“L’adozione dell’intelligenza artificiale nella gestione del personale pone sfide significative sul piano etico e legale. Da un lato, i datori di lavoro devono garantire la trasparenza e l’equità degli algoritmi utilizzati per il reclutamento, la valutazione delle performance e la gestione delle carriere. È fondamentale prevenire il rischio di discriminazioni algoritmiche e garantire che le decisioni prese dall’AI siano verificabili e giustificabili.” Il Presidente di Confprofessioni, Marco Natali, anticipa a IPSOA Quotidiano i temi che verranno trattati al 14° Forum One LAVORO, dedicato a “Sicurezza e Innovazione, le sfide del 2025 per il lavoro”, che si svolge a Modena e in live streaming.
Si svolge a Modena il 14° Forum One LAVORO, dedicato a “Sicurezza e Innovazione, le sfide del 2025 per il lavoro”, organizzato da Wolters Kluwer in collaborazione con Dottrina Per il Lavoro. Il Presidente di Confprofessioni, Marco Natali, anticipa a IPSOA Quotidiano i temi che verranno trattati al centro dell’evento.
Quali sono le principali sfide etiche e legali che i datori di lavoro devono affrontare nell’implementazione dell’intelligenza artificiale nella gestione del personale?
L’adozione dell’intelligenza artificiale nella gestione del personale pone sfide significative sul piano etico e legale. Da un lato, i datori di lavoro devono garantire la trasparenza e l’equità degli algoritmi utilizzati per il reclutamento, la valutazione delle performance e la gestione delle carriere. È fondamentale prevenire il rischio di discriminazioni algoritmiche e garantire che le decisioni prese dall’AI siano verificabili e giustificabili. A questo proposito Confprofessioni ha firmato la Rome Call for AI Ethics, che promuove un’intelligenza artificiale antropocentrica, inclusiva e trasparente. L’adesione ai suoi principi: trasparenza, inclusività, responsabilità, imparzialità, affidabilità e sicurezza, può aiutare le aziende, e i professionisti, a integrare l’AI in modo etico e sostenibile, evitando impatti negativi sui lavoratori e sulla società.
Sul piano legale, il rispetto del GDPR e delle normative sulla protezione dei dati personali è imprescindibile, così come l’aderenza ai principi stabiliti dal Regolamento sull’AI dell’Unione Europea, che mira a garantire un utilizzo sicuro e affidabile di queste tecnologie. Inoltre, il coinvolgimento dei lavoratori e delle loro rappresentanze nei processi di implementazione dell’AI è essenziale per promuovere un’adozione consapevole ed eticamente responsabile.
Quali competenze devono acquisire i lavoratori per adattarsi efficacemente a un ambiente lavorativo che incorpora sempre più strumenti basati sull’intelligenza artificiale?
I lavoratori devono sviluppare competenze su due fronti: tecniche e trasversali. Sul piano tecnico, è fondamentale acquisire familiarità con gli strumenti digitali e i software di AI impiegati nel proprio settore, oltre a una conoscenza di base sulla gestione dei dati e sulla cybersecurity. Tuttavia, l’AI non può sostituire le competenze umane legate al pensiero critico, alla risoluzione dei problemi complessi e alla creatività, che saranno sempre più valorizzate. In questo contesto, le cosiddette soft skills, come l’adattabilità, la comunicazione efficace e la capacità di lavorare in team con sistemi automatizzati diventeranno cruciali. La formazione continua sarà la chiave per garantire che i professionisti rimangano competitivi in un mercato del lavoro in costante evoluzione. L’obiettivo che con Fondoprofessioni ci siamo posti è proprio quello di garantire anche ai piccoli studi la possibilità di poter contare su una formazione continua per i loro dipendenti.
In che modo le aziende possono bilanciare l’automazione dei processi lavorativi con la necessità di preservare e valorizzare il capitale umano?
Le aziende devono adottare un approccio che integri l’AI come strumento di supporto e non come sostituto indiscriminato del lavoro umano. L’automazione dovrebbe essere impiegata per ottimizzare i processi ripetitivi e migliorare l’efficienza, liberando risorse che possano essere reinvestite in attività a maggiore valore aggiunto. È fondamentale un approccio human-centric, che preveda la riqualificazione dei lavoratori per permettere loro di evolversi insieme alla tecnologia. Un modello vincente è quello della cooperazione uomo-macchina, dove l’AI assiste il lavoratore senza privarlo del controllo decisionale. Inoltre, è importante promuovere politiche aziendali che favoriscano un equilibrio tra innovazione tecnologica e benessere dei lavoratori, garantendo che la trasformazione digitale sia inclusiva e sostenibile per tutti.
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