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Monesi, storico miracolo? Il presidente Scajola: ‘La Provincia e progetto di 5,6 mln. Il Comune di Triora ha acquisito le ‘aree strategiche’. 200 mila € per bici in seggiovia. I ricordi: ‘Avevo 5 anni…’


Il Comune di Triora, responsabile del progetto di riqualificazione di Monesi, ha acquisito le aree dell’albergo Redentore, che verrà demolito per fare spazio ad una piazza panoramica.(Vedi ampio fotoservizio su altra pagina-titolo del blog)

Monesi inverno 1957 con il complesso dell’albergo Redentore che ora sarà demolito per realizzare un piazzale (foto Cevedini)

Ecco quanto si è letto il 20 febbraio 2025 su lavocediImperia a firma di Silvia Balestra-  “Rilanciare l’entroterra partendo da Monesi: pronto un progetto da 5,6 milioni. La Provincia parteciperà a un bando nazionale per lo sviluppo delle aree dismesse.

Rilanciare l’entroterra, partendo da Monesi. Tra le pratiche approvati questa mattina in consiglio provinciale anche il progetto di sviluppo delle aree dismesse del comprensorio di Monesi di Triora.

Un progetto che punta a ripristinare le infrastrutture locali e valorizzare l’intera zona. In particolare, prevede il ripristino della seggiovia Monesi-Trepini, la sistemazione di aree e fabbricati e l’acquisizione delle aree. “Monesi è un luogo delle nostre Alpi molto significativo e deve essere sfruttato come attrattiva turistica”, ha detto il presidente della Provincia Claudio Scajola. (Purtroppo di Monesi non si è ancora ascoltata una dichiarazione di impegno del neo presidente Bucci a meno che i mass media l’abbiano ignorata, o forse non sia stato motivo di loro domande nelle sue tappe a Imperia e sarebbe deplorevole ndr)

La Provincia parteciperà a un bando pubblico per la selezione di Piani di Sviluppo in aree dismesse o in disuso, ma nel caso il progetto venisse scartato si procederà comunque con il ripristino della seggiovia: “È un bando difficile da vincere perché è nazionale, ma il nostro progetto è buono e speriamo di ottenerlo. Se non otterremo i finanziamenti -ha proseguito Scajola– investiremo 200 mila euro per la seggiovia, per renderla anche adatta al trasporto delle bicilette”. Centrale, dunque, il ruolo dell’Ente che, come sottolineato dal consigliere Mario Conio, diventa portavoce delle necessità del territorio.

Il Comune di Triora è il responsabile del progetto di riqualificazione, che prevede anche la demolizione parziale della pista di pattinaggio, con l’installazione di una rampa per facilitare l’accesso ai disabili. Il Comune ha già acquisito le aree dell’albergo Redentore, che verrà demolito per fare spazio alla creazione di una piazza panoramica con parcheggio”.

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Fin qui le ultime fiduciose notizie-novità social.

Il compianto sindaco di Briga Alta Guido Lanteri

2/LA MIA TESTIMONIANZA DA PAGINE DI STORIA- Deteniamo un piccolo ‘primato’, con malcelato orgoglio, di veterani cronisti montanari della storia delle due Monesi. Utile anche ricordare che l’unico ministro della Repubblica che ha soggiornato all’albergo Redentore era stato il genovese on. Paolo Emilio Taviani. Lo ripeteva spesso agli amici il compianto sindaco di Briga Alta Guido Lanteri (eletto dal 1988 al 2001 e ancora dal 2006 al 2008, prima con il Movimento sociale, poi indipendente, infine lista civica) che gestì la struttura negli anni più felici di Monesi turistica estiva e invernale. Guido sempre coerente con la sua fede  missina. Il suo Comune, enclave cuneese in provincia di Imperia, dal 1871, anno in cui venne fatto il censimento, raggiunse l’apice del numero di residenti (1361), ad oggi ha perso il 96,57% della popolazione (38).

