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accordo sui contenuti della sentenza d’arbitrato



Foto: Borut Zivulovic/PIXSELL/F.A. BOBO

Primo viaggio ufficiale all’estero del presidente della Repubblica di Croazia Zoran Milanović all’inizio del suo secondo mandato. Come già avvenuto cinque anni il capo dello Stato croato ha scelto anche questa volta di andare in visita in Slovenia accompagnato dalla consorte Sanja Musić Milanović. La cerimonia di benvenuto si è svolta con gli onori militari in Piazza del Congresso a Lubiana, dove ad attenderli c’era la presidente slovena Nataša Pirc Musar. Qui Milanović ha poi deposto una corona di fiori ai piedi del Monumento a tutte le vittime della guerra e alle vittime legate ai conflitti bellici. Ha fatto seguito l’incontro bilaterale tra i due capi di Stato al termine del quale entrambi si sono rivolti ai giornalisti. “Grazie per la vostra calorosa accoglienza e per la vostra cordiale ospitalità. Il mio primo viaggio fuori dalla Croazia e la mia prima visita in un Paese, come cinque anni fa quando incontrai Borut Pahor, è di nuovo in Slovenia. Non c’è bisogno di spiegare il perché, siamo buoni vicini. Negli ultimi anni le relazioni hanno seguito una traiettoria ascendente. Ci sono stati alti e bassi, ma negli ultimi anni tutto è diventato più normale. Ci sono ancora problemi che non sono completamente risolti, ma che non danneggiano le relazioni. Ma non ne parlerò perché è compito del governo farlo”, ha detto Milanović, aggiungendo che con Nataša Pirc Musar ha discusso di questioni bilaterali, di temi economici, ma anche della situazione in Europa e nel mondo.

«Guerra tra Russia e Usa»

“L’esito dei negoziati tra Stati Uniti e Russia potrebbe sfociare in una pace ‘ingiusta’, ma è comunque sempre meglio della guerra”, ha affermato Milanović, secondo il quale “la situazione non è buona e l’Europa deve ora farsi guidare dal fatto che gli Stati Uniti non sono più il suo protettore. Parlando dei negoziati tra Washington e Mosca per raggiungere la pace in Ucraina, il presidente croato ha dichiarato che le sue simpatie sono “dalla parte dell’Ucraina”, ma che si tratta di un Paese in cui “tutto ciò che è accaduto negli ultimi tre anni è stato distruttivo”. “La guerra in Ucraina è una guerra tra Russia e America e avviene sulle spalle del popolo ucraino”, ha continuato Milanović, sostenendo che alla fine sarà possibile un accordo tra i due Paesi, senza che all’Ue venga chiesto nulla.

La presidente slovena Nataša Pirc Musar ha affermato che un accordo di pace in Ucraina non può realizzarsi senza l’Europa e l’Ucraina. “Non si può parlare di pace sul suolo europeo senza l’Europa”, ha sottolineato. Alla domanda se tali negoziati fossero accettabili per la Croazia, Milanović ha risposto che sono irrilevanti perché gran parte dei cittadini croati ritiene pure inaccettabile ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza ossia “l’uccisione maniacale di persone innocenti” e “la forma più brutale di violazione dei diritti umani”. “D’altro canto, ad alcune persone non importa. Personalmente mi dà molto fastidio”, ha detto Milanović, congratulandosi con la Slovenia per aver riconosciuto la Palestina.

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Milanović ritiene che l’idea che alcuni Paesi europei hanno di inviare forze di mantenimento della pace in Ucraina una volta raggiunta quest’ultima sia una “reazione affrettata e nervosa”. Ha sottolineato che i Paesi europei non hanno la forza per un’impresa del genere, ricordando che l’esercito britannico non è composto nemmeno da 70.000 soldati. La posizione della Slovenia è che le forze di mantenimento della pace dovranno recarsi in Ucraina una volta raggiunto un accordo, ha affermato la presidente slovena, proponendo che ciò avvenga sotto l’egida delle Nazioni Unite, un’organizzazione che deve ripristinare la reputazione perduta. La scorsa settimana, Nataša Pirc Musar aveva criticato l’incontro incentrato sull’Ucraina ospitato da Emmanuel Macron a Parigi, al quale erano presenti solo alcuni Paesi europei. “Tutte le armi del mondo non ci aiuteranno se non saremo uniti quando si tratta di sicurezza e politica estera”, ha ribadito la presidente slovena.

Dubbi solo sul preambolo

Durante l’incontro stampa al termine dei colloqui bilaterali non potevano mancare le domande dei giornalisti incentrate su una questione pluriennale che riguarda i due Paesi, ossia la sentenza del Tribunale arbitrale sui confini. Milanović ha affermato che la Croazia non riconosce l’arbitrato tra i due Stati “per un motivo ben preciso”, ma che Lubiana e Zagabria concordano sul contenuto. “L’unica cosa su cui non siamo d’accordo è il preambolo, ovvero come siamo arrivati ​​alla soluzione”, ha affermato Milanović, paragonandolo ai problemi di matematica in ambito scolastico in cui non è importante solo arrivare alla soluzione, ma anche mostrare la procedura per arrivare a questa.

Nataša Pirc Musar ha sottolineato di credere fermamente che la Slovenia debba attenersi alla decisione arbitrale e che questa debba essere rispettata “alla lettera”. Ha espresso il desiderio che la demarcazione dei confini terrestri abbia inizio il prima possibile e ha invitato i governi dei due Paesi a sedersi al tavolo delle trattative e a discutere l’attuazione di questa decisione. La presidente slovena ha annunciato altresì che i due Paesi hanno raggiunto un accordo in merito alla ricostruzione di 20 ponti che si trovano sui loro confini e che la stipulazione dell’intesa dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno.

Divisi sulla politica estera

In merito ai dissapori tra Pantovčak e Banski dvori, Zoran Milanović ha affermato durante la conferenza stampa che la Croazia non dovrebbe permettersi il lusso di essere disunita in politica estera, anche se ciò non le costerebbe molto. Il presidente croato ha affermato pure che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha “finalmente” iniziato ad occuparsi della guerra in Ucraina, quindi la Croazia può ora “vivere in una beata ignoranza” perché, in particolare, ora “nessuno le chiede nulla”. “La Slovenia non può permettersi questo ‘lusso’ perché sarà membro del Consiglio di sicurezza fino alla fine dell’anno”, ha aggiunto. Il primo ministro Andrej Plenković, lo ricordiamo, aveva dichiarato il giorno prima, a proposito della cooperazione con il Pantovčak che Milanović aveva “respinto con sdegno” il suo invito a tenere una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale il giorno dell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022. Milanović ha risposto che nel periodo successivo a tale invito, aveva inviato a Plenković un invito scritto per tenere tale incontro cinque volte, che era stato “respinto ogni volta”. “Sarebbe bene se noi croati potessimo concordare su alcune cose e, per raggiungere un accordo, il premier e io dobbiamo prima parlare, per vedere su cosa siamo d’accordo e su cosa no, e poi delegare il lavoro ai livelli inferiori” che risolveranno la questione operativamente, ha continuato Milanović, aggiungendo che gli accordi non possono essere raggiunti “a livello di consiglieri”.

Da rilevare che dopo l’incontro con Nataša Pirc Musar, il presidente Zoran Milanović ha incontrato anche la presidente dell’Assemblea nazionale, Urška Klakočar Zupančić, e il premier Robert Golob.

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