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Aumenti continui delle rette delle Rsa, Gruppo Solidarietà: “Acquaroli e Saltamartini spettatori”


Mentre si assiste a continui aumenti delle rette a carico degli utenti nelle residenze per anziani, Acquaroli e Saltamartini si confermano nel loro ruolo di spettatori.

La regione Marche azzera nel 2025 il fondo di solidarietà (circa 3,5 milioni anno) per persone con disabilità e disturbi psichici, introduce un fondo (4 milioni su 3 anni) per sostenere le famiglie nel pagamento delle rette nelle residenze per anziani. Rette che la Regione continua a non stabilire nelle residenze protette. Intanto da due anni il fondo regionale (5,5 milioni di euro) non autosufficienze, nonostante la siderale distanza tra domanda e offerta di interventi e servizi a sostegno della domiciliarità, viene sostituito integralmente da fondi europei. Ma andiamo con ordine.

Con la legge di stabilità 2025 la regione Marche ha previsto un finanziamento di 4 milioni di euro per il triennio 2024-26 a sostegno delle rette nelle residenze sociosanitarie per anziani. Contemporaneamente non ha rifinanziato il fondo solidarietà (attivo dal 2017) a sostegno delle rette residenziali di persone con disabilità e disturbi mentali (fondo, di circa 3/3,5 milioni di euro/annuo usufruito da circa 400 persone. Per chi volesse approfondire, rimandiamo a questa scheda). Sul nuovo fondo anziani ha messo quasi quanto precedentemente finanziava in un anno.

Ma vediamo meglio la questione rette nelle residenze per anziani non autosufficienti. Non passa giorno che non si abbia notizia di consistenti aumenti delle quote, a carico dei residenti nelle strutture per anziani non autosufficienti della nostra Regione.

Quanto dovrebbe pagare l’utente e/o il Comune per un ricovero in una residenza sociosanitaria per anziani convenzionata? La tariffa deve essere stabilita dalla Regione che lo ha fatto (2014) per le Residenze sanitarie assistenziali (RSA) anziani, ma non per le residenze protette (RP) anziani, la cui indefinizione tariffaria dura da oltre un ventennio. Per le prime la quota stabilita dalla Regione è di 42,50 euro giorno ma alcune strutture, come ad esempio le RSA Anni Azzurri del gruppo KOS Care, non la rispettano e ciononostante la Regione fa finta di non sapere che la norma stabilita viene violata.

Per le seconde (Residenze protette) la Regione continua a non fare la prima cosa che dovrebbe: la definizione del costo, la cosiddetta tariffa, che la norma nazionale stabilisce debba essere pagata per metà dal servizio sanitario e per l’altra metà dall’utente e/o, se non ha redditi sufficienti, dal Comune (ricordiamo questo aspetto troppo spesso sottaciuto. La quota sociale è a carico dell’utente e se non ha redditi sufficienti del Comune di residenza che deve definire un Regolamento nel quale si disciplina l’eventuale partecipazione).

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Nel 2023 la regione ha stabilito ad esempio che la quota sanitaria giornaliera nelle RP anziani è di 37,70 euro, (+ 4,19 euro rispetto alla quota precedente di 33,51) circa 1.150 euro mensile; la quota utente dovrebbe, dunque, essere analoga (1.150 euro circa), per una tariffa totale di circa 2300 euro.

Gli aumenti delle rette nel 2025 (ma già cospicui aumenti erano avvenuti nel biennio 2023-24) da parte degli enti gestori, stanno portando nei posti convenzionati (in quelli non convenzionati è di circa 2400/3000 euro) a quote utente che oscillano tra i 1.300 e i 2.200 euro mese (QUI le rette 2023 e 2024 praticate nella provincia di Ancona).

Va ricordato che ogni aumento di quota sociale deve essere recepito nelle convenzioni che ogni struttura sottoscrive con l’Azienda sanitaria. Le convenzioni 2025 non sono state ancora firmate e dunque ancora non conosciamo a quanto, per singola struttura, viene addebitato come quota utente. Invece, dunque, di stabilire la tariffa, calcolata sui costi di gestione, dando certezze a tutti i soggetti interessati (residenti, famiglie, gestori) la Regione fa finta, ora, di sostenere gli utenti attraverso la costituzione di un fondo peraltro del tutto inadeguato.

Quante persone dovrebbe sostenere? Nei posti per non autosufficienti nelle Marche ci sono circa 7.000 persone. Se si dovessero raggiungere tutti, la diminuzione sarebbe di qualche centesimo al giorno. Anche volendo procedere con criteri selettivi le riduzioni sarebbero, comunque, irrisorie. Ma poi: Per quanto riguarda i circa 4.900 posti di Residenza protetta convenzionata. Se gli aumenti sono determinati da prestazioni sanitarie aggiuntive, in particolare, ma non solo, infermieristiche, perché i maggiori costi sanitari dovrebbero essere pagati dagli utenti/Comuni e non dal servizio sanitario?

Nei pochi mesi rimasti per le elezioni regionali è opportuno che Il presidente Acquaroli e l’assessore Saltamartini svestino i panni di spettatori e assumano finalmente quelli di protagonisti a tutela delle molte migliaia di persone non autosufficienti e delle loro famiglie che attendono provvedimenti effettivi a loro tutela.

Il Gruppo Solidarietà nei giorni scorsi ha chiesto alla Commissione Consiliare competente una seduta tematica su questi problemi con la partecipazione di tutti gli attori (da chi i servizi li riceve a chi li gestisce). Vediamo se mancherà anche questo coraggio!



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