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Le banche guidano le danze




Ultim’ora news 1 marzo ore 6.


A piazza Affari l’avvio del nuovo anno ha confermato come il listino azionario domestico sia in larga parte dipendentemente dal comparto bancario e non solo per il numero di istituti rappresentati nel paniere del Ftse Mib, ma anche per la particolare reattività che molti di questi titoli hanno mostrato nel corso delle ultime settimane, sostenendo il mercato azionario italiano a dispetto anche delle difficoltà o comunque di una certa pesantezza mostrata da altre azioni con elevata capitalizzazione. Il settore sta inoltre vivendo una stagione M&A particolarmente spinta e questo fattore sta contribuendo ulteriormente ad aumentare l’appeal speculativo di questi titoli, soprattutto in ottica di breve termine, ma anche con una logica di più ampio respiro. Per questo può essere utile fare una breve panoramica delle principali banche quotate a piazza Affari.

Banca Mps. Il titolo ha ritrovato un’ottima capacità di spinta soprattutto nelle ultime sedute, che hanno permesso alle quotazioni di rilanciarsi verso la soglia psicologica dei 7 euro, dopo che nella parte finale di gennaio avevano dovuto invece incassare una brusca battuta d’arresto fino a ridosso di quota 6,10-6,08. A questo punto Banca Mps può guardare con ambizione verso i massimi dell’anno a ridosso dei 7,20 euro, il cui superamento darebbe uno slancio decisivo ai prezzi. Al ribasso, i principali supporti sono individuabili attorno a 6,85-6,80 prima e 6,50-6,45 in seconda battuta.

Banca Pop. Sondrio. Dopo una brevissima pausa di consolidamento sopra la soglia psicologica dei 10 euro, il titolo ha vissuto un’ultima settimana di grande spinta, che ha portato le quotazioni ad affacciarsi oltre quota 11, aggiornando ripetutamente i massimi. Il quadro tecnico è chiaramente costruttivo e suggerisce un’ulteriore ampia prospettiva di allungo, anche se nel breve è lecito mettere in preventivo un fisiologico pullback, che possa scaricare gli oscillatori di forza relativa e permettere ai prezzi di metabolizzare il recente allungo.

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Banco Bpm. Anche Banco Bpm vanta una solida tendenza rialzista, che sostiene il titolo ormai da diversi mesi: il recente breakout della resistenza di breve a 9,10-9,15 euro ha permesso alle quotazioni di aggiornare ulteriormente i massimi, mettendo nel mirino la soglia psicologica a quota 10, che diventa ora il target potenziale di questa fase costruttiva. Al ribasso, solo una discesa sotto 8,60-8,55 euro potrà invece fornire un primo concreto segnale di alleggerimento.

Bper Banca. Il titolo si è lasciato alle spalle la brusca correzione dello scorso 7 febbraio, trovando un immediato spazio di recupero, coronato da una sequenza in doppia cifra di sedute consecutive al rialzo: sulla scia di questo movimento positivo le quotazioni hanno di superato di slancio anche la soglia psicologica dei 7 euro per la prima volta da oltre 15 anni. Il quadro tecnico è chiaramente solido e proprio una conferma del precedente breakout potrà garantire margini di apprezzamento ancora maggiori. Negativa una discesa sotto 6,20-6,15 euro.

Finecobank. Pur conservando una tendenza di fondo positiva, Finecobank presenta un quadro tecnico di breve contrastato, che nelle ultime settimane si è sviluppato in laterale al di sopra del supporto a 17,50-17,45 euro, dal quale il titolo a prendere le distanze: il rischio è che proprio il cedimento di quest’area possa creare lo spazio per una fase correttiva verso 17-16,95 o anche 16,60-16,55 euro. Al rialzo, un primo concreto impulso positivo potrà invece arrivare dal breakout di 18,20 euro.

IntesaSanpaolo. Nella prima parte della settimana Intesa Sanpaolo ha accelerato con forza al rialzo, lasciandosi alle spalle la breve fase di consolidamento disegnata attorno a 4,50 euro e spingendosi fino a ridosso di quota 4,80. Il quadro tecnico di breve è chiaramente in spinta, anche se il piccolo gap lasciato aperto a metà ottava attorno a 4,63 euro potrebbe disturbare il movimento positivo, imponendo un preventivo pullback. In quest’ottica, solo il cedimento di 4,50-4,45 potrà però fornire un concreto spunto di debolezza.

Unicredit. Non accenna ad arrestarsi la cavalcata di Unicredit, che ha raggiunto la soglia psicologica dei 50 euro, mettendo a frutto una tendenza rialzista, che da inizio anno si è sviluppata in modo pressoché lineare dalla base a 37,50-37,30: anche in questo caso lo slancio delle ultime sedute ha però lasciato aperto un gap attorno a 49,325 euro, che potrebbe favorire una correzione di breve. Al ribasso, un primo segnale di alleggerimento potrà arrivare solo con una discesa sotto 47 euro. (riproduzione riservata)



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