Monesi turistica è stata trampolino di lancio di Monesi di Mendatica. Valorizzando il  mercato immobiliare dei tecci ed alcune aree attigue dove sono sorte ville ed edifici multipiano. Da mendaighini, controcorrente, avremmo auspicato che si mantenesse le caratteristiche di vero ‘borgo antico’, senza nuove costruzioni ed ampliamenti, ovvio che serviva ristrutturazione e adeguamento edilizio del preesistente. Sarebbe stato un unicum in Liguria. E’ quanto si può ammirare, senza andare troppo lontani, seppure solo in parte, nella frazioni Carnino e Upega, la stessa Piaggia.

Caterina Porro (Cichetta) e Pietro Pelassa, nati a Mendatica e tra gli ultimi pastori di Monesi (archivio Trucioli.it foto 1968 a Peagna di Ceriale)

La nostra testimonianza, dalle due Monesi, inizia all’età di 5 anni (estate 1950), quale nipotino di pastori transumanti a Ranzi di Pietra Ligure (seconda generazione dei Pelassa, 3 figli, 4 sorelle), poi a Toirano (Pelassa e Porro), infine a Peagna di Ceriale (coniugi Pelassa-Porro). Si aggiunsero la figlia Pierinagli e il genero. Armando Corrado, origini a Trappa di Garessio, ha realizzato i vecchi muri di cinta dei camposanto di Mendatica e Piaggia. Pietro Pelassa (Peantugnin di Gnancoi) ebbe 7 figli nei sette anni di militare in fanteria, 2 trascorsi al fronte con la disfatta di Caporetto che ha rischiato di distruggere l’Italia ma finito per unirla.

In vita rimasero il figlio Secondo e la figlia Pierina. Gli altri morirono nei primi mesi dalla nascita. Pierina, da diciottenne, presente con due immagini nel prezioso libro ‘MendaticA’ dello storico del paese Pietro Porro.

LA CIVETTA E IL FERETRO – Pietro Pelassa aveva sposato Caterina (Cichetta di Storti) Porro. Dagli anni ’60 iscritti a Coldiretti di Imperia. A Peagna i coniugi mendaighini prima dimoravano nella Bandia du Finun, nel piano sottostante una famiglia di altri transumanti di Viozene. Accade che durante la recita del rosario nella stanza dove si trovava un defunto, una civetta non dava tregua. Per le nostre credenze sentire ‘l’accanito’ canto stridente della civetta vicino a casa porta sfortuna o presagio di morte. Ebbene d’un tratto crollò il pavimento di legno, il feretro con una decina di persone in preghiera, compreso il parroco, finirono nella stalla sottostante senza gravi conseguenze.

‘CA GIRARDENGHI’, LA STORIA STORPIATA – La coppia di pastori di Mendatica si trasferì, primi anni ’30, nel vecchio stabile, ora ristrutturato, denominato impropriamente ‘Ca Girardenghi’, famiglia genovese che non ha mai abitato a Peagna, proprietari terrieri. Il patrimonio fu ereditato dai Lertora sempre di Genova. Un particolare forse merita un cenno che a Peagna ormai nessuno ricorda. Accadeva con una certa frequenza che in paese arrivasse un viandante. Ebbene la gente lo invitava “Vada in cima al paese, c’è una famiglia di pastori….”. Non mancava mai un piatto di minestra o minestrone, a mezzogiorno pastasciutta, pane casalingo, un quarto di vino. Si fermavano due, tre notti, dormendo nel fienile della stalla, poi ripartivano. Sempre uomini del Nord Est, Veneto e Friuli Venezia Giulia in particolare. E come non ricordare Giulio Richermo di Trovasta (IM) che lasciato il convento dei frati a 15 anni, venne come garzone dei Pelassa-Corrado, rimandovi per 76 anni, fino alla sua morte. Cichetta, donna pia, timorosa di Dio e laboriosa, ebbe tra i primi la tessera della Democrazia Cristiana.

Un avo dei Pelassa  è raffigurato, a torso nudo, nella navata centrale della chiesa parrocchiale di Mendatica, mentre con una ascia pare voglia decapitare una persona (un traditore?un eretico?). Si narra che venne ritratto perché all’epoca era l’uomo più forte del paese.

