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La startup italiana che usa l’Ai per curare i disturbi alimentari: cosa fa Lilac


“I disturbi alimentari sono tra le patologie più complesse da trattare: si insinuano nel corpo, nei pensieri, nelle relazioni. Non c’è spazio per soluzioni generiche o approcci improvvisati. Noi crediamo che ogni paziente sia molto più di un caso clinico. È una storia che cammina, fatta di dettagli, sfumature e bisogni che non possono essere ridotti a un modulo standard”. Lui è Giuseppe Magistrale, amministratore delegato e co-fondatore, di Lilac-Centro DCA, startup per il trattamento multidisciplinare di disturbi legati all’alimentazione, che ha appena raccolto un round di finanziamento da 693.000 euro. A sostenere l’operazione Personae, il programma dedicato al welfare parte della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital, e SocialFare Seed.

Fondata a Bari nel 2023, da Giuseppe Magistrale e Filippo Perotto, come evoluzione di una rete di professionisti attiva dal 2020, Lilac-Centro DCA nasce con l’obiettivo di creare un modello innovativo per il trattamento dei disturbi alimentari: anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating), combinando supporto psicologico e nutrizionale con strumenti tecnologici avanzati, accompagnando i pazienti verso la guarigione con una cura multidisciplinare personalizzata, online e di persona.

“Lilac è nata dalla volontà di offrire una terapia qualificata a chi spesso si sente invisibile. La tecnologia, per noi, non è un fine, ma un mezzo per amplificare l’impatto clinico e raggiungere più persone possibili. Oggi siamo una realtà in crescita, con una missione chiara: portare la cura dei disturbi alimentari in una nuova era, in cui il digitale non è più una barriera, ma un ponte per connettere pazienti e terapeuti in modo più efficace e umano”.

Dai social alla startup

Dieci anni fa, Lilac era un piccolo studio professionale nato a Bari dalla volontà di creare uno spazio sicuro per chi soffriva di disturbi alimentari. Il suo fondatore Giuseppe Magistrale, psicologo e psicoterapeuta, spinto dalla necessità di dare voce ai pazienti e per sensibilizzare sul tema decise di aprire un canale di comunicazione sui social.

“All’epoca, la consapevolezza su questi disturbi era ancora limitata. Si pensava, infatti, che riguardassero soltanto il peso, mentre si ignoravano le difficoltà di accesso alle cure qualificate. Poi è arrivata la pandemia. Durante quel periodo, la sofferenza di chi già combatteva contro un disturbo alimentare si è amplificata – ci racconta Magistrale -. Isolamento, perdita di riferimenti, sintomi che aumentavano. I nostri pazienti avevano un disperato bisogno di contatto, di sapere che qualcuno dall’altra parte li ascoltava e capiva. Così ho deciso di fare qualcosa che allora, per un centro clinico, era tutt’altro che scontato: comunicare attraverso i social”.

Da quel momento il passo è stato naturale. Nel 2023 Giuseppe Magistrale insieme a Filippo Perotto, esperto nello sviluppo di centri medici, fondano Lilac-Centro DCA, startup per il trattamento multidisciplinare di disturbi legati all’alimentazione. Partiti con tre professionisti, oggi la rete conta 60 specialisti, per oltre 6.500 richieste di cura e più di 300 pazienti che sono attualmente in carico presso gli esperti del centro.

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Anche la sua community è cresciuta rapidamente, fino a superare i 160 mila follower tra le varie piattaforme (FB, Instagram, TikTok), dove, in tantissimi scrivono, raccontando le loro esperienze, la difficoltà di trovare aiuto, il senso invalidante e la solitudine.

Lilac, come funziona

Quando un paziente decide di iniziare la terapia con Lilac-Centro DCA, il primo passo è la compilazione di un breve questionario di screening on line, che aiuta a raccogliere informazioni sulle sue difficoltà e necessità. Poi, viene fissata una chiamata conoscitiva gratuita con un membro del team, durante la quale si approfondisce la situazione e si individua insieme il professionista o l’equipe più adatta al suo percorso terapeutico, che può includere psicoterapeuti e nutrizionisti specializzati nei disturbi alimentari.

Una volta presa in carico, l’equipe del paziente lavora in modo integrato, mantenendosi in costante contatto per monitorare l’andamento della terapia e per garantire un percorso efficace. La comunicazione tra i professionisti è un elemento centrale del modello Lilac: vengono organizzati gruppi di intervisione settimanali e formazioni dedicate per favorire il confronto tra specialisti e ottimizzare il lavoro multidisciplinare. Ogni percorso viene adattato in base ai progressi del paziente, con un monitoraggio continuo e strategie di intervento personalizzate per migliorare l’aderenza al trattamento e ridurre il rischio di drop-out.

La piattaforma AI-driven per i disturbi alimentari

Oggi Lilac ha dato vita a una piattaforma digitale che utilizza l’intelligenza artificiale per supportare la cura dei disturbi alimentari. L’obiettivo della startup non è sostituire i clinici, ma potenziare il loro lavoro, massimizzando l’efficacia dei trattamenti attraverso la tecnologia. “Il sistema AI che stiamo sviluppando offre diversi strumenti, come le cartelle cliniche intelligenti: una piattaforma centralizzata in cui l’intera equipe ha accesso alle informazioni rilevanti, facilitando il lavoro multidisciplinare.

E l’AI Buddy per i terapeuti: un assistente digitale che analizza i progressi della terapia e segnala ai clinici potenziali rischi, come cali di engagement o predittori di drop-out. Questo approccio si basa su numerosi studi scientifici che dimostrano come identificare tempestivamente i segnali di abbandono possa migliorare gli esiti clinici. Nonché il monitoraggio avanzato dei parametri clinici: grazie all’analisi automatizzata dei dati, possiamo offrire, infatti, insight ai terapeuti su come ottimizzare il percorso di ogni paziente”.

Lilac, chi ha investito

La startup ha appena chiuso un round di finanziamento da 693.000 euro, formato da un follow-on investment da 560.000 euro e una conversione SAFE (Simple Agreement for Future Equity) da 133.000 euro. In primo piano per il round figurano Personae, il programma dedicato al welfare parte della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital, e SocialFare Seed. Completano l’investimento Sullivan Venture, Generaimprese e Milano Venture. Tra i contributi strategici c’è la partecipazione di Marta Basso, imprenditrice e esperta in digital marketing e Sergio Liscia, business angel e VP & General Manager of Legal Software presso Wolters Kluwer Legal & Regulatory.

I fondi raccolti serviranno per l’espansione dei servizi a livello nazionale, aumentando l’accessibilità alle cure, il potenziamento della rete di professionisti: psicologi, nutrizionisti e professionisti della salute, e lo sviluppo della piattaforma AI-driven per il trattamento personalizzato dei disturbi alimentari.

“C’è ancora molto da fare. Non dimentichiamoci che i disturbi del comportamento alimentare affliggono oltre 55 milioni di persone nel mondo e 3 milioni in Italia, con un aumento dei casi registrato negli ultimi anni, soprattutto tra i più giovani. Solo il 10% riesce ad accedere a cure specializzate. Inoltre, il tasso di abbandono dei percorsi di cura è alto, un problema che la nostra tecnologia punta a contrastare”, conclude Magistrale.

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