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LAVORO. Nasce la Federazione STEM


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Stem è l’abbreviazione di Science (scienza), Technology (tecnologia), Engineering (ingegneria) e Mathematics (matematica).

Queste quattro discipline rappresentano settori fondamentali che si intersecano tra loro, promuovendo una comprensione approfondita del mondo, stimolando l’innovazione tecnologica. Il concetto è stato creato per comprendere il gruppo di discipline necessarie per l’innovazione e la prosperità in un Paese. L’acronimo Stem ha guadagnato popolarità grazie alla microbiologa statunitense Rita Colwell, che lo ha citato in una conferenza del 2001 della National Science Foundation, un’agenzia governativa degli Stati Uniti che si concentra sulla ricerca di base e sull’istruzione in tutti i campi non medici della scienza e dell’ingegneria.

Le discipline Stem sono poi diventate la base per adattare i corsi di formazione per preparare gli studenti al mercato del lavoro in rapida evoluzione, dalla Scuola primaria all’Università il cui sbocco nel mondo del lavoro è poi indicato con le professioni che rientrano negli stessi settori.

Innovazione e prosperità di un Paese o di un’area, come l’Unione Europea, dovrebbero avere profonde radici nella Cultura dell’Innovazione che, dati della Relazione Draghi per l’UE alla mano, non permea di fatto il tessuto produttivo comunitario e, purtroppo, anche quello italiano.

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In questo cammino, da poco tempo, in Italia, è nata la Federazione Stem: associazione di categoria che riunisce e rappresenta quanti operano nelle Professioni STEM, non rientranti nei contratti collettivi di lavoro di categoria.

Per comprendere questo nuovo soggetto di rappresentanza che opera in un settore strategico comunitario e italiano, abbiamo sentito il presidente della Federazione Stem, Marco Carlomagno.

PresidenteCarlomagno,daqualeesigenzaènatalavostraFederazione?

Analizzando la complessa realtà italiana, a partire dai dati del MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) dello scorso anno, abbiamo attualmente nel nostro Paese 12.871 startup, con una capitalizzazione complessiva di 1.145.638.287 euro. Questo scenario testimonia una realtà dinamica e in espansione, che contraddice l’idea di un sistema Paese statico e dimostra, invece, una forte propensione all’innovazione di prodotto e di processo.

Va sottolineato che ciascuna di queste imprese è associata ad almeno un brevetto, segno di un enorme potenziale creativo che potrebbe essere valorizzato sia nel settore pubblico che in quello privato. Tuttavia, ciò che ancora manca è un vero ecosistema per l’innovazione, capace di rendere l’Italia competitiva non solo a livello europeo, ma anche su scala globale.

Non dimentichiamo che figure di spicco nella storia della tecnologia, come Federico Faggin, sono nate in Italia, ma hanno dovuto lasciare il Paese per poter concretizzare le proprie idee. E se invece riuscissimo a creare qui le condizioni per lo sviluppo dell’innovazione?

Presidente Carlomagno , recentemente il professor Romano Benini, economista del lavoro di chiara fama, ha mostrato come lo stato di salute del mercato del lavoro italiano sia migliorato: all’aumento del tasso di occupazione di quasi quattro punti corrisponde un calo del tasso di disoccupazione che in due anni è sceso del 28 per cento, attestandosi al 5.8%. Questi dati riguardano anche le Professioni Stem?

I professionisti STEM sono fortemente richiesti e in numero inferiore rispetto alle necessità del mercato del lavoro. Secondo un recente studio McKinsey, in questo settore più di quattro aziende su dieci riscontrano significative difficoltà a trovare candidati con formazione scientifica. Come dicevo, si tratta di un mercatoassolutamente fiorente, in un Paese che ha dato origine alla cultura scientifica.

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Beniamino Romano, Segretario Generale e Vittorio D’Orsi, Vice Segretario della Federazione Stem, per i settori trainanti dell’innovazione tecnologica, che la vostra Federazione rappresenta,nel prossimo futuro cosa è lecito attendersi?

Nei prossimi cinque anni assisteremo a un cambiamento radicale del mercato del lavoro con l’avvento delle intelligenze artificiali (Large Language Models). La velocità di questa evoluzione sarà paragonabile solo all’introduzione di Internet ma avverrà in tempi molto più rapidi. Alcuni lavori spariranno. Tuttavia, emergeranno nuove professionalità, oggi sconosciute. Avremo bisogno di esperti di tecnologia con competenze umanistiche, filosofi dell’innovazione, pedagogisti dell’informazione, matematici esperti di algoritmi, ingegneri gestionali e fisici applicati. L’economia digitale rappresenta circa il 22% del PIL italiano e continua a crescere, alimentata dalle innovazioni tecnologiche e dall’adozione di soluzioni digitali nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione. Le professioni STEM contribuiscono direttamente alla competitività del sistema produttivo italiano, specialmente nei settori manifatturieri ad alto contenuto tecnologico. Tra il 2022 e il 2026 si stima che in Italia saranno necessari 1,5 milioni di nuovi professionisti STEM per rispondere alle esigenze di digitalizzazione e transizione ecologica. L’Italia forma ottimi laureati STEM, ma molti sono costretti a cercare opportunità all’estero. Se non investiamo in un Contratto Nazionale per le professioni STEM, formazione continua e un ecosistema innovativo, perderemo competitività. Il nostro Paese deve agire subito per garantire che questi talenti restino e contribuiscano allo sviluppo tecnologico ed economico nazionale.