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LA PRIMA LOCANDA DI MONESI DI MENDATICA- Torniamo a Monesi di Mendatica, la prima locanda, con stalla, ospitava viandanti e cavalli e trucioli.it ha già scritto. Era fine 800-inizio 900. Nel borgo sorgono, via via, in piccoli apppezzamenti una trentina di ‘tecci’ e la ‘chiesetta’. ‘Tecci’ in pietra e robuste ‘ciappe’ (tetti) ricavate da tre cave a U Bausu, oltre a calce bianca e robusti travi di larice albero dei vicini boschi. Ogni ‘teccio’ aveva stalla e fienile dove si custodiva anche il raccolto (patate, grano, granoturco, avena, rape, formaggi, brussu) per l’autunno e la stagione invernale. Non c’era luce elettrica, solo lanterne a acetilene. Rare candele. L’acqua potabile, per chi abitava nella zona più vicina ai confini con Piaggia, si andava a prendere, con il secchio, da una fontanella sopra la strada che costeggia il Tanarello e attigua ad un ponticello ancora ‘salvo’. E qui, nel piccolo torrente, che le massaie lavavano i panni. La spesa alimentare (tre negozi) si faceva nella vicina Piaggia dove si trovavano l’ufficio postale, il postino, parrocchia e parroco, tabaccaio, due  locande. Ogni mattina, alle sette, il rintocco delle campane annunciava il ‘Benedictus’ (lode) e la Messa. La domenica o alle feste comandante Messa, alle 10,30, alle 16 i vespri. Alle 19 per 360 giorni i rintocchi, l’Ave Maria (Angelus). I sacerdoti dedicavano un paio d’ore al giorno alla doverosa lettura del Breviario e recitare il Rosario.

A Piaggia l’edificio più ‘moderno’, dopo quello dell’Americano, ospitava nell’attuale sede del Municipio-Pro Loco la Guardia di Finanza (presenza per la dogana di confine e anti contrabbando). Negli anni del primo e secondo dopoguerra invece si trovava in uno stabile, sulla provinciale, all’inizio di Monesi di Mendatica.

RAGAZZINO CHE VENDE MAZZETTI DI LAVANDA – Il primo  fugace e casuale incontro con Ingo Galleani lo ebbi un sabato mattina. Ingo si fermò, attratto dal ragazzino, che ai bordi della strada offriva mazzetti di lavanda. Un sorriso, poche parole, prese la profumata lavanda e mi diedi 5 lire. Ero felicissimo, corsi dai nonni.

Ingo con tre fratelli: Enrico il banchiere, e Roberto agenzia viaggi, tutti con interessi nell’edilizia a Ceriale, Garlenda, Albenga. Ingo, bella presenza, aitante, ogni giorno raggiungeva il cantiere, alla guida di una Lancia, per controllare i lavori. Si iniziò con gli scavi, sorse l’albergo Redentore, la seggiovia, quindi la volta di altri manufatti come emerge dalle foto.

IL MITICO ‘AMERICANO’- Rare volte trovai Pietro Toscano, soprannominato l’Americano che di ritorno dal Perù acquistò l’intera montagna. Ogni tardo pomeriggio portavo a casa Toscano mezzo litro di latte di mucca appena munto. Era lui ad aprire la parta, persona di poche parole, saldava il conto ogni fine settimana. Qualche volta aggiungeva una ‘mancetta’.

LE MUCCHE E LE VIPERE- A proposito delle mucche, a volte, erano accudite al pascolo, dal pastorello, nei terrazzamenti scoscesi di fronte al Tanarello, territorio di Mendatica. I nonni mettevano in guardia dalla presenza di vipere e una raccomandazione. Quando sul far della sera vedi una mucca immobile, che non brulica più l’erba, avvicinati perchè una vipera le sta succhiando il latte. Fai attenzione e allontana con cautela la bestia. Spesso ci si muniva di un bottiglia chiara, si introduceva poco latte appena munto, si deponeva vicino ad una pietraia o una piccola vena d’acqua. La vipera che è sorda, viene attratta dall’odore del latte, si introduce e non riusce più a uscire dal cono.

