Per rafforzare i settori innovativi e contrastare l‘esodo di talenti, occorre aumentare le retribuzioni. SVIMEZ propone una Decontribuzione Sud rafforzata, ovvero sgravi contributivi per le aziende che assumono laureati a tempo indeterminato e garantiscono salari adeguati. Lo ha affermato Luca Bianchi all’evento Crescita economica e riqualificazione urbana: una città per restare, promosso da SVIMEZ e l’associazione Altra Napoli nella Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato a Napoli.
“Napoli rappresenta un caso emblematico delle contraddizioni del Mezzogiorno – ha dichiarato Bianchi – tra dinamismo economico e fragilità strutturali. Servono politiche per migliorare l’accesso al mercato del lavoro e arginare l’emigrazione dei giovani laureati. Il rischio è una ripresa economica basata su settori a basso valore aggiunto con salari bassi e intermittenti.”
Il vicepresidente dell’Associazione Altra Napoli, Antonio Roberto Lucidi, ha sottolineato l’importanza dei progetti di riqualificazione territoriale, nati dalla collaborazione tra pubblico e privato. “Recuperare spazi abbandonati e affidarli ai giovani del territorio è una chiave per trattenerli”, ha dichiarato.
Intervenuto in rappresentanza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, Gaetano Vecchione, coordinatore dell’Osservatorio economico e sociale, ha evidenziato che “attirare giovani laureati significa garantire loro condizioni lavorative migliori. Le retribuzioni nel Mezzogiorno sono inferiori del 30% rispetto al Centro-Nord, rendendo inevitabile l’emigrazione”. Ha aggiunto che la rigenerazione urbana di aree come Mercato o Napoli Est potrebbe rilanciare l’economia locale.
Il presidente di SVIMEZ, Adriano Giannola, ha posto l’attenzione sul rischio bradisismico, proponendo una strategia di mitigazione che favorisca la ricollocazione della popolazione lungo l’asse Napoli-Bari, valorizzando l’alta velocità ferroviaria e ridando vita alle aree interne dell’Irpinia e del Sannio.
LA CAMPANIA NEL RAPPORTO SVIMEZ 2024
Secondo SVIMEZ, la Campania è tra le regioni più dinamiche d’Italia. Dal 2019 al 2023, il PIL è cresciuto del 4,9%, superando la media nazionale. La crescita è stata trainata dagli investimenti in costruzioni (+63,6% rispetto al 2019). Il 2024 conferma questa tendenza, con una crescita stimata dello 0,8%, ponendo la Campania tra le regioni più dinamiche insieme a Toscana, Umbria e Sicilia.
L’occupazione ha registrato un incremento significativo: nel Mezzogiorno sono stati creati 334mila nuovi posti di lavoro (+5,5%), di cui 80mila in Campania (+4,8%). Tuttavia, il settore industriale ha subito un calo del -5,2%, con una riduzione di 12mila posti di lavoro.
PREVISIONI PIL 2025-2026
Il PIL italiano crescerà di appena l’1%, portando l’Italia agli ultimi posti in Europa insieme alla Germania. Il Mezzogiorno crescerà del +0,5% nel 2025 e del +0,7% nel 2026, mentre la Campania avrà un incremento del +1,5% nel biennio.
PROBLEMI STRUTTURALI DEL MERCATO DEL LAVORO
Permangono debolezze strutturali nel mercato del lavoro campano:
- L’occupazione giovanile è aumentata solo del 2,8%.
- Il tasso di disoccupazione giovanile è tra i più alti d’Europa (40,8%).
- La crescita occupazionale è stata meno incisiva per le donne (+1,5%) rispetto agli uomini (+4,8%).
- Il tasso di occupazione femminile è il più basso d’Europa (33,8%), inferiore di 20 punti rispetto alle regioni più deboli della Grecia.
MIGRAZIONE GIOVANILE E DECLINO DEMOGRAFICO
Il Sud sta subendo una perdita demografica allarmante. Dal 2001, la popolazione è calata del 3%, con un esodo di 1,5 milioni di italiani e un aumento di soli 720mila stranieri. Gli under 40 sono diminuiti di 3,1 milioni (-28%).
Tra il 2013 e il 2022, quasi 200mila laureati hanno lasciato il Sud per il Centro-Nord, di cui 53.953 dalla Campania. La mobilità studentesca è un altro fattore chiave: il 20% degli studenti del Sud si iscrive a una triennale al Nord, mentre quasi il 40% sceglie di proseguire la magistrale fuori regione.
Entro il 2050, il Sud perderà 3,6 milioni di abitanti, rappresentando l’82% della decrescita nazionale. La Campania vedrà un calo della popolazione del 16,7%. Napoli ha già perso 150mila abitanti dal 2011 e perderà altri 124mila entro il 2050. La città metropolitana di Napoli vedrà una riduzione di 356mila residenti.
SVIMEZ sottolinea l’urgenza di politiche strutturali per trattenere i giovani, rafforzare il mercato del lavoro e incentivare il ritorno dei talenti attraverso salari adeguati e misure di decontribuzione.
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