione
“La Vision for Agriculture and Food” è stata proposta come iniziativa prioritaria per i primi cento giorni del mandato di questa Commissione, dal vicepresidente esecutivo Fitto e dal commissario Hansen, sotto la guida della presidente von der Leyen. Basandosi sul rapporto del “Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura dell’Ue” e in consultazione con il Consiglio Europeo per l’Agricoltura e l’Alimentazione, la vision mira a garantire la competitività e la sostenibilità a lungo termine del settore agricolo e alimentare dell’Ue.
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Le dichiarazioni dei commissari
Tra le dichiarazioni dei commissari salta all’occhio una di quelle rese da Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme, che sul miglioramento di competitività e resilienza del settore afferma che ciò andrà fatto “Rafforzando sinergie e complementarietà e il coordinamento degli strumenti di finanziamento con le politiche settoriali, garantiremo un supporto efficace e impatti tangibili per le comunità rurali”. Sembra voler dire che le politiche di sviluppo rurale o più in generale la Pac potranno contemplare un coordinamento con altri strumenti finanziari, come quelli delle Politiche di Coesione del quale peraltro è titolare.
“Cibo e agricoltura sono vitali per la popolazione, l’economia e la società europea. Abbiamo bisogno che il settore agroalimentare prosperi e competa in un mercato globale equo, con sufficiente resilienza per far fronte a crisi e shock. Dobbiamo anche garantire la nostra sovranità alimentare, dati i rischi e le vulnerabilità del mondo in rapida evoluzione di oggi” ha invece affermato Christophe Hansen, commissario per l’Agricoltura e l’Alimentazione, sottolineando l’urgenza di un cambio di passo in una situazione internazionale – dai dazi promessi da Trump all’instabilità dell’attuale quadro geopolitico – scossa da guerre dagli esiti imprevedibili.
Rispetto a questa nuova tabella di marcia così delineata ecco le reazioni della organizzazioni agricole, che non mancano di cogliere gli aspetti ancora poco chiari della vision, specie in ordine alla questione budget.
Da Copagri un sì convinto
Da Copagri viene un sì convinto all’impianto complessivo della vision e il presidente Tommaso Battista, più nel merito delle proposte, sottolinea: “esprimiamo particolare apprezzamento per la volontà dell’Esecutivo Ue di rafforzare gli interventi sugli strumenti di gestione delle crisi e dei rischi, anche attraverso nuovi schemi assicurativi che prevedano il fondamentale coinvolgimento della Banca Europea per gli Investimenti (Bei), lavorando al contempo per intervenire sulla Pac e andando in particolare a razionalizzare e semplificare gli Ecoschemi”, ricordando che “anche questi temi, così come il focus sulle piccole aziende agricole, per cui si ipotizzano regimi forfettari per ridurne gli oneri burocratici, recepiscono molte delle nostre istanze”.
Confagricoltura, serve rafforzare il budget
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti esprime apprezzamento per il lavoro della Commissione sulla vision, ma afferma anche: “Ovviamente la nuova linea politica europea va sostenuta con risorse adeguate ad affrontare queste sfide e a raggiungere, grazie anche all’agricoltura, l’obiettivo Ue di neutralità climatica entro il 2050. La nuova Pac – afferma Giansanti – dovrà mantenere la sua fisionomia europea con un nuovo equilibrio tra la salvaguardia delle piccole imprese e la spinta propulsiva delle aziende agricole che operano sui mercati internazionali“. Infine la nota di Confagricoltura nel ricorda che il documento non fa menzione delle modalità di finanziamento, afferma: “Confagricoltura si è già espressa contro un singolo fondo nazionale per il finanziamento delle politiche di coesione e della Pac“.
Coldiretti, no all’unificazione di fondi Pac e Coesione
Per Coldiretti l’impianto complessivo della vision è buono e raccoglie molte delle istanze dell’organizzazione, ma “tutto ciò rischia di non essere attuabile senza un budget adeguato e dedicato con cui realizzarli” rileva il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo. “A questo proposito come Coldiretti siamo fortemente contrari all’ipotesi che circola ormai da tempo, pur senza essere mai stata ufficializzata, che prevede l’unificazione dei fondi Pac con quelli della Coesione da gestire in maniera estremamente flessibile da parte del singolo Stato membro”.
Affermazione che sembra una risposta anche alla dichiarazione di Fitto sulla complementarità nell’utilizzo di più fonti finanziarie. “Tale ‘despecializzazione’ delle risorse finanziare destinate al settore agricolo – continua Gesmundo – potrebbe rappresentare infatti l’anticamera, nel breve medio periodo, per un trasferimento di queste risorse ad altri settori e quindi la fine della Politica Agricola Comune. Inoltre, appare incerta, in questa ipotesi, la collocazione finanziaria dei pagamenti diretti che ricordiamo oggi ammontano a circa il 70% del bilancio Pac. Contro tale ipotesi Coldiretti metterà in campo ogni possibile azione anche per rafforzare il ruolo degli agricoltori come custodi dell’ambiente”.
Cia, valutazione seria su utilizzo fondi Pac e Coesione
Anche per Cia – Agricoltori Italiani la vision presentata dalla Commissione è buona, anzi ottima, tanto che“l’agricoltura può tornare davvero a essere attraente e autorevole” afferma il presidente di Cia Cristiano Fini. “Il cibo buono e sicuro deve tutto ad aziende agricole solide, territori forti, generazioni di imprenditori messi nelle condizioni di innovare e al legame da ristabilire tra questi tre attori. Grazie al commissario Hansen per il tenore dell’impegno scritto, adesso serve la certezza dei regolamenti, ma soprattutto del budget“.
A questo punto Fini lancia un appello a Fitto, dai toni piuttosto sfumati però: “Ci appelliamo, per questo, anche al ruolo di supervisore dell’agricoltura affidato al vicepresidente esecutivo, Raffaele Fitto. C’è un lavoro importante da fare per la revisione del Quadro Finanziario Pluriennale e occorre una valutazione seria della proposta di un Piano Unico per l’Utilizzo dei Fondi di Coesione e Pac“. Una valutazione seria sull’utilizzo coordinato di Fondi Pac e Coesione, questa la richiesta di Fini, che non sembra essere un no preconcetto, ma neanche un sì convinto.
Altragricoltura, solo un primo passo verso un cambio di strategia
Altragricoltura vede invece nella nuova visione del futuro dell’agricoltura europea presentata dalla Commissione Ue, solo un primo passo verso un cambio di strategia e che rischia di diventare, dati i tempi di implementazione dei provvedimenti promessi, una medicina che arriva troppo tardi per un paziente ormai grave.
“Per tale motivo Altragricoltura sostiene che, anche alla luce della nuova visione dell’agricoltura europea oggi prospettata da Bruxelles, sia necessario per il mondo politico italiano prendere atto dello stato di crisi dei medi e piccoli agricoltori, per restituire alle aziende un presente necessario per poter approdare ad un futuro che non sia solo un’illusione, Altragricoltura chiede un Piano nazionale organico per il settore agricolo, che affronti tutti i temi della crisi”. A dichiararlo è Gianni Fabbris, segretario generale nazionale di Altragricoltura che ricorda: “Non a caso gli agricoltori sono tornati in strada coi loro trattori dal 26 gennaio scorso e hanno spiegato ieri in conferenza stampa a Roma le loro richieste al Governo e alle giunte delle regioni a cominciare dalla Dichiarazione di Stato di Crisi del settore”.
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