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Cigliano: Futuro incerto sugli alloggi per disabili


Futuro incerto sugli alloggi per disabili a Cigliano. E’ polemica tra l’ex primo cittadino Diego Marchetti e il sindaco Giorgio Testore.

Alloggi per disabili, l’attacco di Marchetti

«Un treno che non tornerà più». Così definisce la scelta dell’Amministrazione ciglianese, il capogruppo di minoranza Diego Marchetti. Di cosa stiamo parlando? Lo spiega nei dettagli Marchetti: «Il sindaco ha comunicato venerdì 14 febbraio la propria intenzione di rinunciare alla collaborazione con il Cisas per la realizzazione di un centro di Assistenza a persone portatori di handicap (autismo) nei locali dell’ex ospedale. Una decisione che non solo rappresenta una grave perdita di chances per la comunità locale, ma che pone interrogativi inquietanti sul futuro dell’assistenza alle persone con disabilità nel nostro territorio».

«Il progetto, che prevedeva la riconversione di una ex Rsa in una struttura di assistenza diurna, era stato presentato dal Cisas in risposta a un bando Pnrr e accogliendo una proposta fatta dalla mia Amministrazione nel 2023, con un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro. – spiega ancora Marchetti – Una vera e propria opportunità di eccellenza per Cigliano e per le famiglie con membri affetti da disturbo dello spettro autistico, che avrebbero potuto contare su servizi qualificati e specializzati. La rinuncia del sindaco non è solo un passo indietro, ma una chiara dimostrazione di come l’amministrazione non riesca a cogliere opportunità cruciali per il benessere dei cittadini.
In secondo luogo, questa scelta crea difficoltà al Cisas, che ora si trova nella difficile posizione di dover trovare soluzioni alternative per non perdere i finanziamenti. Se il consorzio non riuscirà a riorganizzarsi, il rischio è che queste risorse tornino a essere un debito da ripartire tra tutti i comuni appartenenti, compreso il nostro. È inaccettabile che una decisione così impattante possa ricadere sulle spalle dei cittadini, senza che ci sia stata una chiara comunicazione e un coinvolgimento della cittadinanza e degli enti del territorio comunale».

«Infine, è fondamentale sottolineare l’assenza di un confronto democratico su una questione di tale rilevanza. – prosegue l’ex primo cittadino – Il sindaco ha optato per una decisione unilaterale, ignorando completamente il consiglio comunale, che avrebbe dovuto essere interpellato e coinvolto in un dibattito aperto. Questa mancanza di trasparenza e partecipazione solleva interrogativi sulle modalità di governo del nostro comune e sul rispetto delle istituzioni democratiche. Chiediamo, allora, cosa sta realmente facendo il nostro sindaco? È tempo di alzare la voce e chiedere spiegazioni. Non possiamo permettere che le opportunità vitali per il nostro territorio vengano sprecate in nome di decisioni personali e poco o nulla condivise».

Testore smentisce il predecessore

Ma Giorgio Testore, sindaco da giugno di Cigliano, non ci sta e racconta la sua verità.

«Quello descritto da Marchetti è tutto errato. E vi spiego perché. Il Comune di Vercelli ha ottenuto la somma di più di 2milioni e mezzo di euro per realizzare degli interventi insieme al Servizio Sociale CASA di Gattinara, l’Unione Montana e il Cisas con il vincolo che, qualora dovesse saltare anche solo uno degli interventi, saltava tutto. Il Cisas aveva proposto di realizzare appartamenti per persone non del tutto non autosufficienti in una struttura di Buronzo. Intervento che avrebbe finanziato in parte il Comune che aveva accettato la proposta. Poi, però, a giugno scorso il sindaco è cambiato e ha scelto di ritirare la partecipazione dell’Ente. Così siamo arrivati al 7 agosto quando il Cisas prende atto di questa decisione e propone di spostare l’intervento nei locali dell’Asl di Cigliano. Chiedendo al nostro Comune di seguire la parte tecnica. Ma da quel giorno sono trascorsi sei mesi prima che l’Asl acconsentisse a questo intervento siglando la convenzione. A quel punto il Cisas ha chiesto ancora la disponibilità del nostro ufficio tecnico ma, dopo un’attenta valutazione con gli addetti, abbiamo dovuto rinunciare perché i tempi (non c’è ancora nemmeno l’incarico al progettista) non ci permettono di terminare l’intervento entro il 1 marzo 2026. Ecco come sono andati i fatti e non come dice Marchetti che ancora una volta dimostra di aver amministrato senza esserne stato in grado».

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