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Xylella, allo studio un nuovo Piano per la Puglia – Economia e politica


La Puglia avrà un Piano per la Rigenerazione Agricola bis per risollevarsi dai danni economici ed ambientali provocati dalla Xylella fastidiosa e sarà quantomeno citato nel nuovo Piano Olivicolo Nazionale, un documento che sarà presentato in bozza durante Sol2Expo, la manifestazione di Veronafiere dedicata al settore olivicolo-oleario, che si terrà dal 2 marzo 2025.

È quanto emerso il 26 febbraio 2025 al Masaf, Ministero dell’Agricoltura Sovranità alimentare e Foreste, durante il tavolo convocato sul tema Xylella, presenti i rappresentati dei ministeri di Agricoltura, Ambiente e Salute, oltre ai vertici di Regione Puglia, Regione Basilicata e le associazioni agricole.

 

Al momento però, volutamente, non si parla ancora di quale sarà l’investimento sul Piano di Rigenerazione bis per la Puglia: una scelta dettata dalla necessità di approfondire i vari argomenti in un ambito interdisciplinare. Mentre sullo sfondo c’è il definitivo tramonto di ogni ipotesi di commissariamento della Regione Puglia nella lotta al batterio.

 

La politica sembra così decisa a porsi al capezzale dell’olivicoltura italiana da olio dove operano 619mila imprese e 4.327 frantoi. Con l’Italia che rappresenta ancora uno dei principali produttori di olio d’oliva a livello globale. Ma nella campagna 2024-2025 la produzione di olio da pressione si è attestata sulle 224mila tonnellate, con un calo del 32% rispetto alla scorsa annata che conferma il trend negativo del decennio, imputabile soprattutto agli effetti negativi del cambiamento climatico sulle rese e sul quale incide ovviamente anche il taglio produttivo in Puglia dovuto ai danni da Xylella. Non a caso, dal 2018 ad oggi, la produzione di olio d’oliva in Italia non è mai andata oltre le 370mila tonnellate.

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Presenti al tavolo convocato al Masaf anche il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, per gli aspetti fitosanitari, il sottosegretario all’Ambiente, Claudio Barbaro, per la rigenerazione ambientale dei territori colpiti, il presidente del Crea, Andrea Rocchi, per il coordinamento delle attività di ricerca, e il commissario straordinario Nicola Dell’Acqua, per le questioni legate alla gestione delle risorse idriche.

 

Per il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ha sottolineato l’ampia composizione del tavolo con le rappresentanze di tutti i livelli di Governo e della filiera al completo, la Xylella è “al tempo stesso un’emergenza, a causa della costante espansione, e una questione consolidata che non va affrontata con logiche emergenziali, ma con interventi strutturali”.

 

Il sottosegretario Patrizio La Pietra, nell’ammettere che la questione necessita di uno studio approfondito prima di parlare di cifre e chiedere soldi al Governo e a Bruxelles, ha affermato di voler inserire la Xylella con un passaggio “nel Piano Olivicolo Nazionale, la cui bozza presenterò la prossima settimana a Verona, in occasione della manifestazione Sol2Expo”.

 

Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha invece affermato che con il nuovo approccio “La lotta alla Xylella fastidiosa compie un passo avanti significativo”. Il riferimento è non solo ai 30 milioni di euro del Dl Agricoltura, che saranno poi gestiti da Regione Puglia, ma soprattutto al coordinamento tra i diversi livelli istituzionali.

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“Considero questa iniziativa di confronto con più ministeri particolarmente lodevole ed importante. Per parte del Mase ho garantito la massima disponibilità, sia per la valutazione del rischio ambientale nell’utilizzo dei fitofarmaci di contenimento, sia per partecipare agli interventi per rigenerare il patrimonio degli ulivi in Puglia”, ha sottolineato il sottosegretario all’Ambiente, Claudio Barbaro. “La malattia, infatti, ha determinato la morte di oltre 20 milioni di alberi, con gravissime conseguenze ambientali, oltre quelle socioeconomiche. Gli ulivi, infatti, hanno un ruolo essenziale dal punto di vista bionaturalistico ed hanno una importante capacità di assorbimento di CO2, ha concluso il sottosegretario.

 

“È stato un incontro molto positivo – ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura di Regione Puglia, Donato Pentassuglia che ha partecipato al tavolo – in cui si è riusciti a coordinare tutte le azioni e le istanze messe in campo: è stato riconosciuto il grande lavoro fatto dalla Regione Puglia in questi ultimi anni insieme alla comunità scientifica e naturalmente al mondo di rappresentanza agricolo. E ciò, come emerso, ci permette di superare la questione paventata del commissariamento. Sono stati chiariti aspetti endoprocedimentali del vecchio Decreto e per il nuovo si è ribadita la disponibilità a semplificare al massimo le procedure di attuazione per mettere a disposizione quanto prima i 30 milioni di euro stanziati dal Decreto Agricoltura“.

 

“Tra i temi in discussione – ha proseguito Pentassuglia – anche il sub coordinamento voluto dal ministro e dal sottosegretario per tenere insieme le ragioni dei diversi ministeri della Salute e dell’Ambiente per fare in modo che tutta la pianificazione e la programmazione del nuovo Piano di Rigenerazione tenga dentro anche le questioni di Bari e del Sud Est barese e che siano annoverate in ampliamento alle misure già previste per le zone di Taranto, Brindisi e Lecce“.

 

Il tavolo è stato aggiornato dando la possibilità alle organizzazioni agricole di proporre e condividere suggerimenti e istanze, con eventuali pareri del mondo scientifico e tecnico.

 

Tra queste la Cia, che ha le idee ben chiare sul da farsi. Gennaro Sicolo, vicepresidente nazionale e presidente di Cia Puglia aveva già chiesto lo scorso 14 febbraio “l’elaborazione concertata anche con l‘Europa di un nuovo Piano di Contrasto e Rigenerazione sul modello di ciò che è stato fatto per l’olivicoltura in Andalusia, dove il Governo ha messo a disposizione 1 miliardo di euro“.

 

“In Puglia, che è la prima regione olivicola d’Italia, va fatta la stessa cosa – questo il ragionamento del presidente di Cia Puglia – e vanno impiegate le medesime risorse distribuite magari in 5 anni per trovare una cura efficace e, al contempo, ripristinare per intero il potenziale produttivo andato distrutto nelle aree colpite dal batterio”.



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