Roma – AGEEI riceve e pubblica una lettera inviata dai rappresentanti Cisl di Arera in merito al comunicato stampa della Cgil sulla riforma delle carriere e delle buonuscite che è in corso all’interno dell’Autorità.
“Con la presente, la scrivente RSA First CISL ARERA intende rendere nota la propria posizione in merito a quanto riportato dalla Vostra Agenzia sulla base delle informazioni fornite da Fisac CIGL ARERA circa l’accordo sottoscritto da First e Uilca il giorno 20 novembre u.s.
Occorre innanzitutto precisare che – in forza della Legge istitutiva dell’Autorità – la contrattazione in ARERA è basata su quella di AGCM, a sua volta basata in forza di legge su quella di Banca d’Italia.
Ciò significa in concreto che gli accordi negoziali sottoscritti in AGCM vengono portati al Tavolo sindacale per la loro introduzione – tal quale o adattata alla realtà specifica – in ARERA.
Ad esempio, sulla parte preponderante della retribuzione (circa il 90%) – le “retribuzioni tabellari” – la contrattazione non viene nemmeno svolta, recependosi automaticamente i valori tabellari di AGCM, a loro volta derivanti da quelli di Banca d’Italia. Tale aspetto è fondamentale per la comprensione e il corretto inquadramento del processo di contrattazione di ARERA: non una contrattazione pienamente libera ma in qualche misura vincolata.
Venendo al recente accordo esso è stato legittimamente sottoscritto dalle due sigle sindacali (First CISL e Uilca UIL), che insieme rappresentano di gran lunga la maggioranza degli iscritti alle organizzazioni sindacali in ARERA.
Esso riguarda 4 temi:
- Polizze sanitarie
- Welfare
- Riforma delle carriere
- Riforma del trattamento di quiescenza
Innanzitutto, non corrisponde al vero che l’accordo in questione non sia stato discusso, in quanto si sono tenuti molti incontri di trattativa su questi argomenti non solo negli ultimi mesi ma addirittura negli ultimi anni; la “Riforma delle carriere”, ad esempio, è all’esame del Tavolo negoziale sin dal 2017!
POLIZZE SANITARIE
L’accordo prevede solo che – nelle more della futura gara per l’acquisizione del servizio a decorrere dal 2026 – al fine di attribuire ai singoli aderenti la propria quota di partecipazione, verrà adottata “un’ottica di riflettività dei costi sostenuti dalle diverse categorie di aderenti adottando un approccio mutualistico”. Allo stato attuale nulla di più. Si fa osservare che AGCM già da tempo prevede un (modesto) contributo a favore degli ex dipendenti in quiescenza. Il tavolo sindacale valuterà, nel corso del 2025, quali costi attribuire alle diverse categorie di aderenti.
WELFARE
E’ stato semplicemente recepito l’incremento percentuale da applicare alla dotazione individuale preesistente che AGCM ha applicato sin dal 2024 rispetto agli anni precedenti, per tenere conto della dinamica inflattiva; si evidenzia che in ARERA tale incremento troverà applicazione solo a decorrere dal 2025.
RIFORMA DELLE CARRIERE
E’ stata realizzata una riorganizzazione delle carriere esattamente sul modello AGCM, prevedendo la possibilità di accedere alla Dirigenza – accanto al concorso pubblico esterno – tramite passaggi di qualifica all’interno della carriera direttiva mediante procedure che – sia pur destinate al solo personale interno – prevedono regole simili a quelle di tipo concorsuale, tra cui la presenza di commissione esterna. Inoltre, il numero massimo di detti passaggi è stato contingentato (tetto assente in precedenza).
Inoltre, è stato ridotto da 9 a 6 il numero di “fiduciari” ovvero di contratti a tempo determinato utilizzabili “liberamente” senza selezione (cioè con chiamata diretta da parte dell’Autorità).
Come si vede, le maglie si sono ristrette, essendo stati introdotti requisiti di accesso più stringenti e regole, procedure, limiti numerici prima assenti.