L’ANTEFATTO TOSCANO -GALLEANI- Con pubblico contratto di locazione, dal 1953, Pietro Toscano (padre di Terenzio primogenito, ora non più in vita e di Enrico che trascorre la serena vecchiaia Alassio) concedeva in locazione trentennale per il canone annuo di £. 5.000 al de Galleani N.H. Federico padre di Roberto, Ingo ed Enrico, unico figlio con l’appellativo di conte e detto ‘banchiere’). Federico dimorava alle Navette (nella ‘casa dei cacciatori’), con la compagna,  fino alla sua morte nel 1971. Nell’atto notarile de Galleani senior accettava: “una superficie di terreno nei Comuni di Triora e Briga Alta, regione Tanarello, da scegliere nella maggior estensione di terreno di proprietà del Signor Toscano Pietro, per realizzare dal signor de Galleani impianti di uno o più seggiovie, skilift, fabbricati per Alberghi o Pensioni, stazioni di arrivo o partenze delle seggiovie con belvedere ecc….Quando il locatario intendesse costruire fabbricati od erigere infissi sul terreno, il locatore si obbliga a cedere il relativo appezzamento di terreno per la costruzione coi necessari accessori al prezzo di lire una al metro quadrato, e per un massimo di mq. 20.000 circa” .L’art. 9 del contratto prevedeva che “L’iniziativa del de Galleani è destinata alla valorizzazione e potenziamento turistico e sportivo invernale ed estivo della zona di alta montagna”, motivo evidentemente giustificante l’esiguità delle cifre in gioco. I Toscano non sono mai stati favorevoli a colate di cemento.
SMANTELLATA LA VECCHIA SEGGIOVIA E’ SORTO L’ALBERGO-RISTORANTE- NEGOZIO DI ALIMENTARI, ‘LA VECCHIA PARTENZA’- Causa vetustà e mancanza di tutti i requisiti relativi alla sicurezza, scadenza trentennale, la seggiovia era passata di proprietà dei fratelli Toscano. Gli stessi  gestivano gli impianti da scii. L’albergo – ristorante La Vecchia Partenza realizzato dalla famiglia Porro, artigiani di successo della pasta fresca, a Nava e successivamente del rifugio La Terza sul Saccarello. Anche la Vecchia Partenza ha chiuso i battenti lo scorso anno, dopo la rinuncia degli ultimi giovani gestori. Andava a gonfie vele con i coniugi Franca cuoca e il marito Remo Porro ora novantenne. Ama trascorrere le giornate estive a La Terza gestito dai due figli. Il locale – ristorante e camere- riaprirà ai primi di giugno, è meta di italiani e stranieri.

QUANDO INIZIO’ L’AGONIA – Monesi ebbe il colpo di grazia, quasi letale, con la morte – incidente sul lavoro- di Armando Lanteri che estese la sua attività edilizia, nuove costruzioni, anche Monesi di Mendatica e Valcona. Si sentì particolarmente contrariato quando pubblicai sul Secolo XIX e sulla La Gazzetta del Lunedì un articolo dal titolo “Monesi turistica. Qui ballano i topi. Siamo alla decadenza. I politici blaterano, mentre la Valle Arroscia si avvia ad un declino inesorabile. Chiusura e spopolamento. A meno che….”.  Difficile dimenticare che Armando Lanteri un giorno mi invitò nel ‘gabbiotto in muratura’ che inizialmente ospitava la chiesetta, poi l’ufficio del distributore di carburante (gasolio). “Non ti metto le mani addosso perchè….ti rendi conto del danno che ci arrechi….”. Ovviamente non chinai il capo, cercai di fargli capire che è inutile nascondere la testa sotto la sabbia. Non si possono illudere o deludere visitatori e ‘amici di Monesi’. Bisogna che i politici si diano una sveglia prima che i buoi scappino dalla stalle. Servono interventi di istituti di credito, delle Regioni Liguria e Piemonte. Ovvio che negli anni evitai di incrociarlo.

