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Lidi, dal Tar accelerazione per le gare. «A Bari saranno bandite entro l’anno»


di
Vito Fatiguso

In Liguria fermate le proroghe al 2027. L’assessore allo Sviluppo economico Petruzzelli: «Da noi fase istruttoria, regole non chiare»

Un altro colpo di scena nella telenovela che da 15 anni è va in onda sulle frequenze dei lidi balneari (e altre tipologie di concessioni demaniali). Questa volta il cambio di rotta arriva dal Tar della Liguria che ha accolto un ricorso presentato da tre società (Bagni Silvano di Nichel Anna & C., impresa individuale Sacha Cubeddu e Matakello) contro il comune di Zoagli nella Città Metropolitana di Genova. Cosa è emerso? Che secondo il giudice amministrativo di primo grado le proroghe determinate dalle pubbliche amministrazioni (fino a settembre del 2027) sarebbero illegittime perché non esiste «prova scritta alcuna dell’accordo stretto dal governo e dall’Ue». E, comunque, la decisione dei Comuni sarebbe comunque subordinata a quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Europea (che ha indicato la scadenza al 2023 e l’obbligo di procedere alle gare per la riassegnazione della titolarità delle concessioni).

Nell’universo pugliese la situazione è variegata: la gran parte degli enti locali ha optato per il rinnovo automatico, ma ci sono casi – come Ginosa – che hanno avviato i bandi. E anche in questo caso è intervenuta la decisione del Tar. A Bari vige l’interpretazione che il provvedimento del governo, datato fine del 2024, «è un limite – spiega Pietro Petruzzelli, assessore allo Sviluppo Economico – entro cui affidare le concessioni ai vincitori delle selezioni pubbliche». «Perché – prosegue l’assessore di Bari – le procedure di gara sono complesse e gli organismi tecnici dell’amministrazione mettono anche in conto eventuali ricorsi. Quindi l’obiettivo è definire le gare entro la fine del 2025 e, perché no, affidare le concessioni anche prima il termine del 2027». 




















































Per Petruzzelli, che è sulla linea del Partito Democratico a trazione Elly Schlein, la direttiva Bolkestein, ovvero l’apertura alla libera concorrenza delle concessioni demaniali, è la stella polare per determinare un livello più alto dei servizi erogati e anche realizzare vantaggi verso i consumatori. Bari conta 58 concessioni profit, ovvero private a fini di lucro, e 8 no profit (associazioni, pro loco). «Ci tengo a sottolineare – conclude Petruzzelli – che il provvedimento approvato dal governo non fa altro che scaricare sui Comuni l’onere di decidere cosa fare senza chiarire effettivamente i contorni della normativa. Così si determinano zone grigie di interpretazione: occorre un chiarimento».

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Linea che viene rilanciata dall’Anci Puglia. «È una situazione particolarmente ingarbugliata – aggiunge Francesco Zaccaria, sindaco di Fasano che segue la materia per conto dell’associazione dei Comuni – e la speranza è che il governo proceda con i provvedimenti necessari a definire il tema degli indennizzi sapendo che la Corte Europea ha già detto che sugli immobili non può essere riconosciuto nulla. Questa sentenza, infine, va a chiarire ciò che era già evidente: va applicata la direttiva Bolkestein per evitare l’infrazione comunitaria. È ovvio che come Anci aspettiamo riferimenti concreti anche per applicare un indirizzo omogeneo sulle gare».

«È una vicenda che dovrà trovare una soluzione – sostiene Antonio Capacchione, segretario nazionale del Sib (sindacato italiano balneari) – perché ogni giorno siamo alle prese con sentenze dei giudici amministrativi che dicono tutto e il contrario di tutto. Dobbiamo arrivare a una soluzione condivisa perché è nell’interesse della comunità. Per questo abbiamo organizzato, il 5 marzo a Roma, gli stati generali del turismo balneare dove parteciperanno il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, i vertici delle associazioni degli ambientalisti e dei consumatori, oltre a governatori delle Regioni, sindaci e responsabili del mondo alberghiero. Nel caso specifico la sentenza è solo di primo grado e va contro provvedimenti opposti presi da altri Tar. Siamo nella confusione totale».
Infine, c’è anche la posizione della Regione. Stefano Lacatena, consigliere con delega al Paesaggio e Urbanistica, analizza: «I Comuni mettono in gara i lotti, ma va approvato il piano delle coste: solo 8 amministrazioni locali rivierasche su 69 l’hanno fatto».

«La sentenza del Tar Liguria che respinge le proroghe delle concessioni balneari, evidenzia, ancora una volta, lo stato di confusione e incertezza che sta travolgendo il settore balneare a causa di un quadro normativo inadeguato, contraddittorio e profondamente penalizzante per le imprese», dichiarano Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria e Bettina Bolla, presidente di La Base Balneare con Donnedamare

«La decisione dei giudici sconfessa ancora una volta la linea di condotta peraltro supina e remissiva del Governo – spiegano – che, arresosi ai diktat dei tecnocrati del Mercato Interno, ha contribuito allo sviluppo di una norma distruttiva che calpesta i diritti di un’intera categoria di lavoratori e imprenditori. Il Governo era sulla buona strada con il percorso della mappatura delle concessioni demaniali marittime per stabilire condizioni e presupposti di avvio delle gare: per questo è fondamentale tornare con forza a sostenere la corretta applicazione della direttiva Bolkestein, che deve essere attuata come lo stesso Bolkestein ha ricordato nel Parlamento italiano, specificando che anche la sua direttiva non si applica alle concessioni di beni ma solo a quelle di servizi. La politica – concludono – non può continuare a restare inerte davanti a questa situazione scandalosa, che disconosce il duro lavoro di 30 mila imprese e 300 mila lavoratori». 

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21 febbraio 2025 ( modifica il 21 febbraio 2025 | 15:06)



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