Buongiorno gentile Direttore di AostaNews24,
siamo un gruppo di insegnanti di francese vincitori e idonei del concorso PNRR 1 2023. Ci stiamo rivolgendo al vosto giornale nella speranza che possiate aiutarci a dare visibilità e sensibilizzare l’opinione pubblica su una situazione vergognosa e inaccettabile: la nostra categoria è stata abbandonata dalla Regione Valle d’Aosta, lasciando i suoi futuri formatori in una condizione di totale incertezza e precarietà.
Lo scorso 25 febbraio, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha finalmente pubblicato il decreto che autorizza i percorsi abilitanti per i docenti, un passaggio fondamentale per garantire la stabilità lavorativa a chi ha superato e vinto un concorso pubblico. Tuttavia, la pubblicazione di tale decreto, atteso da tempo, ha generato grande preoccupazione tra gli insegnanti valdostani, che si trovano oggi senza soluzioni concrete e prospettive chiare.
In questi mesi abbiamo sostenuto, anche con il supporto dei Sindacati, numerose iniziative per ottenere l’attivazione dei corsi abilitanti ad Aosta, presso la nuova Università, che recentemente ha istituito i corsi TFA per il sostegno. Abbiamo raccolto 1000 firme, coinvolto le scuole valdostane e sollevato la questione in Consiglio Regionale. Purtroppo, nonostante i nostri sforzi, non abbiamo ancora ricevuto risposte concrete da parte della nostra Regione. Com’è possibile che, pur disponendo di un’Università celebrata come il fiore all’occhiello della Valle d’Aosta, con articoli in prima pagina, corsi TFA per il sostegno attivati senza difficoltà, tavoli di lavoro e docenti qualificati, non si riesca a garantire la formazione iniziale agli insegnanti che hanno superato e vinto un concorso?
L’Assessore ai Beni e alle Attività Culturali, al Sistema Educativo e alle Politiche per le Relazioni Intergenerazionali, Jean-Pierre Guichardaz, ha dichiarato, il 29 gennaio 2025, in sede di Consiglio regionale, che i docenti valdostani vincitori di concorso dovrebbero già ritenersi soddisfatti di aver ottenuto 150 ore di permessi retribuiti per lo studio, che realmente saranno però solo 50, come espresso dal decreto 24878 del 16/12/24: “si ricorda che, come previsto dall’art. 5 comma 2 del contratto integrativo regionale, ai docenti destinatari di contratto a tempo determinato con successiva immissione in ruolo a seguito del concorso ordinario 2023 PNRR che dovranno acquisire 30 o 36 CFU sono concessi permessi retribuiti nella misura massima di 50 ore individuali per ciascun dipendente coincidenti con l’orario di servizio, ivi compreso il tempo necessario per raggiungere la sede di svolgimento dei corsi. Essi decorrono dal 1° gennaio al 31 agosto 2025”.
Tuttavia, considerando le difficoltà logistiche ed economiche che derivano dalla frequenza dei corsi fuori regione, questa misura risulta insufficiente a garantire un percorso formativo sostenibile. Ancora più grave è la situazione degli idonei non vincitori del concorso, che non avranno diritto a nessuna ora di permesso retribuito, pur trovandosi nella stessa necessità formativa. Questi docenti sono di fatto ancora più abbandonati a loro stessi, costretti ad affrontare enormi difficoltà senza alcun tipo di sostegno istituzionale.
Già rassegnati all’idea di dover affrontare ingenti spese per frequentare i corsi a Torino, il cui costo ammonta a 2500 euro per il percorso da 60 CFU, a 2000 euro per quello da 30 CFU, a cui si aggiungono 100 euro di iscrizione e 150 euro per sostenere la prova finale, abbiamo però ricevuto, con l’emanazione del DM 156/2025, un’ulteriore sorpresa: risulta che il percorso abilitante per la nostra classe di concorso (e per le altre lingue) non sarà attivato – per il momento – presso l’Università di Torino, ma come sede più vicina presso l’Università di Milano.
