Il cavo sottomarino collegherà Santa Teresa, Corsica e Toscana.
A Santa Teresa sono cominciati i lavori per la realizzazione del cavo sottomarino che collegherà la Sardegna, la Corsica e la Toscana. Si tratta del Sa.Co.I.3, l’interconnessione elettrica in corrente continua a 200 kV, che ammodernerà l’attuale Sa.Co.I.2.
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Due settimane fa c’è stata prima fase della posa del cavo sottomarino del ramo est del Tyrrhenian Link in Sicilia. Il sistema elettrico della Sardegna è attualmente collegato con l’esterno solo attraverso due collegamenti in corrente continua: il Sa.Pe.I e il Sa.Co.I., che ricoprono un ruolo strategico sia per quanto riguarda il trasferimento di energia sia per la loro capacità di regolazione, e un’unica dorsale a 380 kV collega il nord della Sardegna (Stazione di Fiume Santo) alla zona industriale di Cagliari.
Il PNIEC – Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, conferma la specificità dell’Isola: “in Sardegna, il sistema elettrico risulta molto sensibile rispetto alle perturbazioni di rete causate da squilibri di bilancio, con conseguente rischio per la sicurezza del sistema, in quanto lo stato del parco di generazione nell’Isola e la scarsa inerzia del sistema (legata anche alla ridotta interconnessione con il sistema elettrico del Continente) espone al rischio di perturbazioni la rete sarda con una frequenza più elevata che nel sistema continentale”.
Lo stesso PNIEC prevede un rafforzamento delle interconnessioni, principalmente con la realizzazione del collegamento Italia – Francia, Sa.Co.I. 3 “Sardegna-Corsica-Italia Continentale” in sostituzione dell’attuale Sa.Co.I.2, ormai giunto al termine della sua vita utile, e la realizzazione del “Tyrrhenian link” nelle due distinte sezioni Sicilia-Sardegna (“collegamento ovest”) e Sicilia-Terraferma (“collegamento est”).
Attualmente però, la stabilità del sistema elettrico sardo è affidata principalmente alle centrali termoelettriche a combustibili fossili. Proprio per questo motivo il PNIEC subordina il phase-out dal carbone alla realizzazione del Tyrrhenian Link che, estremamente flessibile e basato su tecnologie innovative, è l’unica infrastruttura che potrà sostituire le centrali a carbone nel garantire la stabilità e adeguatezza della rete.
Il rafforzamento e ammodernamento delle connessioni che si stanno iniziando a realizzare proprio in questi giorni metterà quindi la Sardegna sulla traiettoria del nostro Paese verso il raggiungimento degli obiettivi europei.
“Queste infrastrutture rappresentano un fattore abilitante per la transizione energetica della Sardegna –afferma Marta battaglia, Presidente di Legambiente Sardegna– perché garantiscono la sicurezza degli approvvigionamenti elettrici e l’integrazione della nuova capacità di generazione rinnovabile che ci consentirà di completare entro il 2028 il processo di abbandono delle fonti fossili. Costituiscono investimenti fondamentali per il sistema Paese, con ricadute importanti nei siti interessati dagli interventi che vedranno rafforzato il loro ruolo strategico; sono dunque opportunità da cogliere, valorizzando la multidimesionalità del processo di transizione e ricercando il punto di convergenza tra obiettivi tecnologici, sociali, economici e paesaggistici”.
“Ammodernare, rafforzare, e mettere in sicurezza il sistema elettrico sardo attraverso la realizzazione di questi collegamenti – aggiunge Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna – metterà l’isola nelle condizioni di affrontare con serenità i grandi cambiamenti che la aspettano, consentirà di fornire energia alle filiere industriali che lo richiedano; inoltre, la produzione di energia da risorse di cui la nostra isola è ricca, come il sole e il vento, contribuirà a metterci al sicuro dalle speculazioni del mercato e dalle tensioni geopolitiche”.
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