Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
#finsubito
#finsubito video
Agevolazioni
Asta
Bandi
Costi
Eventi
Informazione
manifestazione
Sport
Vendita immobile

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

La volontà di potenza di ieri e di oggi


Una volta Gianni Vattimo (1936-2023), nel suo importante libro “Della realtà. Fini della filosofia” (Garzanti 2012), scrisse – a proposito di uno dei concetti capitali del pensiero di Nietzsche, ossia la volontà di potenza – che “la potenza non è per lui una nozione eminentemente politico-sociale, giacché la lotta per la potenza è anche e soprattutto un conflitto di interpretazioni, nel quale nessun livello, dunque né quello della forza fisica né quello del dominio politico, può considerarsi più fondamentale di altri” (p. 40, corsivo mio).

Connessioni passate e presenti

Ciò può essere dimostrato attraverso il conflitto ideologico tra liberalismo e socialismo reale durante la Guerra fredda, anche se lo scontro non sfociò nell’uso generalizzato della forza per un soffio, come tutti sanno. Ma basta andare indietro di una generazione, tornare all’epoca della Seconda guerra mondiale, per verificare come il conflitto ideologico tra fascismo e democrazia sia stato tutto all’insegna della potenza e della violenza, al fine di prevalere gli uni sugli altri.

Per fortuna, la vittoria è stata della democrazia, altrimenti l’onda della violenza non avrebbe avuto nessun tipo di limite o di freno.

La situazione in cui ci troviamo oggi conferma l’interpretazione di Vattimo. Il confronto tra sovranismo e riformismo di sinistra è all’insegna dello scontro tra due visioni del mondo radicalmente differenti. Da una parte, il richiamo all’idea di nazione, a una concezione forte dei valori tradizionali, la famiglia in primo luogo, alla protezione dei confini nazionali ed europei di fronte all’ondata dei migranti che sembra farsi sempre più intensa, all’esaltazione di un modello di Stato che incarni in sé un’idea repressiva di società.

Dall’altra una declinazione debole – per usare, di nuovo, un’importante categoria del pensiero di Vattimo – dei valori della tradizione, l’idea di tolleranza e l’apertura all’Altro, l’attenzione al lavoro e ai diritti, la fiducia nell’Europa come spazio ideale e fisico del nostro futuro, le idee di solidarietà e giustizia sociale, l’antifascismo.

Un esempio rinascimentale

Tuttavia, in altri luoghi del mondo – come dimostrato dai recenti conflitti Russia-Ucraina e IsraelePalestina – e in altre epoche della storia, il ricorso alla violenza e alla forza, ossia alla potenza, tende ad essere endemico.

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

Ne è una dimostrazione, a nostro avviso stupefacente, il Quattrocento fiorentino. Nell’epoca di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, di Botticelli e Leon Battista Alberti, di Donatello e di Andrea del Verrocchio, lo scontro per la potenza fu micidiale e senza freni. Ciò sia nell’epoca di Cosimo il Vecchio (1389-1464), che in quella di Lorenzo il Magnifico (1449-1492).

Ne fornisce ampia testimonianza il bel libro di Lauro Martines (n. 1927), dal titolo “La congiura dei Pazzi. Intrighi politici, sangue e vendetta nella Firenze dei Medici” (2003, ed. it. Mondadori). Professore emerito alla University of California, Martines ci guida con efficacia nei meandri del potere fiorentino dell’epoca.

I Medici si trovano in una situazione particolare, come signori di fatto ma non di diritto della città di Firenze. Spregiudicati e straordinariamente ricchi, avevano buon gioco ad occupare tutti i gangli del potere economico e politico della città. Ma famiglie più antiche e di maggior prestigio soffrivano il giogo mediceo e provavano a scrollarselo di dosso. Era già accaduto con Cosimo il Vecchio.

Ma con Lorenzo il Magnifico accade qualcosa di particolare, di più profondo e significativo, se si vuole. La famiglia dei Pazzi, in crescita sia dal punto di vista economico che politico, decide di dire basta, di rompere la sudditanza di fatto nei confronti di quello che a loro doveva sembrare un ragazzotto insolente e presuntuoso e che per noi, invece, è Lorenzo il Magnifico.

