La Commissione ha presentato il Clean industrial deal, il il piano d’azione per l’energia abbordabile e il pacchetto Omnibus per la semplificazione. Hoekstra: «Puntiamo a ridurre le emissioni industriali fino al 30%» in Europa
Dalla nostra corrispondente
BRUXELLES «Vogliamo mobilitare fino a 100 miliardi di euro per istituire una nuova Banca per la decarbonizzazione» ovvero per aiutare le imprese a produrre in maniera pulita. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parla al Summit europeo dell’industria ad Anversa mentre a Bruxelles è in corso la presentazione del Clean Industrial Deal con i vicepresidenti Teresa Ribera e Stéphane Séjourné, insieme al commissario Wopke Hoekstra, del piano d’azione per un’energia abbordabile con il commissario Jørgensen e del pacchetto Omnibus per la semplificazione con i commissari Dombrovskis e Albuquerque. Tre testi che mirano ad allineare gli obiettivi del Green Deal con le esigenze dell’industria.
L’obiettivo della Commissione è aumentare gli strumenti di finanziamento a disposizione delle imprese per portare avanti la decarbonizzazione, abbassare i costi dell’energia e semplificare la burocrazia «senza cambiare gli obiettivi climatici», ha detto von der Leyen aggiungendo che «l’ultima priorità del Clean Industrial Deal è adattarsi a una competizione globale più dura». La precisazione è importante perché nei giorni scorsi al Parlamento europeo i socialisti, i verdi e la Sinistra ma anche le associazioni ambientaliste hanno manifestato la preoccupazione di trovarsi di fronte a un colpo di spugna. La vicepresidente Ribera, socialista, ha spiegato in conferenza stampa che la Commissione non sta «deregolamentando, né smantellando gli obiettivi verdi. Stiamo passando dalla progettazione alla realizzazione» delle misure per un continente pulito: «Questo pacchetto non mina nessuno degli obiettivi verdi. Non mina le prospettive. Non mette in discussione o annulla ciò che abbiamo fatto in passato – ha aggiunto -. Al contrario, entriamo nella fase di attuazione in cui dobbiamo andare in profondità per immergerci in come ottenere le cose nel modo più semplice, più efficiente e più efficace, e contando sulla società». Il commissario per il Clima Hoekstra ha spiegato che la Commissione «punta a ridurre le emissioni industriali fino al 30%».
Insomma, avanti con la transizione verde. «In mezzo allo shock geopolitico scatenato dal presidente Trump, la Commissione europea ha riaffermato questa settimana il suo impegno a favore dell’azione per il clima – sottolinea Simone Tagliapietra, senior fellow del think tank Bruegel -. È una buona notizia per l’Europa, poiché la decarbonizzazione rappresenta l’unico modo strutturale per ridurre i costi energetici e aumentare la sicurezza energetica in un contesto internazionale sempre più volatile».
Il Clean Industria Deal è una tabella di marcia con le misure che la Commissione intende adottare per rendere più competitiva l’industria decarbonizzando. In particolare si concentra sulle industrie energivore e sul clean-tech perché questo settore guiderà la trasformazione industriale e ha bisogno che aumenti la domanda di prodotti e materiali puliti.
La Commissione rivedrà la direttiva sugli appalti pubblici, introdurrà un nuovo quadro per gli aiuti di Stato nell’ambito della decarbonizzazione, accelererà l’autorizzazione per l’accesso industriale all’energia e la decarbonizzazione industriale, come la modernizzazione dei siti di produzione dell’acciaio, a marzo identificherà un primo elenco di progetti strategici per aumentare la capacità dell’Ue di estrarre, elaborare e riciclare materie prime strategiche e diversificare le forniture dell’UE da paesi terzi. Inoltre, ha spiegato Hoekstra, «stiamo semplificando significativamente il meccanismo di aggiustamento delle emissioni di carbonio alle frontiere (Cbam)»: «Esentando il 90% delle aziende che rientrano nell’ambito della revisione del Cbam – ha assicurato – saremo comunque in grado di garantire la cattura di oltre il 99% delle emissioni».
Quanto alla Banca per la decarbonizzazione dell’industria, che punta a raccogliere 100 miliardi di euro per gli investimenti, Hoekstra ha spiegato che si tratta «di circa 20 miliardi dall’attuale Fondo per l’innovazione, a partire dal 2025, quindi altri 30 miliardi di contributi volontari degli Stati membri alla Banca. Poi c’è circa il 10% della quota di quote Ets per i periodi 2028-2037, che sarà circa 33 miliardi: questo ci porta a circa 83 in termini di finanziamento diretto. Se poi prendiamo altri 2,5 miliardi da InvestEu, che in base alla nostra esperienza, possiamo sfruttare all’incirca con un fattore di 10. Ciò ci porta oltre la quota di 100 miliardi».
La Commissione spiega che il piano d’azione per un’energia abbordabile, presentato dal commissario Jørgensen, punta a portare «sollievo alle famiglie che devono affrontare bollette energetiche elevate, ma anche alle industrie che lottano con costi di produzione elevati, con un risparmio complessivo stimato di 45 miliardi di euro nel 2025, che aumenterà progressivamente fino a 130 miliardi di euro di risparmi annui entro il 2030 e 260 miliardi di euro entro il 2040». In che modo? La Commissione offrirà supporto agli Stati membri, in particolare nelle aree della tassazione e delle tariffe di rete, dove è possibile adottare misure immediate. «La Commissione – spiega una nota – emetterà una raccomandazione su come abbassare i livelli di tassazione dell’elettricità in modo efficace e su come sfruttare al meglio le possibilità esistenti per ridurre le tasse fino a zero per le industrie e le famiglie ad alta intensità energetica». Ma uno degli obiettivi principali del piano è completare l’Unione dell’energia, fondamentale per il calo dei prezzi nel medio e lungo termine.
La semplificazione proposta nel primo pacchetto Omnibus presentata da Dombrovskis e Albuquerque riguarda quattro testi legislativi Ue: la tassonomia (il sistema di classificazione degli investimenti sostenibili Ue), la direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (Csrd), la direttiva sulla due diligence per la responsabilità aziendale, il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam). La Commissione europea propone che solo le aziende europee molto grandi, con oltre mille dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato annuo, siano tenute a riferire ogni anno sul loro allineamento alla tassonomia per le altre è prevista la segnalazione volontaria. Con la modifica, ha indicato il commissario all’Economia Dombrovskis, oltre l’80% delle aziende saranno esentate dalla rendicontazione obbligatoria della tassonomia.
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