In un’intervista esclusiva ai microfoni di Radio Veneto24, Gilberto Muraro, Presidente della Fondazione Cariparo, ha raccontato l’impegno della Fondazione per il territorio veneto, con particolare attenzione alle province di Padova e Rovigo. Tra progetti culturali, sociali e di ricerca, Muraro ha espresso la volontà di creare una società inclusiva e innovativa, con un impatto positivo su tutta la regione. Sono tanti i progetti di cui la Fondazione Cariparo si occupa e ne parleremo nella rubrica “Scintille”, condotta da iMicaela Faggiani, in onda su radio Veneto24 ogni mercoledì a partire dal 5 marzo.
Dottor Muraro, la Fondazione Cariparo ha sempre dimostrato una grande attenzione per il territorio. Come descriverebbe l’approccio della Fondazione verso le comunità locali?
“La nostra missione è promuovere azioni che migliorano la qualità della vita e favoriscono uno sviluppo economico sostenibile nelle nostre aree di riferimento, in particolare le province di Padova e Rovigo. Ci ispiriamo a una società inclusiva, solidale e aperta all’innovazione. Vogliamo che ogni progetto sia utile socialmente, realizzato con efficienza per garantire il massimo impatto. Ci occupiamo di una vasta gamma di temi, dalla salute, all’ambiente, all’inclusione sociale, passando per l’educazione e la ricerca”.
Quali sono le principali aree in cui la Fondazione interviene concretamente?
“Abbiamo tre obiettivi principali: la qualità della vita, lo sviluppo delle conoscenze e la promozione della cultura, intesa come partecipazione alla vita culturale e come segno di identità e coesione. Investiamo in vari settori, dal patrimonio storico-artistico alla ricerca scientifica, dall’ambiente alla sanità. Questo ci consente di sostenere progetti ad ampio spettro, sia per grandi realtà che per le piccole realtà locali”.
Spesso la Fondazione è intervenuta a sostegno di progetti culturali di grande rilievo. Potrebbe farci qualche esempio concreto?
“Abbiamo fatto investimenti significativi, come i 12 milioni di euro per l’auditorium di Padova, 2,5 milioni per l’Accademia dei Concordi a Rovigo e altri 2,5 milioni per la sanità. Ma non ci limitiamo a progetti di grande entità. Crediamo molto nelle piccole iniziative, che spesso coinvolgono associazioni e gruppi di famiglie, creando una forte partecipazione alla crescita comune. Questi progetti, anche se di dimensioni contenute, hanno un impatto positivo sul territorio”.
Fondazione Cariparo ha sempre avuto un forte legame con il mondo accademico. Qual è il ruolo dell’Università nella vostra attività?
“Siamo sempre stati vicini all’università, un interlocutore di massimo livello per noi. Collaboriamo su vari fronti e abbiamo contribuito, con il nostro sostegno, a una crescita qualitativa della ricerca. Abbiamo finanziato, e continuiamo a farlo, progetti di eccellenza, come i dottorati di ricerca ad alta vocazione internazionale. Questo è stato riconosciuto dall’università come un contributo fondamentale per lo sviluppo della ricerca e dell’istruzione superiore”.
Un altro evento culturale che ha visto la Fondazione protagonista è la recente mostra dedicata al pittore danese Willem Hammershøi. Ce ne vuole parlare?
“Abbiamo appena inaugurato una mostra a Palazzo Roverella, dedicata a Willem Hammershøi, un pittore danese poco conosciuto, ma che sicuramente lascerà un segno importante nel panorama culturale internazionale. L’esposizione è stata una sfida organizzativa, ma siamo molto fiduciosi del successo che avrà. Il pubblico di Palazzo Roverella è ormai abituato a mostre di qualità, e le nostre iniziative continuano a riscontrare un forte apprezzamento, con una partecipazione che ci gratifica immensamente”.
Fondazione Cariparo ha già ottenuto un grande successo con altre mostre, come quella di Kandinsky a Rovigo. Qual è stato l’impatto di questi eventi sul territorio?
“Sì, la mostra di Kandinsky ha raggiunto oltre 87.000 presenze, un risultato straordinario per una città come Rovigo. Questo tipo di eventi non solo ha un impatto culturale, ma anche un risvolto economico significativo, generando un indotto che beneficia l’intera comunità, specialmente in un territorio che, come quello polesano, affronta diverse sfide”.
Qual è la visione della Fondazione per il futuro?
“Continueremo a sostenere iniziative che siano di reale beneficio per la nostra comunità. Vogliamo rimanere un punto di riferimento per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Veneto, sempre attenti alle esigenze dei cittadini e impegnati a creare un futuro più inclusivo e sostenibile per tutti”.
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