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Stellantis: crollano gli utili e cala il premio, «fortemente delusi»


Mala tempora currunt, non si può respirare che pochi giorni, allo stabilimento Stellantis. Operai delusi e sindacalisti irati, a causa del premio di risultato scarno, dovuto ai dati di bilancio negativi annunciati dal Cda del gruppo automotive. Per il leader della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano: «Dalla situazione di forte calo si esce solo con nuovi investimenti e nuovi modelli, no a chiusure di stabilimenti o tagli di marchi. I dati di forte calo annunciati su ricavi e utili per il gruppo Stellantis non ci sorprendono; sono dati che fanno seguito a quelli che avevamo evidenziato già nei primi mesi dell’anno. Nei nostri report trimestrali sulla situazione produttiva dei vari siti del Gruppo, dati che evidenziavano un forte calo dei volumi produttivi in tutti i siti. Un calo che ha impattato notevolmente sull’occupazione con un ricorso importante agli ammortizzatori sociali e al fermo produttivo di parecchie giornate negli stabilimenti italiani. Come Fim insieme alle altre organizzazioni sindacali abbiamo avviato subito un confronto con Stellantis, per noi era ed è importante sviluppare ragionamenti con il Gruppo sulla produzione e sugli investimenti per quanto riguarda la produzione auto che fossero in grado di cogliere un maggior numero di volumi. Negli ultimi incontri con Stellantis abbiamo avuto in questo senso risposte per quanto riguarda il lancio produttivo di produzioni come quelle previste per lo stabilimento di Mirafiori con la 500 ibrida e l’assegnazione della “piattaforma small” per lo stabilimento di Pomigliano e l’assegnazione di motorizzazioni ibride al fianco quelle elettriche in tutti gli stabilimenti per i nuovi modelli. Per noi era ed è essenziale iniziare a produrre modelli nuovi, ma che si cogliessero tutte le opportunità che da parte dei consumatori venivano richieste a partire dalle motorizzazioni ibride, che potenzialmente possono recuperare volumi e attutire l’effetto della difficoltà che si sta riscontrando in questa fase di transizione. In questo senso nell’incontro dell’11 marzo prossimo in sede ministeriale ribadiremo con forza e con determinazione la nostra contrarietà a chiusura di stabilimenti o a ridimensionamenti occupazionali unilaterali. Noi pensiamo che bisogna investire di più per rilanciare gli stabilimenti, nuovi modelli e con essi il lavoro. Solo così si esce da una situazione di transizione come quella che stiamo vivendo. Questo però basta solo in parte, servono interventi importanti sul piano normativo da parte delle istituzioni europee a partire dalla rimodulazione della normativa sulla Co2 oltre che di investimenti importanti per il settore. Per questo abbiamo mobilitato tutto il sindacato europeo lo scorso 5 febbraio a Bruxelles per chiedere alle istituzioni italiane e quelle europee di mettere a disposizione tutte le risorse finanziarie disponibili per aiutare il settore ad affrontare la transizione verso le motorizzazioni più ecologiche e più compatibili dando una sostenibilità dal punto di vista sociale alla transizione. Ora è fondamentale che nell’incontro dell’11 marzo Stellantis chiarisca le questioni che sono ancora aperte, che per noi riguardano il rilancio del marchio Maserati, che ha sempre rappresentato un elemento importante sia in termini di volumi, ma soprattutto di margini. Come è fondamentale verificare il lancio delle nuove produzioni, in particolare le produzioni marchio DS, Alfa Romeo e Lancia, che oggi sono i marchi più in difficoltà, ma che dovrebbero rappresentare un elemento di messa in sicurezza negli stabilimenti italiani. Diventa poi importante, avere chiarimenti rispetto alle prospettive per quanto riguarda la Gigafactory di batterie Acc del sito di Termoli. Ad oggi ancora non è chiara la disponibilità a nuovi investimenti in quella direzione, anche perché in prospettiva, quella delle batterie rappresenta una delle produzioni fondamentale per il settore nel nostro Paese. Sul premio di risultato: Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr sottolineano che nonostante il free cash flow negativo, «Stellantis erogherà una cifra media di 676 euro, che corrisponde al parametro conseguito di AOI margin in Europa, corretto per gli indicatori locali, di cui solo quello legato al costo di trasformazione è stato effettivamente raggiunto.
Più precisamente la erogazione sarà pari a 630 euro per la prima area professionale, 676 euro per la seconda area professionale e 830 euro per la terza area professionale.
Inoltre, il fatto che il parametro di free cash flow non sia stato superato mette a rischio la tassazione agevolata del salario variabile, benché sul punto Stellantis si sia riservata di fare un ulteriore approfondimento.
Esprimiamo forte delusione per l’andamento del gruppo e per l’importo del premio, di cui nella trattativa di rinnovo del Contratto collettivo specifico di Lavoro chiediamo un doveroso aggiornamento: se è connaturata ad un premio la natura variabile, è però odiosa la presenza di meccanismi soglia che ne mettono a repentaglio l’intero pagamento.
La corsa verso l’elettrico forsennata ed acritica ha colpito l’industria europea tutta e Stellantis in particolare. Chiediamo di recuperare le motorizzazioni di cui fino a poco tempo fa eravamo leader, di puntare non solo sulle elettriche ma anche sulle ibride che devono essere rapidamente messe in produzione in tutti gli stabilimenti italiani».
