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Sanità, le pagelle del ministero: Liguria promossa per i Lea ma rimandata sulla prevenzione


Genova. Anche quest’anno la Regione Liguria risulta promossa per i Lea, livelli essenziali di assistenza della sanità. È quanto emerge dal monitoraggio del nuovo sistema di garanzia adottato dal sistema della Salute, basato su un insieme di 88 indicatori relativi a tre macro-aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. I dati sono riferiti al 2023.

Con 219 punti complessivi la nostra Regione si piazza al nono posto in classifica, sopra la soglia della sufficienza, ma con luci ed ombre: se l’area distrettuale e quella ospedaliera si avvicinano al punteggio pieno (rispettivamente 85 e 80) risulta ancora insufficiente la prevenzione che totalizza 54 punti. 

“Ancora una volta Regione Liguria ottiene dal ministero della Salute punteggi al di sopra della soglia di adempienza – commenta l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò -. Per l’area distrettuale la Liguria è al quinto posto dopo Veneto, Toscana, Emilia e Piemonte. I bisogni della nostra popolazione, tra le più anziane d’Europa, richiedono un’attenzione particolare nella presa in carico ai fini dell’assistenza e grazie ad una crescente integrazione tra ospedale e territorio sono certo che riusciremo a migliorare ulteriormente le performance dell’assistenza territoriale”.

“Va poi ricordato il riconoscimento di rilievo che arriva dal monitoraggio delle reti oncologiche di Agenas – aggiunge Nicolò – Alla Liguria viene riconosciuto un alto valore nelle cure grazie a una crescita rilevante nell’indice Isco (Indice sintetico complessivo) che corrisponde a un valore di performance alto della Liguria. Il report, condiviso in via preliminare, mostra infatti una valutazione positiva, in particolare sui meccanismi operativi (dalla presa in carico alla cura) e sul cosiddetto indice di bacino, che misura la capacità di garantire prestazioni ambulatoriali chemioterapiche e radioterapiche vicino a casa. Il risultato è frutto del lavoro sinergico di Regione, Alisa, il Diar oncoematologico, le aziende e i professionisti per migliorare e uniformare le cure del paziente oncologico. La sanità ligure, quindi, dimostra di poter dare risposte concrete ai cittadini, con un’ottima capacità di garantire pienamente i livelli essenziali di assistenza”.

“Per quanto riguarda il campo della prevenzione – conclude l’assessore alla Sanità – la Liguria risulta al di sotto di quanto previsto dai Lea. Le coperture vaccinali, che nel registro nazionale risultano di pochissimo inferiori al 90% (soglia necessaria per ottenere il punteggio Lea) sono in realtà, alla luce dei dati ufficiali trasmessi dalle Asl, superiori alla soglia prevista e sono pari al 91% per la copertura prima dose esavalente e pari al 93% per la prima dose parotite, morbillo e rosolia. Il mancato allineamento dei dati con il ministero ha provocato quindi questo risultato non soddisfacente. Il problema è in via di risoluzione grazie anche a tavoli di lavoro aperti con il Governo centrale. Accanto a questo resta comunque l’impegno forte della nostra sanità di voler migliorare e dare risposte sempre più concrete ai cittadini”.

Secondo Gianni Pastorino, consigliere regionale della Lista Orlando, “il quadro che emerge per la Liguria è allarmante. La nostra regione si conferma tra le peggiori in Italia nella prevenzione e nell’assistenza territoriale, che resta gravemente insufficiente. Numeri che mettono a nudo le falle del sistema e smentiscono clamorosamente la narrazione della giunta regionale. Da anni ci sentiamo ripetere che la sanità ligure è in ripresa, che i servizi funzionano, che le liste d’attesa sono sotto controllo. La realtà, però, è ben diversa. Il ministero della Salute certifica ciò che denunciamo da tempo: la prevenzione è allo sbando, la medicina territoriale è in ginocchio e la sanità pubblica viene progressivamente svuotata a favore del privato. Ecco cosa ha prodotto la gestione del centrodestra”.

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Il punteggio della Liguria sulla prevenzione è tra i peggiori d’Italia. Questo significa una sola cosa: meno screening, meno diagnosi precoci, meno campagne vaccinali efficaci – aggiunge Pastorino -. Questo dimostra che le scelte della giunta regionale non solo sono sbagliate, ma anche pericolose per la salute delle persone. E mentre in altre regioni si investe sulla prevenzione, in Liguria si continua a navigare a vista, senza programmazione e senza risorse adeguate. Sappiamo tutti che la sanità non si regge solo sugli ospedali. Il primo contatto con i pazienti avviene sul territorio, con i medici di famiglia, con i consultori, con l’assistenza domiciliare. Ma in Liguria questi servizi semplicemente non ci sono o sono ridotti al minimo. Ecco perché così tante persone si riversano nei pronto soccorso: perché non trovano risposte altrove”.

Se la Liguria ottiene un punteggio di 80 su 100 per la qualità dell’assistenza ospedaliera, si tratta comunque di una sufficienza risicata. Dire che gli ospedali vanno bene è semplicemente falso. È vero che abbiamo professionisti straordinari ma lavorano in condizioni sempre più difficili, tra carenza di personale, reparti al limite e un’emergenza pronto soccorso che non si risolve. Il problema è che la sanità pubblica viene lasciata senza risorse, mentre si continua a spalancare la porta al privato, favorendo chi può permetterselo e penalizzando tutti gli altri. Il problema riguarda l’intero sistema sanitario regionale, sempre più orientato a favorire il privato”, conclude Pastorino.





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