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Bollette, cosa c’è nel decreto? Bonus sociale per più beneficiari ma con altre risorse si può abbassare l’Iva


di
Fausta Chiesa

Il decreto Bollette è atteso venerdì. Data per certa l’estensione dei beneficiari del bonus sociale con l’innalzamento del tetto Isee, il passo in avanti potrebbe essere il taglio dell’Iva

La premier Giorgia Meloni chiede di fare di più per abbassare le bollette di luce e gas per gli italiani, soprattutto per i vulnerabili. Il nodo per fare di più sono le risorse: oltre ai circa tre miliardi trovati dal ministro dell’Economia e delle Finanze (di qui l’irritazione del ministro Giancarlo Giorgetti per lo stop al decreto), per fare di più servono più soldi. Ma cominciamo con il dire che un modo per far scendere subito le bollette della luce dei cosiddetti «vulnerabili» (over 75 anni, disabili, percettori del bonus e altre categorie svantaggiate) c’è già: fino al 30 giugno di quest’anno gli oltre 11 milioni di vulnerabili possono avere uno sconto in bolletta di 113 euro all’anno passando al Servizio a Tutele Graduali. Basta contattate l’operatore dell’Stg della propria zona (qui l’elenco).

Il bonus sociale

E per tutti gli altri consumatori? Per certa è data l’estensione dei beneficiari del bonus sociale con l’innalzamento del tetto Isee.  Si tratta anche qui di uno sconto in bolletta per le famiglie e i consumatori in condizioni di disagio economico o fisico. Oggi lo possono richiedere i  consumatori che hanno un Isee fino a 9.530 euro (20mila euro per chi ha almeno 4 figli a carico).  L’esecutivo, con il Mase, vorrebbe alzare il tetto dell’Isee a 15 mila euro e possibilmente alzare la soglia per le famiglie numerose (da 20 mila a 30 mila euro). Questa soluzione era già stata messa in pratica dal governo Draghi nel 2022 quando era scoppiata la crisi con la Russia e i prezzi dell’energia erano schizzati a livelli mai visti. 




















































L’ipotesi calo dell’Iva

Le associazioni dei consumatori chiedono di più e ricordano che con Draghi (un periodo, va detto, in cui il gas non costava 47/50 euro come oggi ma era arrivato a 350 euro al megawattora ad agosto del 2022) le misure messe in campo erano di più e più sostanziose. Una di questa era l’abbassamento dell’Iva. Nel 2022 e fino alla fine del 2023 l’Iva sul gas era stata ridotto al 5% per tutte le somministrazioni di metano usato per combustione per usi civili e industriali, un beneficio esteso anche al teleriscaldamento. Con la legge di Bilancio 2024 il governo Meloni non ha rinnovato lo sconto Iva né l’azzermento degli oneri generali di sistema (aiuto molto costosi e non più giustificati dal calo del prezzo dell’energia sui mercati all’ingrosso) e questo ha portato a rincari da gennaio 2024. 

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Gli oneri in bolletta

Un’altra misura che poi progressivamente è terminata nel 2024 è stata l’azzeramento dei cosiddetti «oneri generali di sistema». Per la luce sono stati ripristinati  luce dal 1° aprile 2023, ossia dal secondo trimestre 2023. Per il gas – ricorda l’Unione Nazionale Consumatori – da aprile 2023 è stato tolto uno sconto di 31,24 centesimi al metro cubo di gas e poi dal 1° gennaio 2024 sono tornati in bolletta tutti gli oneri di sistema. Le bollette, infatti, oltre a comprendere il costo della materia prima (gas o energia elettrica) comprendono altre voci di spesa: gli oneri di sistema, il costi di trasporto e distribuzione e le tasse. Se azzerare gli oneri è molto costoso, l’ipotesi sul tavolo è una possibile riduzione del costo di distribuzione del gas. La spesa per il trasporto del gas e la gestione del contatore varia da mese a mese e in generale vale circa un quinto della bolletta. 

Le richieste dei consumatori

L’Unc chiede di ripristinare le soglie Isee introdotte da Draghi per le famiglie in condizioni economicamente svantaggiate, ossia 15.000 euro contro i 9.530 euro attuali e 30.000 euro contro i 20.000 per i nuclei familiari con almeno 4 figli a carico, con una gradualità tra le due soglie, introducendone almeno una intermedia. Chiedono di ridurre gli oneri di sistema e di abbassare l’Iva uniformandola tutta al 10% (ora è al 10% per i primi 480 metri cubi consumati e al 22% per i consumi superiori e sulle quote fisse). Tra le pooposte a costo zero, consentire ad Acquirente Unico (società del Gse) di riprendere a fare gli acquisti a lungo termine, che possa gestire l’approvvigionamento anche per la Pubblica Amministrazione, che possa acquistare elettricità per i vulnerabili senza scadenze del Servizio di Maggior Tutela.


25 febbraio 2025 ( modifica il 25 febbraio 2025 | 12:04)

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