«I risultati disastrosi di Stellantis dimostrano che la strada intrapresa richiede una rapida correzione, poiché l’idea di puntare esclusivamente e frettolosamente sull’elettrico si è rivelata fallimentare». Lo dichiarano Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto. «Dobbiamo invertire la attuale dinamica – argomentano Palombella e Ficco – che sta riducendo ai minimi termini la produzione e quasi fermando del tutto alcuni stabilimenti, come Cassino e Modena. Per intervenire efficacemente occorrono a nostro giudizio tre azioni fondamentali: Stellantis deve lanciare al più presto una gamma competitiva di vetture non solo elettriche ma anche ibride, l’Unione europea deve cancellare il sistema perverso delle multe e accettare la libertà di scelta dei consumatori, il Governo italiano deve sgravare il costo dell’energia che oramai è una vera e propria zavorra per la nostra manifattura. Oltre il tavolo automotive fissato il giorno 11 marzo al Mimit, ribadiamo la necessità di un confronto anche alla Presidenza del Consiglio. I pessimi risultati di bilancio – affermano Palombella e Ficco – inevitabilmente si ripercuoteranno anche sul premio di risultato annuo, ma chiediamo a Stellantis di erogare in ogni caso una somma che ripaghi i lavoratori dei loro sacrifici e dei loro sforzi. Un anno difficile per l’auto e per Stellantis il 2024 che si riflette con un calo non confortante sui conti del gruppo sia sugli utili che sui ricavi. Una flessione negativa come già il centro studi Ugl Metalmeccanici aveva preannunciato e che i dati 2025 sono sovrapponibili a quelli evidenziati nell’anno precedente», Lo riferisce Antonio Spera, Segretario Nazionale dell’Ugl Metalmeccanici il quale aggiunge che, “il 2024 è stato un anno di forti contrasti per Stellantis, se pur si è lavorato per raggiungere piccoli traguardi in sinergia con l’UglM e alle altre organizzazioni sindacali in un confronto propositivo, costruttivo e partecipativo con l’azienda. Oggi registriamo però e in particolare, nonostante il free cash flow negativo, che Stellantis erogherà una cifra media di 676 euro, che corrisponde al parametro conseguito di AOI margin in Europa, corretto per gli indicatori locali, di cui solo quello legato al costo di trasformazione è stato effettivamente raggiunto. Più precisamente la erogazione sarà pari a 630 euro per la prima area professionale, 676 euro per la seconda area professionale e 830 euro per la terza area professionale. Inoltre, il fatto che il parametro di free cash flow non sia stato superato mette a rischio la tassazione agevolata del salario variabile, benché sul punto Stellantis si sia riservata di fare un ulteriore approfondimento. Come Ugl Metalmeccanici, unitamente Fim, Uilm, Fismic e Aqcfr esprimiamo forte delusione per l’andamento del gruppo e per l’importo del premio, di cui nella trattativa di rinnovo del Contratto collettivo specifico di Lavoro chiediamo un doveroso aggiornamento: se è connaturata ad un premio la natura variabile, è però odiosa la presenza di meccanismi soglia che ne mettono a repentaglio l’intero pagamento. La corsa verso l’elettrico forsennata ed acritica ha colpito l’industria europea tutta e Stellantis in particolare. Chiediamo di recuperare le motorizzazioni di cui fino a poco tempo fa eravamo leader, di puntare non solo sulle elettriche ma anche sulle ibride che devono essere rapidamente messe in produzione in tutti gli stabilimenti italiani. Per l’Ugl Metalmeccanici – conclude Spera – è il momento che il sistema Italia agisca insieme per il rilancio del settore automotive nella difficile fase di rinnovamento tecnologico e transizione industriale». Infine, sul premio di risultato, Fiom-Cgil asserisce: «Il risultato è disastroso oltre ogni più nera previsione. Il ‘free cash flow’ (condizione soglia per il pagamento) non è stato superato. Questo avrebbe significato nessun premio. Stellantis ha deciso di mettere sul piatto 600 milioni di euro per pagare un premio che però sarà di 630 euro per la prima area professionale, 676 euro per la seconda e 830 per la terza. Il tutto completato dal fatto che il premio non potrà beneficiare della detassazione e che, per come è strutturato il primo stesso, sarà anche ridotto in base alla cassa integrazione e alla malattia. Un risultato appunto disastroso che si scarica tutto sulle lavoratrici e sui lavoratori. A tal proposito, infatti, è giusto evidenziare che i risultati finanziari, comunicati questa mattina, sono certamente altrettanto negativi (-17 % di fatturato e -70% di utile netto) ma hanno determinato comunque un utile di oltre 5,5 miliardi di euro che sarà redistribuito agli azionisti. Ciò significa che all’insieme degli azionisti verrà redistribuito otto volte di più rispetto ai lavoratori la ricchezza prodotta dai dipendenti di Stellantis. Tutto questo è inaccettabile e dovrà vederci tutti impegnati insieme alle lavoratrici e ai lavoratori per ottenere risposte alle giuste rivendicazioni relativamente al salario e all’integrazione alla cassa integrazione», parole di Samuele Lodi.



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