Non mi arrogo il titolo di veggente, sarebbe ridicolo. Nonostante le trombe, i titoli, gli annunci, le ripetute promesse dei politici imperiesi (anche la Regione ci metteva del suo, a parte gli stanziamenti di Burlando presidente, Raffaella Paita vice, le loro frequenti visite fotografate e riprese dai media).

GLI ILLUSIONISTI – Il rilancio era sempre dietro l’angolo a leggere e ascoltare soprattutto due ‘campioni’ del giornalismo imperiese più diffuso e autorevole. Milena Arnaldi (Il Secolo XIX) e ‘bonanima’ Imperia TV con il popolare capo redattore Andrea Pomati.  Donatella Alfonso su la Repubblica del 6 ottobre 2020: “Monesi, l’estate della ripartenza…”. La platea dell’applausometro era nutrita, gli sponsor di riferimento riveriti. Gli altri invece erano dei ‘disfattisti’. Si chiacchierava, dietro le quinte, del ruolo di una ‘premier femme‘. Dove siamo arrivati ormai da anni ? L’ultimo progetto annunciato dal big nazionale Claudio Scajola sarà il miracolo? Meglio tardi che mai. E forse da decani non lo vivremo.

ONORI AL MERITO – Sta di fatto che a Monesi di Triora è rimasto, unico esercizio pubblico, il bar Vittoria, della benemerita e resiliente Annalisa Lanteri (seguita da mamma Elisa) che l’8 settembre 2024 ha postato sulla pagina Fecebook: “Siamo chiusi per un po’…. Ci stiamo rifacendo il look”. 

Resiste la Melaverde di Marco Lanteri (servizio noleggio bike e scii). Tra le buone notizie il bar Vittoria ‘tirato a nuovo’ dovrebbe riaprire entro primavera, la Vecchia Partenza sarà riaperta senza ristorante-bar, solo camere e colazione. L’alternativa è  raggiungere Piaggia, a meno di 2 km. Un altro mondo? Ognuno può farsi un’idea. Come Trucioli.it ha scritto c’è il ‘tesoretto’  di DolceMente, la sua ‘fuoriclasse innamorata perdutamente’ di questi angoli. Monica, tuttofare e grazie al prezioso aiuto del compagno Giuliano. Negli anni DolceMente è stato ampliato da vera struttura ricettiva dove trovare posto è un’ impresa tutta in salita, prenotazione quasi d’obbligo. A dare forza e lustro, a Piaggia, è arrivata dalla scorsa estate la locanda-osteria-bar-bottega La Briga. Hanno sapientemente ristrutturato alcuni locali nell’edificio Comunale. La notizia non ha ancora avuto l’eco che merita sui media liguri e piemontesi. Viene da se rendere onore a quanti si tirano ‘su le maniche’ e investono, praticano il ‘credo’ verso i nostri monti, i loro antichi paesi. La ricchezza più salutare è l’antistress, l’aria pura, il ‘dono’ dall’alba al tramonto di madre natura, la notte che scriveva  Van Gogh diventa specchio della propria anima. E laggiù si può scorgere il mare, la costa. E’ vivere in un altro mondo, quello della frenesia e trasformati spesso in automi.

Luciano Corrado

3/TRUCIOLI.IT pubblicava il 19 aprile 2018 con 2.425 visualizzazioni- …..In particolare (si era nell’anno 1983), qualora la stazione turistica fosse stata in grado di accoglierli, l’Agenzia “Arthur-tour” di Boston si sarebbe potuta impegnare – a partire dall’inverno 1985 – a garantire alcune migliaia di presenze a Monesi da parte di cittadini americani fruenti di particolari “combinazioni neve” in Europa. La nota società “Intersport” di Berna nel 1983-84 aveva ripetutamente inviato suoi consulenti a Monesi per studiarne le suscettibilità. Aveva fatto seguito la visita del CEO che si era dichiarato disposto ad un impegno teso alla creazione ed alla gestione di una idonea e rilanciata stazione turistica . Anche una società turistica facente capo a una nota compagnia aerea nordamericana si era dimostrata interessata all’inserimento di Monesi (per la prossimità con la Costa Azzurra) nei propri programmi di viaggi turistici, data la possibilità di utilizzare l’aeroporto di Nizza normalmente fruibile dalla compagnia madre.