Beniamino Romano, Segretario Generale e Vittorio D’Orsi, Vice Segretario della Federazione Stem, per coloro i quali sono fuori dal settore, le competenze STEM richiamano il mondo cibernetico e lo sviluppo degli strumenti IA. Qual è l’andamento del mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia?

L’Intelligenza Artificiale in Italia ha raggiunto nel 2023 un valore di 760 milioni di euro, con un incremento del 52% rispetto all’anno precedente. Le grandi imprese dominano il settore, con sei su dieci che hanno avviato almeno un progetto di IA, mentre tra le PMI la percentuale scende al 18%. L’IA Generativa rappresenta attualmente il 5% del mercato totale, con un valore di circa 38 milioni di euro. Si tratta di un’opportunità straordinaria: l’IA generativa non è solo una rivoluzione tecnologica, ma una leva strategica che può supportare la definizione di nuove soluzioni in pressoché tutte le aree, dall’industria alla sanità, dall’educazione alla ricerca scientifica. Il nostro obiettivo è duplice: aiutare le nuove start-up a crescere in questo settore e, al tempo stesso, supportare le PMI nell’adottare queste tecnologie per rimanere competitive. Per farlo, sarà cruciale definire processi di reverse mentoring, dove i giovani esperti di IA possano trasferire competenze innovative alle imprese più tradizionali, accelerando così la trasformazione digitale e la crescita del tessuto produttivo italiano. Come FederazioneSTEM, noi ci siamo e vogliamo aiutare il paese a crescere su queste tematiche.

Alessia Salmaso, Presidente del Comitato Scientifico della Federazione Stem, cosa può offrire la Federazione STEM agli operatori del settore per riportare Italia ed Europa al centro del mercato tecnologico?

Il tema centrale è la formazione. Non possiamo affrontare le sfide future con modelli di apprendimento del ‘900. Dobbiamo ripensare la scuola, creare ecosistemi per l’innovazione, sostenere le oltre 12.000 startup italiane e offrire un Contratto Collettivo Nazionale per l’Innovazione per garantire condizioni adeguate e competitive. Con una strategia chiara e il giusto supporto, possiamo rendere il Paese competitivo, attrarre talenti e far crescere l’innovazione. Concetti come formazione continua, trasformazione dei processi e miglioramento continuo devono diventare parte del nostro “nuovo DNA”.

Possiamo farlo. Dobbiamo farlo. L’alternativa non è contemplabile

Alessia Salmaso, perchè la Federazione Stem si è dotata di un Comitato Scientifico?

Perchè cultura e innovazione camminano insieme. Non esiste progresso senza sapere e conoscenza, ed è proprio su questo principio che nasce il Comitato Scientifico: studiare, creare contenuti per valorizzare le professioni STEM affinchè il loro ruolo strategico sia sempre più riconosciuto.

Vogliamo costruire e realizzare spazi di confronto e di formazione altamente specializzati, strumenti concreti per accompagnare la crescita delle professioni STEM per la giusta trasformazione digitale.

Siamo in cammino, lavoriamo con passione, convinzione e determinazione, al passo con il ritmo veloce della tecnologia. Camminiamo fianco a fianco con tutti coloro che desiderano unirsi a noi: donne, uomini, organizzazioni.

L’innovazione è inclusione, e l’inclusione è innovazione. Il nostro approccio è aperto, fondato sul dialogo e sul confronto. Lavoriamo in modo strutturato e ordinato. Questo è il cuore di FedSTEM: condivisione e scambio, pianificazione e programmazione; una visione chiara, con obiettivi concreti e realizzabili. E’ così che si progetta il futuro. Le professioni STEM non sono solo il motore della trasformazione digitale, ma anche la bussola strategica, sistemica e culturale di un Paese. Sono ciò che lo identifica, ciò che gli dà distinzione e direzione, influenzando il modo in cui la tecnologia viene utilizzata per creare valore umano e sociale. Organizzeremo dunque eventi e percorsi formativi di alto livello, perchè le professioni STEM sono fondamentali anche per ridurre e azzerare i divari generazionali, di genere e di ogni diversità. Per questo è essenziale promuovere il valore di queste discipline: investire in consapevolezza, riconoscimento e inclusione significa guidare il progresso verso un equilibrio equo, bilanciato e sostenibile.

Non solo. Le professioni STEM favoriscono anche cooperazione e sviluppo, sia a livello nazionale che internazionale. La ricerca, per sua natura, supera ogni confine. Non ha bandiera, non ha provenienza, perchè si nutre di condivisione di risorse, conoscenze, modalità e approcci.

Per noi è importante portare la nostra narrazione nella vostra rivista, che ha una vocazione internazionale, perchè Scienza, Inclusione e Innovazione si costruiscono insieme, tra cittadini, istituzioni e imprese, in un sistema Paese che guarda avanti e oltre ogni confine.

Maddalena Ingrao

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