Si è svolta il 28 febbraio 2025, presso la sede della Corte dei Conti per la Regione Siciliana, l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025. La cerimonia ha rappresentato un’importante occasione per analizzare l’operato della giustizia contabile nel 2024, con particolare attenzione alle criticità riscontrate nella gestione delle risorse pubbliche e alle inefficienze del sistema amministrativo.
A presiedere l’evento è stata Anna Luisa Carra, presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Sicilia, che nella sua relazione ha sottolineato come il quadro della gestione finanziaria pubblica regionale presenti ancora diverse lacune, specialmente nella gestione dei fondi pubblici, nei controlli sulle spese e nella capacità degli enti di riscuotere crediti e contrastare sprechi e illeciti.
Il ruolo della Corte dei Conti e la sfida della trasparenza
La relazione ha ribadito che il compito della Corte dei Conti non si limita a un controllo formale della gestione amministrativa, ma si estende a una valutazione sostanziale dell’uso delle risorse pubbliche. Il fine ultimo è garantire che ogni euro speso produca un beneficio per la collettività, rispettando il principio del buon andamento e dell’imparzialità dell’azione amministrativa, sancito dalla Costituzione.
Tuttavia, il 2024 ha visto nuovi tentativi di ridurre il perimetro d’azione della Corte, attraverso interventi normativi mirati a limitare le sue funzioni di controllo e a indebolire la responsabilità amministrativa per danno erariale. Un esempio concreto è il cosiddetto “scudo erariale”, introdotto nel 2020 e prorogato fino al 30 aprile 2025, che esclude la responsabilità per colpa grave nelle decisioni amministrative, riducendo di fatto il rischio per i funzionari pubblici di essere chiamati a rispondere per danni alle casse dello Stato.
Progressi e miglioramenti nella gestione pubblica
Nonostante le criticità evidenziate nella relazione della Corte dei Conti, il 2024 ha registrato anche alcuni progressi nella gestione delle risorse pubbliche in Sicilia. La Sezione giurisdizionale ha sottolineato che, sebbene permangano inefficienze e sprechi, sono stati compiuti passi avanti in determinati ambiti, dimostrando una maggiore attenzione verso il controllo e la trasparenza.
Rafforzamento dei controlli sui fondi pubblici
Grazie a un miglioramento della collaborazione tra la Corte dei Conti, la Guardia di Finanza e le autorità locali, sono stati bloccati diversi tentativi di indebita percezione di finanziamenti pubblici, specialmente nel settore agricolo e nei fondi strutturali europei. Questi interventi hanno permesso di evitare ulteriori danni economici alle casse pubbliche.
Uso più efficiente dei fondi PNRR
Alcuni progetti finanziati attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) hanno mostrato progressi significativi, in particolare:
- Interventi di riqualificazione urbana e infrastrutturale in diversi Comuni.
- Potenziamento del trasporto pubblico con nuove linee e mezzi più efficienti.
- Miglioramento della digitalizzazione della pubblica amministrazione, con processi più snelli per i cittadini.
Miglioramenti nel settore sanitario
Pur restando alcune criticità, la Corte ha riconosciuto che alcune strutture ospedaliere hanno avviato strategie virtuose di razionalizzazione della spesa, riducendo inefficienze e migliorando l’accesso ai servizi sanitari. Inoltre, si registra un incremento della telemedicina e della digitalizzazione dei sistemi di prenotazione, con un impatto positivo sulla riduzione delle liste d’attesa.
Maggiore efficienza nella riscossione dei tributi locali
Alcuni Comuni siciliani hanno adottato strumenti innovativi per migliorare la riscossione di tasse e tributi locali, riducendo il divario tra entrate previste ed effettivamente incassate. Questo sta contribuendo a una gestione finanziaria più sostenibile per gli enti locali.
Seppur parziali e ancora non omogenei su tutto il territorio regionale, questi segnali rappresentano un primo passo verso una maggiore efficienza e trasparenza nella gestione pubblica. Tuttavia, restano ancora molte criticità da affrontare.
Le principali criticità riscontrate nel 2024
Dal quadro generale emerge un sistema con gravi inefficienze nella gestione delle risorse pubbliche, caratterizzato da:
- Indebita percezione di fondi pubblici, con particolare riferimento ai finanziamenti europei e ai contributi per l’agricoltura.
- Mancata riscossione di crediti da parte degli enti locali, con ripercussioni sui bilanci comunali e regionali.
- Sprechi nella gestione finanziaria, legati a spese non giustificate o a investimenti improduttivi.
- Carenze nei controlli e nei meccanismi di monitoraggio, che favoriscono opacità e inefficienze.
- Difficoltà nella gestione dei fondi PNRR, con il rischio che le risorse stanziate non vengano utilizzate in modo efficace o trasparente.