Quando si rappresentavano questi ‘piani e progetti’ di rilancio alla Pubblica Amministrazione, per tutta risposta una volta venne detto che “Monesi si sarebbe anche potuta espropriare… “! Che razza di amministratore!? Si può ben immaginare la reazione dei fratelli Toscano che in Perù erano già stati espropriati di metà della loro vita! Una pubblica vergogna! Peggio del dittatore rosso peruviano ? Sta di fatto che dovettero far fronte alla ‘minaccia’ mettendo in campo un poderoso studio legale di Genova.

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L’impossibilità di poter assumere qualsiasi futuro impegno per carenza di normativa urbanistica, quindi di certezza su ciò che sarebbe stato realizzabile e sulla predisposizione dei necessari progetti esecutivi, impediva la prosecuzione di seri e concreti rapporti. L’annoso perdurante stato di incertezza sulle intenzioni della P.A. circa il futuro di Monesi consigliava di non proseguire oltre. Chi poteva rischiare con i soldi propri ?  Nel periodo in cui fu sindaco Guido Lanteri ci furono altri tentativi di coinvolgere una grosso banca (allora San Paolo di Torino) che però era solo interessata a finanziare, eventualmente, operazioni di natura edilizia.

Monesi di Triora è stato il classico triste esempio di intervento nel quale l’investitore privato dipende totalmente dalle previsioni e dalla volontà dell’Ente Pubblico e deve programmare il ritorno dell’investimento esclusivamente in base a quanto gli viene concesso di fare. Era stato concesso niente: è stato realizzato niente! E’ vero che negli ultimi  anni è stata realizzata una nuova seggiovia, solo primo tronco e con la pazzesca limitazione (a tutela della nidificazione del gallo forcello) a non essere più attiva tutto l’anno come accadeva in passato, ma solo in presenza di neve. A questo si aggiunga che a fronte dell’impegno della Regione con la giunta Burlando (quattro visite e sopralluoghi a Monesi del presidente Burlando in compagnia di Raffaella Paita che fallirà nella scalata alla presidenza con la vittoria del forzista Giovanni Toti, ex direttore di Rete 4 del Gruppo Mediaset -Berlusconi), finì per perdersi il promesso finanziamento della Fondazione Carige, prima per i continui rinvii burocratici, lungaggini all’italiana, poi si aggiunse il ‘tracollo’ del gruppo dirigente con il ‘sommo pontefice’ della banca, Giovanni Berneschi, finito agli arresti ed accusato di aver sottratto una sessantina di milioni di euro, di aver concesso finanziamenti a gruppi imprenditoriali insolventi. Sta di fatto che il milione e rotti che serviva per completare la seggiovia fino a sotto il Redentore non sono stati trovati, eppure la struttura era un’attrazione da un milione di ‘biglietti’ venduti nel periodo in cui restò attiva tutto l’anno.

Dire che la politica ed i suoi maggiori rappresentanti imperiesi abbiano brillato per ‘salvare’ Monesi è un eufemismo. Non c’è neppure da fare retorica se si pensa che alcuni esponenti di spicco del potere politico ed economico imperiese avevano la ‘seconda casa’ o villa a San Bernardo di Mendatica, a Monesi, un sindaco di Mendatica è stato  autorevole vice presidente della Provincia in quota Lega Nord, un ex assessore in Regione e parlamentare ha origini a Mendatica. Non ha neppure giovato, anni or sono, quando la Provincia di Imperia (gli anni dei 13- 15 dirigenti, prima in Liguria, seconda solo alla Sicilia) fu protagonista con le iniziative della “Alpi Liguri Sviluppo e Turismo srl” . Gli anni del presidente Giuliano e soprattutto del presidente della società Gabriele Saldo, con seggiovia costruita dalla Provincia.  Con la Srl Alpi Liguri finita nel baratro di debiti ed insolvenza. Si è passati dalla gestione allegra alla liquidazione, con un capitale di 74 mila euro interamente versato e bruciato con un ‘buco’ di oltre due milioni.

