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tra reperibilità, burnout e gestione della privacy CLICCA PER IL VIDEO


L’avvento dei social media e della messaggistica istantanea ha rivoluzionato il rapporto tra medico e paziente, rendendo i professionisti sanitari più accessibili che mai. Tuttavia, questa maggiore reperibilità ha anche delle conseguenze significative.

La FNOMCeO ha stilato nel 2023 delle raccomandazioni riguardo l’utilizzo etico e responsabile dei social network. Il documento vuole rafforzare le competenze dei professionisti della salute puntando sul rispetto dei principi deontologici e la capacità di comunicare in modo efficace con pazienti e colleghi. Inoltre, il documento,  dovrebbe modificare ed integrare, in futuro, l’attuale Codice di Deontologia Medica nelle sezioni dedicate alla informatizzazione e innovazione sanitaria, ed alle attività di comunicazione e pubblicità sanitaria svolte dai medici.

L’adozione sempre più diffusa delle tecnologie digitali ha trasformato profondamente il settore sanitario, introducendo opportunità significative ma anche nuove sfide etiche e deontologiche. La pandemia da Covid-19 ha sottolineato il ruolo cruciale della comunicazione medica, evidenziando da un lato i vantaggi della digitalizzazione, come l’accesso rapido alle informazioni e la possibilità di aggiornamento e divulgazione scientifica, e dall’altro i rischi connessi alla disinformazione, all’infodemia e alla possibile violazione della privacy.

Tra i punti principali delle raccomandazioni troviamo:

  • separazione tra vita privata e professionale: è consigliabile che il medico utilizzi due profili distinti, uno personale e uno professionale, per evitare interferenze nel rapporto di fiducia con i pazienti. Inoltre, si suggerisce di mantenere i profili privati accessibili solo a cerchie ristrette;
  • accuratezza scientifica: i medici devono condividere solo contenuti supportati da evidenze scientifiche, evitando consigli clinici personalizzati e chiarendo sempre di parlare a titolo personale, senza rappresentare la struttura sanitaria in cui operano;
  • tutela della privacy: è fondamentale proteggere i dati sensibili dei pazienti, evitando di pubblicare informazioni che possano renderli riconoscibili. Inoltre, occorre prestare attenzione nel formulare giudizi e opinioni, per non ledere la reputazione altrui;
  • gestione dei conflitti di interesse: nel caso in cui un medico collabori con aziende farmaceutiche o altre realtà del settore sanitario, deve dichiararlo esplicitamente nei contenuti pubblicati, ad esempio utilizzando hashtag come #COI (conflict of interest) o #NOCOI.

Il contatto continuo

“Le piattaforme di comunicazione come Facebook, Instagram e WhatsApp hanno reso più immediato il contatto tra medico e paziente, ma questo ha portato a una disponibilità costante che rischia di sovraccaricare i professionisti. Oggi il paziente si aspetta una risposta immediata, dimenticando che la valutazione di un medico richiede tempo e attenzione. Questa continua sollecitazione rende difficile per i sanitari ritagliarsi momenti di pausa, aumentando il rischio di stress e burnout”, spiega Noemi Lopes, consigliere dell’Ordine dei Medici di Palermo.

In questo contesto La Fnomceo suggerisce di:

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  • utilizzare la posta elettronica solo con pazienti conosciuti e previo consenso informato;
  • impiegare sistemi di cifratura per proteggere le informazioni sensibili;
  • stabilire orari e modalità di risposta per gestire in modo sostenibile il carico di lavoro;
  • integrare la comunicazione con sistemi sicuri di gestione delle cartelle cliniche.

Pubblicità e social

“Inoltre, la presenza dei medici sui social media ha visto un aumento della pubblicità legata agli studi professionali e ai servizi sanitari – prosegue -. Tuttavia, secondo le linee guida pubblicate dalla FNOMCeO nel 2023, la pubblicità sanitaria deve rispettare alcuni principi fondamentali. Non può essere promozionale, non si possono promettere risultati specifici e non si possono comparare le proprie prestazioni con quelle di altri studi medici. La comunicazione deve rimanere esclusivamente informativa, indicando i servizi offerti, gli orari e la sede dello studio, senza scadere in pratiche di marketing scorrette”.

Rispetto della privacy e la gestione dei profili

“Un altro punto cruciale riguarda la riservatezza dei dati sensibili. I social media non devono essere utilizzati per condividere informazioni sui pazienti o per esprimere giudizi che possano risultare denigratori – evidenzia -. Invece, per evitare problematiche legate alla sovrapposizione tra vita privata e professionale, molti specialisti scelgono di mantenere due profili distinti: uno personale e uno professionale. Questa distinzione aiuta a preservare il decoro della professione e a mantenere un rapporto chiaro con i pazienti, evitando la disintermediazione che potrebbe minare la fiducia nel medico”.

“L’uso dei social media in ambito medico rappresenta un’importante opportunità per migliorare l’informazione sanitaria, ma deve essere gestito con attenzione – conclude –. Solo così si potrà sfruttare il potenziale delle nuove tecnologie senza compromettere la deontologia e il benessere dei professionisti sanitari”.

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