Vediamo nel dettaglio le problematiche più rilevanti emerse nel 2024.
1. Indebita percezione e uso illecito dei fondi pubblici
Uno dei problemi più evidenti riguarda la gestione opaca dei finanziamenti pubblici, con numerosi casi di indebita percezione di contributi statali ed europei.
Un esempio emblematico è rappresentato dal processo “Mafia dei Nebrodi”, che ha portato alla luce una rete criminale che, attraverso dichiarazioni false e documentazione fittizia, ha ottenuto milioni di euro in contributi europei destinati all’agricoltura. Le indagini hanno coinvolto 135 soggetti, tra imprenditori, funzionari e membri della criminalità organizzata, dimostrando come il sistema di erogazione dei fondi sia ancora vulnerabile a frodi sistemiche.
L’impatto della criminalità organizzata sulla spesa pubblica
La Corte ha sottolineato che il fenomeno delle truffe ai finanziamenti pubblici non è isolato, ma rappresenta un problema strutturale che richiede un rafforzamento dei controlli preventivi e un inasprimento delle sanzioni per chi sfrutta illecitamente le risorse pubbliche. In particolare, si è evidenziata la necessità di:
- Migliorare i sistemi di verifica e monitoraggio nella fase di concessione dei contributi.
- Potenziare il coordinamento tra le autorità giudiziarie e gli organi di controllo.
- Prevedere sanzioni più severe per chi si rende responsabile di truffe ai danni dello Stato e dell’Unione Europea.
2. Omessa riscossione dei canoni per lo stadio “Renzo Barbera”
Un altro caso di gestione inefficiente delle risorse pubbliche riguarda la mancata riscossione dei canoni di affitto dello stadio comunale “Renzo Barbera” da parte della società calcistica U.S. Città di Palermo S.p.A..
Secondo quanto emerso dalla relazione, la società ha utilizzato lo stadio senza un regolare contratto di affitto e senza versare al Comune il dovuto per diversi anni. Questo ha causato un danno economico significativo, privando l’ente di entrate importanti per il proprio bilancio.
Le responsabilità amministrative
La Corte ha evidenziato che il problema non riguarda solo la società calcistica, ma l’inefficienza dell’amministrazione comunale nel far valere i propri diritti patrimoniali. La mancata riscossione di questi crediti evidenzia:
- Un deficit nei controlli sugli accordi patrimoniali tra Comune e società private.
- L’assenza di un piano strutturato per la valorizzazione degli impianti sportivi.
- Una gestione approssimativa delle entrate comunali, che incide negativamente sui servizi pubblici.
3. Sprechi e spese irregolari nei Comuni
Un altro aspetto critico riguarda la gestione poco oculata delle finanze pubbliche da parte di alcuni enti locali, con spese irregolari e sprechi di denaro pubblico.
La relazione ha messo in evidenza numerosi casi di spese di rappresentanza ingiustificate, in particolare nei comuni siciliani, che hanno destinato fondi a:
- Rinfreschi e cene istituzionali, senza una chiara giustificazione amministrativa.
- Acquisti di generi alimentari e bevande per uffici pubblici, senza adeguate verifiche sui reali bisogni.
- Eventi non istituzionali, finanziati con fondi pubblici senza una destinazione chiara.
In molti casi, la Corte ha riscontrato che gli economi comunali hanno autorizzato queste spese senza verificare il rispetto delle norme e delle finalità istituzionali dell’ente, contribuendo a un utilizzo inefficiente delle risorse pubbliche.
4. Uso illecito dei fondi sanitari e criticità nel settore della salute pubblica
Uno dei settori più delicati analizzati dalla Corte dei Conti riguarda la gestione dei fondi sanitari in Sicilia. La relazione ha evidenziato anomalie e utilizzi impropri di finanziamenti destinati alla sanità, spesso utilizzati per scopi non strettamente correlati alla tutela della salute pubblica.
Le principali criticità riscontrate
- Fondi sanitari utilizzati per spese generali: in alcuni casi, i finanziamenti destinati a strutture ospedaliere e servizi sanitari sono stati dirottati verso altri capitoli di spesa, con il rischio di compromettere l’efficienza del sistema sanitario.
- Spese improduttive e gestioni inefficienti: sono stati individuati contratti di consulenza e forniture non sempre giustificati da effettive esigenze mediche, sollevando dubbi sulla trasparenza delle assegnazioni.
- Mancata rendicontazione di alcuni finanziamenti: la Corte ha sottolineato come alcuni progetti finanziati con fondi pubblici non abbiano prodotto risultati concreti, lasciando interrogativi sulle modalità di gestione e verifica delle risorse.
