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La guerra mondiale contro la Russia, la Cina e l’Iran è già iniziata – controinformazione.info


di Luciano Lago

Gli stati Uniti, nel loro affanno di non perdere l’egemonia e contrastare l’ascesa del mondo multipolare, si stanno orientando verso una fase di guerre calde contro la Russia, la Cina e l’Iran in tutte le aree del mondo.
Indipendentemente dal cambio di amministrazione a Washington, tra Biden e Trump, questa è la politica del gruppo di potere neocon che trasversalmente domina entrambi gli schieramenti democratico e repubblicano. Che Trump possa mettere una maggiore enfasi nel contrasto con la Cina rispetto alla russofobia di Biden, questo non cambia la sostanza delle cose.
La dimostrazione di questa tendenza è l‘apertura di nuovi fronti di guerra contro la Russia e l’Iran, l’ultimo avviene in Siria, dove gli Stati Uniti ed Israele sono i mandanti (assieme alla Turchia) della nuova offensiva dei gruppi islamisti in Siria che mirano a rovesciare Assad ed a instaurare un governo filo USA a Damasco.
Non è un mistero che Israele voglia prendere il controllo della Siria per conto degli Stati Uniti che in Siria mantengono illegalmente le loro basi nel nord Est del paese ed al confine con la Giordania. In particolare la base di Al Tanf, dove già da tempo istruttori statunitensi addestravano e reclutavano altri elementi terroristi per combattere contro l’esercito siriano ed attaccare le basi russe. Non è un caso che in Siria siano arrivati anche istruttori ucraini ad addestrare e assistere i terroristi nell’utilizzo dei droni e di armi antiaeree ricevute dalla Nato, il tutto sotto la regia del comando USA.
La guerra diventa globale e viene combattuta in qualsiasi parte del mondo dove ci siano da attaccare interessi della Russia, dell’Iran e dei loro alleati.
L’altro fronte appena creato dalla regia anglo USA è quello della Georgia dove è in atto un tentativo di destabilizzazione mediante rivolte di piazza sobillate dai servizi di intelligence anglo USA per imporre un cambio di regime che vada a rovesciare il governo filo russo. Uno scenario analogo a quello di Maidan in Ucraina che portò al colpo di stato del 2014 che rovesciò il governo eletto di Yanukovic ed impose il governo fantoccio degli USA di Poroshenko. Da allora iniziò la guerra civile in Ucraina e lo stesso copione stanno seguendo gli agitatori istigati e finanziati dalla CIA per attuare il piano di cambio di regime a Tblisi. Si sapeva da molto tempo che Ucraina e Georgia erano l’obiettivo di destabilizzazione della strategia USA per mettere sotto scacco la Federazione Russa e creare basi militari sotto i confini russi.

Questa è la realtà delle cose e la Russia di Putin dovrebbe ormai avere chiaro quale sia la tendenza degli Stati Uniti. Se questo non fosse ben chiaro, la Russia correrebbe un grande pericolo e prima o poi dovrà affrontare la guerra che si avvicina ai suoi confini ma che si sta portando anche nelle aree di maggiore interesse della Russia, come la Georgia e la Siria, oltre all’Ucraina. Per non parlare dell’ Armenia e della Moldavia, dove sono in corso altre operazioni coperte degli anglo USA.
Notevole il fatto che in Siria siano arrivati in forze gli ucraini, per addestrare e coordinare i terroristi islamisti dell’ex Al Nusra (adesso hanno cambiato nome) che erano concentrati nella zona nord di Idlib, a seguito di un accordo di pacificazione tra Russia e Turchia.

Da questo emerge quali siano stati gli errori commessi da Putin in Siria.
Primo errore, fidarsi di Erdogan che gioca su più tavoli, fa parte della Nato, intrallazza con gli americani quando gli conviene e non disdegna di collaborare con la Russia per ottenere petrolio e gas a basso prezzo e armamenti di cui necessita (vedi gli S-400 antiaerei). Probabile che Erdogan abbia ricevuto da Washington un’offerta che non si può rifiutare per vendersi la Siria (la zona sotto sua influenza) e per questo motivo ha dato luce verde all’operazione da Idlib. Una operazione che ha colto di sorpresa l’esercito siriano e le forze russe in Siria. Il comandante militare russo in Siria è stato destituito per aver fallito nel non aver individuato per tempo e difeso le posizioni dell’esercito siriano quando si è profilata la minaccia. Tutti confidavano negli accordi di pacificazione siglati ad Ankara tra Erdogan e Putin (sic!).
Adesso la Russia sta correndo ai ripari con l’aviazione che martella i ribelli islamisti nelle zone dove hanno preso piede, inclusa Aleppo la cui difesa e la riconquista nel 2019 era costata miglia di morti all’esercito siriano. Attualmente, nella base russa arrivano aerei cargo con rifornimenti ed armi per la difesa del paese arabo, dall’Iraq si mobilitano le forze sciite irachene in aiuto all’esercito siriano mentre le forze di Hezbollah sono impegnate in Libano e non possono muoversi. Gli USA e Israele hanno già iniziato a bombardare le colonne delle forze sciite che si dirigono in Siria, mettendo direttamente la firma di chi dirige tutte le operazioni del fronte di guerra in Siria.
Secondo errore di Putin: essersi fidato di Israele con cui aveva un accordo riservato di non interferire negli attacchi di Israele contro le forze filo iraniane in Siria. Questo oggi si ritorce contro la Russia.
Non è possibile difendere le posizioni in Siria se non si reagisce agli attacchi di Israele, il vero nemico della Siria che si trova dietro tutte le macchinazioni americane. Per troppo tempo Putin ha lasciato correre e non ha reagito, questo ha demoralizzato l’esercito siriano e le forze alleate esposte ai continui attacchi di Israele.
La situazione oggi è molto complicata anche dalla presenza di più fazioni tra i terroristi che presto inizieranno a sprarsi tra di loro.
Tuttavia Putin, se vuole prendere in mano il controllo della Siria, per prima cosa deve affrontare Israele e impedire l’ingresso dell’aviazione sionista nel paese, non è più possibile tergiversare. Israele non è soltanto il maggiore alleato degli USA ma è anche il mandante di tutte le operazioni aggressive fatte in Medio Oriente, dalla Palestina, al Libano, all’Iraq ed alla Siria.

Putin deve neutralizzare la minaccia dello stato sionista prima che sia troppo tardi. La Russia non può permettersi di perdere la Siria che, con le sue basi nel Mediterraneo, ha la stessa valenza strategica della Crimea.



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