Le conseguenze di questa situazione sono gravi: noi insegnanti vincitori di concorso, vincolati contrattualmente a conseguire l’abilitazione entro il 31 agosto 2025, rischiamo di perdere il ruolo. La gestione del tempo tra lavoro e formazione diventa così impossibile, causando disagi nelle scuole valdostane che si troveranno prive di insegnanti e costrette a gestire continue sostituzioni. A complicare ulteriormente il quadro, vi è l’assenza di collegamenti ferroviari adeguati tra Aosta e le sedi universitarie: Milano dista 184 km, Torino 128. Ciò rende indispensabile l’uso dell’auto, con costi elevati per carburante, pedaggi autostradali, usura dei mezzi e pasti fuori casa. Questo onere economico significativo si somma alla già pesante pressione logistica e psicologica, rendendo il percorso insostenibile. Senza una maggiore flessibilità organizzativa o la possibilità di svolgere parte dei corsi ad Aosta, molti docenti rischiano di non completare la formazione nei tempi previsti, con gravi ripercussioni non solo sul loro futuro professionale, ma anche sulle scuole valdostane, che si troveranno a dover affrontare carenze di personale e disagi organizzativi.
Questa problematica è ancora più paradossale se si considera che il livello di francese insegnato nelle scuole valdostane è superiore rispetto a quello della seconda lingua comunitaria insegnata nel resto d’Italia, come già evidenziato dai docenti che hanno frequentato il primo ciclo di corsi presso l’Università di Torino. La specificità del nostro insegnamento richiede una formazione di alto livello, in linea con la Legge 38 dello Statuto Speciale della Valle d’Aosta, che tutela la lingua francese. Tuttavia, Regione e Università hanno dimostrato una totale indifferenza nei confronti della qualità della nostra formazione, non avendo mai attivato alcun percorso abilitante per i docenti vincitori di concorso 2023, nonostante le promesse fatte dall’Assessore e dalla Soprintendenza ad inizio anno scolastico (come riportato in un articolo de La Stampa del 6 settembre 2023).
Se la tutela del francese è davvero una priorità per la Valle d’Aosta, allora è necessario garantire un supporto concreto alla formazione degli insegnanti che dovranno insegnarlo. Tuttavia, la realtà dei fatti sembra contraddire le dichiarazioni istituzionali. Da un lato, la Regione celebra il suo bilinguismo, rivendicando il valore del francese come simbolo della propria identità linguistica; dall’altro, non attiva i percorsi formativi essenziali per i docenti,
ostacolando di fatto l’insegnamento della lingua stessa. Un paradosso che mina la credibilità dell’impegno dichiarato.
Questa incoerenza rischia di avere conseguenze gravissime sul sistema scolastico valdostano. Se non si garantisce una formazione adeguata agli insegnanti, le scuole potrebbero trovarsi senza docenti qualificati, compromettendo la qualità della didattica e la continuità educativa. La celebrazione dell’Autonomia e dello Statuto Speciale non può restare un mero slogan istituzionale: se la Valle d’Aosta vuole davvero tutelare il bilinguismo, deve dimostrarlo con azioni concrete e risposte chiare, illustrando in modo trasparente le ragioni che impediscono l’attivazione di questi corsi sul territorio.
Ci appelliamo quindi alla vostra testata affinché possiate dare voce a questa problematica, portandola all’attenzione dell’opinione pubblica e sollecitando risposte chiare e soluzioni efficaci da parte delle istituzioni. Il nostro obiettivo è garantire che gli insegnanti vincitori di concorso, e non solo, possano completare il proprio percorso formativo senza ostacoli insostenibili e senza il rischio di lasciare le scuole valdostane senza docenti. Non possiamo permettere che a pagare il prezzo di questa situazione siano gli studenti, privati del diritto a un’istruzione di qualità e vittime di un’inaccettabile ingiustizia.
Vi ringraziamo per l’attenzione e confidiamo nel vostro supporto per fare luce su questa situazione, sollecitando risposte chiare e concrete.
Grazie, in fede,
Gli insegnanti di francese Covolo Marco, Empereur Joy, Ostellino Elisa, Prato Corinne, Viglino Sylvie e Zilio Valeria
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link