- Eccessivi ritardi nei pagamenti delle forniture sanitarie: molte strutture sanitarie hanno accumulato debiti con fornitori, generando un effetto a catena che ha compromesso l’efficienza del sistema e portato a ritardi nella fornitura di farmaci e attrezzature mediche.
Secondo la Corte, una delle priorità per il 2025 dovrebbe essere un maggiore controllo sulla spesa sanitaria, per garantire che i fondi siano utilizzati esclusivamente per migliorare il servizio sanitario regionale, evitando sprechi e inefficienze.
5. Indebita percezione del Reddito di Cittadinanza
Un altro tema affrontato dalla Corte riguarda le irregolarità nell’erogazione del Reddito di Cittadinanza, un fenomeno che ha visto numerosi abusi anche in Sicilia.
I casi più eclatanti
- Percezione indebita da parte di soggetti non aventi diritto: diversi beneficiari hanno ricevuto il sussidio senza rispettare i requisiti richiesti, talvolta dichiarando redditi inferiori al reale o omettendo di segnalare patrimoni e vincite al gioco.
- Falsi domicili e residenze fittizie: in alcuni casi, il Reddito di Cittadinanza è stato richiesto utilizzando residenze fittizie o false dichiarazioni di presenza sul territorio italiano.
- Utilizzo del sussidio per attività illecite: alcune indagini hanno rivelato che il Reddito di Cittadinanza è stato percepito anche da soggetti legati alla criminalità organizzata, sollevando interrogativi sulla capacità di controllo delle autorità competenti.
Le misure di contrasto e il ruolo della Corte
La Corte ha affermato che la lotta alle frodi sul Reddito di Cittadinanza deve diventare una priorità assoluta, attraverso un rafforzamento dei controlli incrociati tra INPS, Agenzia delle Entrate e forze dell’ordine.
Tuttavia, ha anche sottolineato che le attuali disposizioni legislative non sempre garantiscono strumenti adeguati per sanzionare chi percepisce indebitamente il sussidio, lasciando margini di impunità a chi dichiara il falso o sfrutta lacune normative.
6. Il problema dello “Scudo Erariale” e la riduzione della responsabilità amministrativa
Uno dei punti più critici emersi dalla relazione riguarda il cosiddetto “scudo erariale”, introdotto nel 2020 con il Decreto Semplificazioni per agevolare l’azione della Pubblica Amministrazione durante l’emergenza Covid.
Questa norma ha sostanzialmente limitato la responsabilità amministrativa per danno erariale, escludendo la colpa grave per le decisioni assunte dai funzionari pubblici, con l’obiettivo di evitare che la paura di possibili sanzioni bloccasse la macchina amministrativa.
Tuttavia, la proroga fino al 30 aprile 2025 di questa disposizione ha sollevato forti preoccupazioni tra i magistrati contabili. Secondo la Corte:
- Lo scudo erariale ha ridotto il livello di controllo sugli atti della pubblica amministrazione, aprendo la strada a possibili abusi e decisioni irresponsabili.
- Senza la responsabilità per colpa grave, è più difficile perseguire amministratori che gestiscono male il denaro pubblico, favorendo sprechi e inefficienze.
- La limitazione delle responsabilità contabili rischia di compromettere il raggiungimento degli obiettivi del PNRR, lasciando margini di impunità per eventuali utilizzi impropri dei fondi.
La sentenza della Corte Costituzionale
Un aspetto fondamentale è stata la pronuncia della Corte Costituzionale (sentenza n. 132 del 2024), che ha chiarito che:
- La responsabilità per colpa grave deve essere mantenuta, per garantire che i funzionari pubblici agiscano con diligenza e prudenza.
- La riforma della responsabilità amministrativa deve bilanciare l’efficienza dell’azione amministrativa con il principio di responsabilità, evitando che l’assenza di controlli favorisca condotte opache.
La Corte dei Conti ha quindi ribadito la necessità di ripristinare un sistema di controlli più efficace, per tutelare i cittadini dagli sprechi e garantire un uso corretto delle risorse pubbliche.
Prospettive per il 2025
Dall’analisi della relazione della Corte dei Conti Sicilia emerge un quadro complesso, caratterizzato da gravi inefficienze nella gestione delle risorse pubbliche e da un indebolimento del sistema di controllo.
Per il 2025, le priorità da affrontare saranno:
Migliorare il monitoraggio dei fondi pubblici, con controlli più stringenti su contributi e finanziamenti.
Garantire un utilizzo efficace e trasparente delle risorse sanitarie, per evitare sprechi e disservizi.
Contrastare le frodi legate al Reddito di Cittadinanza, rafforzando la collaborazione tra enti di controllo.
Ripristinare il principio di responsabilità amministrativa, evitando che lo scudo erariale diventi un pretesto per decisioni irresponsabili.
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