Anna Castiglia al Bolivar di Napoli tra folk brasiliano, pop e R&b: «Sul palco porto il mio albero genealogico»

«Spero che il grande successo di Lucio Corsi sul palco dell’Ariston rappresenti l’inizio di un nuovo cammino per il cantautorato italiano». Le parole della cantautrice Anna Castiglia, in concerto al Teatro Bolivar sabato 1 marzo, riflettono lo stato d’animo di molti giovani cantautori, cosiddetti indie, dopo l’exploit e il secondo posto al 75esimo Festival di Sanremo dell’artista toscano, in gara con Volevo essere un duro, canzone che canterà anche al prossimo Eurovision a seguito del forfait di Olly. 

La musicista catanese si esibirà sul palco del Bolivar per cantare le canzoni del suo atteso debutto, Mi piace, album in cui alterna sonorità folk brasiliane, pop e r’n’b, confermandosi una delle cantautrici più promettenti (e seguite) del momento. «Sembra un caos, ma è una sorta di albero genealogico che serve a presentarsi completamente al pubblico, con tutti i rami musicali, stilistici e concettuali che ho affrontato fino ad oggi», dice Anna del suo primo album. E aggiunge: «A Napoli ci saranno delle sorprese sul palco, e darò un tocco più teatrale al concerto». Nella tappa partenopea del suo nuovo tour, Anna Castiglia canterà per la prima volta dal vivo anche il suo nuovo singolo, pubblicato il 28 febbraio, Decostruire.

Con la sua nuova canzone ha ribaltato il titolo di uno dei brani più famosi di Niccolò Fabi, Costruire. Perché?
«Rispetto ad alcuni anni fa, oggi è più di moda decostruire che costruire qualcosa, soprattutto quando affrontiamo ciò che non è nostro. Il processo di decostruzione però non è facile quando c’è di mezzo un sentimento complesso e privato come ad esempio l’amore. E’ un verbo che dunque dice molto sui nostri tempi e anche sulle tante contraddizioni che spesso viviamo in maniera perlopiù riflessa».

Lo scorso anno lei ha aperto un concerto di Lucio Corsi. Come sta vivendo questo suo improvviso successo?
«Mentre Lucio si esibiva a Sanremo, ero gasatissima. Non mi è mai capitato di vivere così l’esperienza di un’altra persona. Mi sono sentita per la prima volta rappresentata a Sanremo. Ho sempre guardato il Festival con l’idea di appartenere a un altro mondo, non migliore ma di certo diverso. Certo, sarebbe stato ancora più bello se ci fosse stata anche una cantautrice nella cinquina finale e non solo maschi».

Magari la prossima giovane cantautrice ad avere successo al Festival sarà proprio lei.
«Sarebbe bellissimo andarci ma in generale ancor più bello se molte più cantautrici potessero in futuro esibirsi all’Ariston».

Che concerto sarà al Bolivar?
«Pescherò un po’ ovunque, anche dai musical e dal teatro, oltre a cantare le mie canzoni, dunque sarà una performance molto particolare».

Canterà anche cover di brani napoletani?
«Sono molto legata alla musica napoletana. A Milano ho avuto l’onore di conoscere il figlio dell’indimenticabile Pino Daniele, Alessandro, che insegna al Conservatorio Giuseppe Verdi. E’ stato proprio lui a coinvolgermi due anni fa nel concerto tenutosi alla Galleria Umberto in omaggio a suo padre e in quell’occasione cantai dal vivo proprio alcune canzoni di Pino Daniele. Poi adoro tantissimo anche Teresa De Sio e amo cantare alcuni suoi brani, come Pianoforte e voce. Vedremo se riuscirò a cantarne qualcuna, sarà tutta una sorpresa».

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