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Crisi del calzaturiero italiano: export e fatturato in calo nel 2024


Napoli, 24 Febbraio – Il settore calzaturiero italiano ha chiuso il 2024 con una significativa contrazione, segnando un calo dell’export dell’8,4% in valore e una riduzione del 9,4% del fatturato, attestatosi a 13,21 miliardi di euro, quasi 1,4 miliardi in meno rispetto al 2023. Anche la produzione ha subito una battuta d’arresto, fermandosi a 124,1 milioni di paia (-16,1%), mentre il numero di aziende e addetti è diminuito rispettivamente del 5,5% e del 3,8%.

Questo è il quadro delineato dal Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, presentato in occasione di Micam, la più importante fiera del comparto, in programma dal 23 al 25 febbraio 2025 a Fiera Milano Rho.

Nei primi dieci mesi del 2024, l’export ha perso complessivamente il 8,1% in valore e il 4,4% in quantità, con un impatto più marcato sulle vendite extra-UE (-11,4% in volume e -14,3% in valore). Tra i mercati più penalizzati:

  • Stati Uniti: -5,6% in valore
  • Canada: -15,7%
  • Russia: -22,4%

Crescono, invece, le esportazioni verso Cina (+2,5% in valore, +18,9% in quantità), Emirati Arabi Uniti (+24% in valore, sebbene con volumi in calo) e Turchia. Tra i partner UE, la Francia registra una contrazione dell’1,9%, mentre la Germania tiene meglio (-4,1% in valore, ma stabile in quantità).

Il saldo commerciale del settore, pur restando positivo nei primi dieci mesi del 2024 con 4,2 miliardi di euro, segna un calo dell11,2% rispetto all’anno precedente, con una chiusura annuale prevista appena sotto i 5 miliardi di euro, in netto ribasso rispetto ai 5,7 miliardi del 2023.

La Campania tra luci e ombre – A livello regionale, la Campania ha registrato nei primi nove mesi del 2024 un calo dell’export del 5,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le cinque principali destinazioni hanno mostrato andamenti contrastanti:

  • Francia: -3,6%
  • USA: -2,8%
  • Germania: +23,7%
  • Slovacchia: +89,1%
  • Svizzera: -8,2%

Il numero di imprese attive nel settore (calzaturifici e produttori di parti) è diminuito di 56 unità rispetto al 2023, con un saldo negativo di 294 addetti. Inoltre, le ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS per le aziende della filiera pelle in Campania sono aumentate del 163,5%, superando quota 7 milioni, un dato addirittura 391,7% superiore al pre-Covid del 2019.

Anche il mercato interno mostra segnali di debolezza: nel 2024 gli acquisti delle famiglie italiane sono diminuiti dell’1,4% in spesa e del 2% in quantità rispetto al 2023, rimanendo ancora al di sotto del 5,3% in valore rispetto ai livelli pre-pandemia.

Secondo Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici e Micam, il settore è stato penalizzato dal calo degli ordinativi, in un contesto di forte incertezza dovuto a fattori esterni come le tensioni geopolitiche, l’aumento dei costi energetici e il rallentamento delle economie chiave. Anche il comparto del lusso, motore della ripresa post-pandemia, ha risentito della congiuntura negativa, con ripercussioni sulle lavorazioni per le multinazionali del fashion che producono in Italia. “Auspico che entro il 2025 si possa assistere a una ripartenza per le aziende calzaturiere, che rappresentano uno dei settori cruciali per il Made in Italy”, ha dichiarato Ceolini.

Il settore calzaturiero italiano si trova di fronte a una sfida complessa: la tenuta delle esportazioni nei mercati strategici e la ripresa della domanda interna saranno determinanti per invertire la tendenza negativa del 2024. L’attenzione ora è puntata sulle politiche di sostegno alle imprese, sulle strategie di internazionalizzazione e sulle dinamiche del mercato del lusso, che potrebbero giocare un ruolo chiave nella ripresa del comparto.

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