Nel 2024, la spesa dei consumatori italiani per contenuti digitali di informazione e intrattenimento ammonta a 3,7 miliardi di euro, con un tasso di crescita del +5% rispetto al 2023. Seguendo il trend degli ultimi anni, suddetta spesa continua a crescere, seppur con tassi piĆ¹ contenuti rispetto al periodo della pandemia, per una ragione molto semplice: anche se con ritmi piĆ¹ ridotti, e nonostante su diversi fronti si stia entrando in una fase di consolidamento del settore, aumenta costantemente la domanda di contenuti digitali da parte degli utenti. Basti pensare che il 95% di questi ultimi ha dichiarato di aver fruito di almeno un contenuto digitale nellāultimo anno. Questi i risultati emersi dalla nuova edizione dellāOsservatorio Digital Content della School of Management del Politecnico di Milano, tra i cui patrocinatori ĆØ presente anche lāAssociazione Italiana Editori, presentati mercoledƬ 19 febbraio 2025.
Come nelle edizioni passate, al fine di stimare il valore complessivo del mercato dei contenuti digitali nel Paese, lāOsservatorio considera due componenti monetarie (la spesa del consumatore, per lāappunto, e i ricavi derivanti dalla raccolta pubblicitaria, ossia quelli della vendita di spazi pubblicitari allāinterno delle piattaforme che distribuiscono i contenuti o allāinterno dei contenuti stessi) ed esamina lāandamento di quattro macro-settori afferenti al mondo digitale: il video intrattenimento, news & e-book, il digital audio e il gaming.
Ć il primo di questi a rappresentare la quota maggiore della spesa sostenuta dai consumatori (il 45% del totale, era il 17% nel 2018), anche se con tassi di crescita piĆ¹ contenuti rispetto agli anni passati per due motivi principali: la frammentazione dellāofferta e il conseguente calo di fidelizzazione degli utenti, e il rincaro nei prezzi dei servizi per lāutente. In relazione a ciĆ², stanno sempre piĆ¹ prendendo piede i modelli ASVOD (Ad-supported Subscription Video On Demand), funzionali a differenziare gli introiti per le piattaforme di video entertainment.
La forza di questa tipologia di contenuti nel panorama complessivo ĆØ anche coadiuvata dalla sempre piĆ¹ capillare penetrazione delle smart tv: secondo i dati elaborati da BVA Doxa per lāOsservatorio, il 72% degli utenti āĀ con base un campione di persone tra i 18 e i 75 anni āĀ ne possiede una nel 2024 (contro il 62% nel 2023, di fatto la tipologia di device il cui possesso cresce maggiormente tra la popolazione) e il 63% la usa per accedere a servizi online (era il 54% nel 2023). Considerando poi la raccolta pubblicitaria per il video intrattenimento, si nota come cresca anche questāultimaĀ ā registrando unĀ +14% sul 2023, di nuovo, grazie anche ai modelli ASVODĀ ā, anche se il suo peso si riduce in favore dei ricavi derivanti dalle formule di abbonamento.
Ć perĆ² il settore del digital audio, che rappresenta lā11% della spesa e comprende musica, audiolibri e podcast, quello che registra la crescita maggiore in termini di spesa dei consumatori: +20% rispetto al 2023. Ć sicuramente la musica ad avere lāambito valoriale principale, in virtĆ¹ del fatto di essere un comparto dove la fruizione digitale ā e le formule di abbonamento in questo senso ā ĆØ prevalente su quella fisica.
Gli audiolibri, dāaltro canto, si dimostrano un tipo di consumo non ancora maturo nonostante il grande interesse diffuso tra il pubblico. Non solo: gli editori hanno aumentato ā e stanno ancora incrementando ā i cataloghi di contenuti a disposizione, e aumentano anche le piattaforme di distribuzione disponibili per il pubblico italianoĀ (con lāatteso ingresso di Spotify, giĆ avvenuto nel mercato statunitense), attirando unāaudience altamente fidelizzata che non sempre coincide con quella dei lettori Ā«tradizionaliĀ». Unāaudience che, ricordiamo, non solo ĆØ propensa a spendere āĀ il 68% di chi fruisce di audiolibri, infatti, lo fa a pagamento, tipicamente con formule di abbonamentoĀ ā, ma presenta ampi margini di ampliamento: secondo BVA Doxa, nel 2024 il 26% degli utenti ha ascoltato almeno un audiolibro in formato digitale, e il 27% dichiara di pensare di iniziare a fruirne nel prossimo anno,Ā la percentuale piĆ¹ alta, questāultima, tra tutti i tipi di contenuti.
In ultimo, per quanto riguarda i podcast, essi si confermano un contenuto verso il quale lāinteresse dei consumatori rimane alto (il 39% ne ha fruito negli ultimi 12 mesi) e la cui qualitĆ cresce progressivamente, nonostante si faccia ancora fatica a trovare un modello di business che sia per loro sostenibile nel medio-lungo periodo.
Per quanto riguarda infine il comparto news & e-book, che rappresenta il 2% della spesa per contenuti digitali, si notano tendenze molto diverse. Da un lato, lāambito dellāinformazione sta attraversando una profonda trasformazione, dove il passaggio al digitale non compensa ancora il calo della fruizione di news in formato fisico; questo porta gli editori ad affidarsi anche in questo caso a formule di abbonamento e a ricorrere spesso a forti scontistiche per fidelizzare il bacino degli utenti. Dallāaltro lato, gli e-book, dopo il picco nella spesa registrato durante la pandemia, si confermano come unāalternativa ormai consolidata alla lettura del libro cartaceo, con i consumatori che li scelgono in base alle proprie preferenze e necessitĆ . Nel contesto degli e-book, al contrario dellāinformazione, sono chiaramente le formule ad acquisto singolo ad essere prevalenti tra i consumatori, anche se si registra una crescita dellāinteresse, soprattutto da parte dei piĆ¹ giovani, per le formule di abbonamento.
Nel contesto della presentazione dei risultati della ricerca, in conclusione, ĆØ stato dedicato spazio a quelli che sono le sfide e i trend individuabili nellāindustria dei contenuti digitali. Particolare enfasi viene posta sulla lotta alla pirateria: secondo i dati dellāOsservatorio, i consumatori non sono ancora pienamente consapevoli dellāilliceitĆ delle azioni legate ad essa. In questo contesto si prospetta un ruolo sempre piĆ¹ rilevante della piattaforma Piracy Shield, lanciata da AGCOM nel febbraio 2024, con la finalitĆ di segnalare e impedire la fruizione illegale in modo piĆ¹ efficiente. Contesto in cui, non dobbiamo dimenticarlo, ĆØ la tecnologia con le sue evoluzioni repentine a farla da padrone: tra esse, lāimpatto dellāIntelligenza Artificiale, e di quella generativa in primis, sarĆ quello verosimilmente piĆ¹ importante nel breve termine per quanto riguarda lāottimizzazione nei tempi e costi della produzione dei contenuti, con tutti i caveat del caso in termini di legislazione e di impatto sulla forza lavoro.
Attualmente, in ogni caso, i dati evidenziano come lāecosistema dei contenuti digitali in Italia sia entrato in una fase di consolidamento, in cui i consumatori hanno razionalizzato la propria dieta mediatica in termini di mix di contenuti di cui fruiscono con un conseguente rallentamento di spesa e consumo. Resta da vedere sulla base di quali modalitĆ le nuove tecnologie saranno capaci di trainare lāevoluzione dellāindustria.
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