Monesi dove si è sempre chiesto un’esame di coscienza ai fratelli Toscano, noi aggiungiamo che dovevano pure guardarsi alle spalle perchè in troppi hanno ignorato che molti altri avrebbero dovuto guardarsi allo specchio. La proprietà dei Toscano (oltre 700 ettari, territorio di Triora e Briga Alta, tra le province di Imperia e Cuneo) è in vendita dalla scorsa estate, ora, dopo la morte di Terenzio, restano eredi il fratello Enrico che vive ad Alassio e Tiziana Sabato che è stata dichiarata ‘erede universale’ ed ha acquistato, pare per un milione di € la parte di Enrico, esclusa la casa di famiglia a Piaggia e terreni attigui. Tiziana strappata alla gioia di vivere da un male crudele, ha come erede la figlia sposata e madre di una bimba.  Tiziana che aveva trasferito da anni la residenza da Piaggia (Briga Alta) a Pieve di Teco. Monesi può ritrovare la sua gloriosa storia con le armi della cultura e della sana e lungimirante politica. (L.Cor)

4/ANNI ’80  GAZZETTA DEL LUNEDI A FIRMA DI LUCIANO CORRADO

5/20 OTTOBRE 2008- IL RICORDO DI GUIDO LANTERI ALLA MORTE DI GUIDO LANTERI SINDACO

Piaggia Marittima (Briga Alta, provincia di Cuneo) – La sua corazza, alla fine, ha ceduto. Consumato dalla malattia e dalla sofferenza. E’ morto Guido Lanteri, 73 anni, sindaco in carica (più volte primo cittadino) di BrigaAlta, comune dove molti savonesi, genovesi, imperiesi hanno la “seconda casa”, tra i centri di Piaggia, Upega e Carnino. Terre di lingua occitana,
terre un tempo abitate da pastori veri che praticavano la transumanza verso i centri della costa savonese ed imperiese. Guido è stato a lungo il simbolo vivente della vicina Monesi di Triora, per aver gestito con la moglie, le due anziane zie, le figlie allora ragazzine, l’albergo “Redentore” (da anni ormai un rudere) già di proprietà dei banchieri Galleani. L’albergo
frequentato negli anni ’60 dall’allora ministro Paolo Emilio Taviani ed altri big della politica ligure, ma anche da molte famiglie di spicco dell’imperiese (gli Scajola, i Verda, gli Isnardi, i Carli). Numerosi i villeggiamnenti genovesi che soggiornavano anche per un mese al Redentore.

6/RIVIERA24- 9 SETTEMBRE 2020- Apertura di un impianto sciistico nel mese di dicembre per incentivare il turismo invernale, inoltre verrà potenziata l’attuale seggiovia con ganci per il trasporto di biciclette per l’estate.

Imperia. Si è svolta questa mattina nella Sala del Consiglio della Provincia di Imperia una riunione convocata per fare il punto in merito alle azioni di rilancio di Monesi. Alla riunione era presente il presidente della Provincia Domenico Abbo, l’assessore uscente all’Urbanistica ed alla Pianificazione del territorio Marco Scajola in rappresentanza della Regione Liguria con i suoi collaboratori, i diversi sindaci della zona ed i sindaci e il presidente del Parco Alpi Liguri.

La riunione è stata molto positiva, tutti si sono trovati in sintonia per lavorare al rilancio della località di Monesi, che avverrà anche grazie all’apertura di un impianto sciistico nel mese di dicembre per incentivare il turismo invernale. Inoltre, si potenzierà l’attuale seggiovia, con ganci per il trasporto di biciclette, in quanto anche il turismo estivo può essere di straordinaria rilevanza per Monesi.

Infatti, da quando il 6 di luglio è stata riaperta definitamente la strada di collegamento, finanziata dalla Regione Liguria, Monesi ha avuto un boom di presenze per tutta la stagione estiva, è quindi fondamentale che la seggiovia sia attrezzata anche per il trasposto delle biciclette.



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