In più, Lorenzo era entrato in conflitto diretto con il Pontefice Sisto IV e questo non facilitava la sua situazione. Così, nell’aprile 1478 – April Blood suona il titolo originale del libro di Martines – i Pazzi provano a liberarsi, e a liberare Firenze, di Lorenzo il Magnifico e del fratello Giuliano. La storia è nota: Giuliano soccombe ai colpi dei congiurati, ma Lorenzo si salva e sopravvive.

La reazione, la risposta del Magnifico è terribile. I Pazzi vengono spazzati via – nel momento decisivo, quando i Pazzi invitano il popolo di Firenze a ribellarsi ed insorgere, la risposta popolare fu “Palle! Palle!” (ossia “Medici! Medici!”) – e la vendetta si consuma lenta e atroce, mentre Lorenzo consolida il proprio potere.

Per avere un’idea di che cosa fu veramente la terribile ira di Lorenzo, ci viene in soccorso un’immagine, come tante volte avviene nel periodo del Rinascimento. Esiste un disegno del giovane Leonardo da Vinci, che ritrae Bernardo Bandini Baroncelli, uno dei principali protagonisti della Congiura dei Pazzi, impiccato da una delle finestre del Palazzo del Bargello – che oggi è uno dei grandi musei di Firenze e allora era adibito a funzioni pubbliche e di giustizia.

Se si vuole, nella spregiudicatezza, nel realismo, nella crudezza e nel cinismo di Lorenzo, si intravede l’ombra di Augusto.

Mutuo asta 100%

Assistenza consulenza acquisto in asta

Due esempi antichi

Se, dunque, nella potenza sprigionata nelle lotte politiche del Quattrocento fiorentino, di interpretativo vi è assai poco (bisogna allargare lo sguardo sul periodo che va dal 1300 al 1500, per vedere emergere il conflitto tra sentimenti autocratici e ispirazione repubblicana, come fa Martines nella Conclusione del suo libro), la tesi di Vattimo da cui abbiamo cominciato il nostro ragionamento, trova conferma nelle due più importanti guerre della storia greca. Le Guerre persiane (490-479 a. C.) e la Guerra del Peloponneso (431-404 a. C.).

Nelle Guerre persiane, vediamo le poleis (plurale di polis, città) greche alleate resistere all’invasione della Grecia da parte dei Persiani. Il livello ideologico del conflitto è, dunque, molto forte. Si tratta di due visioni del mondo che si scontrano. La cultura umanistica della Grecia, il suo senso di libertà individuale e politica, è messo a dura prova dall’invasore persiano che chiede “terra e acqua” (ossia la sottomissione della Grecia) ed è compatto sotto il comando di un unico signore, un unico autocrate, il Re di Persia.

Durante la Guerra del Peloponneso, si scontrano – di nuovo – due interpretazioni del mondo e due modelli culturali. Quello di Atene, con la sua libertà, la sua arte, il suo senso largo della vita, ma anche il suo imperialismo rapace e aggressivo. Quello di Sparta, la nazione guerriera per eccellenza – il cui Re Leonida si era sacrificato, con i suoi Trecento spartiati, alle Termopili nel 480 a. C., in nome della libertà greca – che ha poca dimestichezza con la democrazia, ma che non tollera che Atene metta in discussione il suo primato.

Postilla conclusiva

Per concludere, è necessario ricordare che l’ispirazione per il concetto della volontà di potenza, Nietzsche lo ricevette dalla concezione della volontà di Schopenhauer, il cui “Mondo come volontà e rappresentazione” è del 1819 – e a cui Vattimo ha dedicato un importante saggio nell’edizione del capolavoro di Schopenhauer nei Meridiani Mondadori.

Ma è possibile supporre che Nietzsche abbia ricevuto ispirazione, per la sua concezione capitale della volontà di potenza, anche da un frammento di Eraclito – di cui Nietzsche era ghiotto – che dice: “Polemos[la guerra] di tutte le cose è padre, di tutto poi è re; e gli uni manifesta come dèi, gli altri invece come uomini; gli uni fa esistere come schiavi, gli altri invece come liberi” (trad. it. di G. Colli; ed. Diels-Kranz, frammento 53).



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Cessione crediti fiscali

procedure celeri