Emergenza Puglia a scuola: la regione registra ogni anno un calo di alunni e quest’anno sembra che le aule continueranno a svuotarsi sempre di più. Confrontando i primi dati relativi alle iscrizioni dell’anno scolastico in corso 2024-2025 con quelli registrati per il 2025-2026 si evince uno scarto che tocca quasi 10.000 alunni in meno tra classi primarie, secondarie di primo e secondo grado.
“Bisogna aspettare i dati consolidati delle iscrizioni ai primi anni – spiega a Telebari il segretario generale regionale Flc Cgil Ezio Falco – insieme a quelli degli alunni frequentanti (una parte dei nostri studenti va in dispersione, fenomeno molto marcato nei nostri territori) per verificare nel complesso la tendenza. Il calo, cui assisteremo con ogni probabilità anche quest’anno delle iscrizioni 2025-26, è diretta conseguenza del decremento demografico costante nella nostra regione ed è frutto dei valori negativi del saldo naturale (si nasce sempre meno, insomma) e di quello migratorio interno (dalla nostra regione si tende sempre più ad andar via)”.
Dalla Uil Scuola, concorda il segretario generale di categoria in Puglia Gianni Verga: “Occorrono misure concrete a sostegno della natalità e investimenti in politiche del lavoro sul territorio regionale. Abbiamo lanciato l’allarme da tempo: oltre alla denatalità, ormai si deve prendere atto che numerose famiglie fuggono dalle regioni meridionali per assenza di opportunità lavorative. Diversamente non si spiega come mai in Emilia Romagna il numero degli alunni cresca”.
A soffrire maggiormente in termini percentuali sono le province di Brindisi (per la primaria e secondaria di primo grado) e Foggia (per la secondaria di secondo grado), con delle variazioni in negativo superiori allo 0,10%. Anche il territorio barese ha subito un vertiginoso calo pari a 2.076 iscritti, passando dai 32.520 iscritti alle classi prime nel presente anno scolastico ai 30.444 per il prossimo anno. “Il paradosso – afferma Verga – è che al calo degli iscritti non corrisponda un calo degli alunni per classe, delle cosiddette ‘classi pollaio’, conferma di come ormai, a ogni livello, si navighi a vista confidando esclusivamente sul senso del dovere di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore”.
“Il fenomeno è preoccupante per tutte le sue sfaccettature sociali ed economiche, oltre che per le conseguenze che la riduzione del numero di iscritti ha sulla scuola del nostro territorio (riduzione di organici del personale docente, peraltro già programmata da legge di bilancio, accorpamenti delle scuole e riduzione complessiva dei fondi, ecc.) – continua Falco – La nostra preoccupazione nell’immediato va allo sviluppo degli organici del personale della scuola. è appena iniziata la procedura che porterà alla definizione di quelli per il 2025-26, basati per l’appunto sulle iscrizioni e le prospettive, con queste premesse, non appaiono affatto rosee, tutt’altro”.
Della stessa linea è Gianna Guido, segretario generale regionale CISL Scuola. “Anche quest’anno saremo vittime dell’inverno demografico. In Puglia – dice a Telebari – saranno tanti gli alunni ‘assenti’. Questo creerà sicuramente problemi nell’organico non solo del personale docente ma anche del personale ATA. Negli anni passati, nonostante il fenomeno della natalità, siamo riusciti a mantenere invariato l’organico cosa che quest’anno non sarà possibile. Ma se le aule sono poco popolate, non possiamo dimenticare che il numero degli allievi con problemi di varia natura (prevalentemente relazionali) continuano ad aumentare”.
“Ancora una volta – conclude Guido – avremo problemi nella gestione degli spazi, avremo problemi di sorveglianza e altro. Tutto questo senza alcun dubbio si ripercuoterà sull’offerta formativa che potrebbe essere depauperata. Sarebbe opportuno ridurre il numero degli alunni per classe in maniera tale da poter venire incontro alle esigenze di ciascuno”.
Dalla UIL Scuola, si richiede una seria riflessione sul fenomeno da parte della politica regionale: “Necessaria è l’attivazione di tavoli con le parti sociali non soltanto in occasione del taglio delle autonomie scolastiche, ma per programmare il futuro del sistema scolastico, metta in campo misure per contrastare i fenomeni della denatalità e dell’abbandono scolastico, quest’ultimo tipico nella scuola secondaria di secondo grado. Di questo passo, la scuola pugliese e meridionale è destinata a un processo irreversibile di desertificazione, con conseguenze allarmanti per la società e per l’occupazione”, conclude Verga.
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