Sorge pertanto spontanea una domanda: la Fisac CGIL ARERA che oggi si lamenta è forse rimasta delusa proprio da ciò, avendo sempre invocato l’applicabilità delle precedenti regole assai più permissive?
Infine, medesimo rigore è stato adottato per quanto riguarda le “progressioni”: quelle dei dirigenti sono state ridotte, passando da una possibilità di crescita fino a tre livelli/anno ad un massimo di due, peraltro subordinata ad una rafforzata valutazione superiore a 20/25.
TRATTAMENTO DI QUIESCENZA
L’accordo prevede l’introduzione – su base volontaria – del regime di quiescenza di AGCM (e Banca d’Italia) consistente nel TFR + Fondo Pensione + Lump sum, in alternativa al regime attuale (IFR + Fondo Pensione).
La Lump sum è l’istituto definito in AGCM (e Banca d’Italia) ed è stata introdotta in Arera con alcuni adattamenti in ottica redistributiva per rendere lo strumento più equo in termini generazionali rispetto alla formulazione “base” di AGCM.
Rispetto ad AGCM, l’istituto Lump sum è stato decurtato nella formula di calcolo, con decurtazioni via via crescenti quanti più sono gli anni di anzianità pregressa alla data di sottoscrizione dell’accordo e quanto più vicino è il momento del pensionamento, con decurtazioni che arrivano al 50% per chi è prossimo alla pensione.
Pertanto, lungi dall’aver favorito chi è prossimo al pensionamento, la formulazione ARERA taglia drasticamente rispetto ad AGCM l’istituto per il personale più anziano a favore di quello più giovane.
Infine, la cifra che la Fisac CGIL ARERA – sulla base di non meglio specificate “fonti interne” (ma sarebbe interessante che avessero il coraggio di palesarsi, in modo da poter discutere apertamente di dati e valori) ha indicato come costo del nuovo regime, non può che essere classificata come fake news, del tutto avulsa dalla realtà.
Posto infatti che il nuovo istituto Lump sum è in parte finanziato dagli stessi dipendenti, la nuova configurazione del trattamento di quiescenza in ARERA (TFR + FP + Lump Sum), identica a quella di AGCM e Banca d’Italia, peraltro con una formulazione della Lump sum meno favorevole rispetto all’originale, determina invece un sostanziale equilibrio economico-finanziario rispetto alla precedente configurazione (IFR + Fondo pensione).
Stranamente invece non è stata evidenziata la principale caratteristica del nuovo modello di trattamento di quiescenza: il superamento della natura intrinsecamente iniqua e in qualche modo “classista” dell’IFR in favore di una soluzione equa e paritetica tra personale delle diverse carriere (operativi, funzionari, dirigenti). L’IFR prevede infatti nella propria formulazione dei coefficienti moltiplicativi solo per i funzionari e (ancor più) per i dirigenti mentre tali coefficienti sono assenti nel caso degli operativi. Ciò fa sì che, a parità di RAL annuale, l’IFR per un funzionario sia sensibilmente superiore rispetto a quello percepito da un operativo (e ancor più nel caso dei dirigenti).
Questa evidente stortura, anch’essa ereditata e non generata all’interno di ARERA, viene definitivamente superata con il nuovo modello, dato che né il TFR né la Lump sum prevedono coefficienti moltiplicativi di alcun genere rispetto alla base di calcolo (la pura RAL).
Concludendo, le affermazioni della Fisac CGIL ARERA sono prive di fondamento, anche laddove mettono in cattiva luce non solo una pregiatissima Istituzione ma altresì due sigle sindacali di maggioranza che con impegno, serietà e soprattutto buona fede, cercano di sottoscrivere accordi a favore dei lavoratori che rappresentano, ma sempre nel rispetto dell’interesse generale e che giammai hanno sottoscritto o sottoscriverebbero accordi di natura “corporativa” o peggio ancora per interessi personali”.
Distinti saluti
Andrea Caizzi e Luca Chiellini, RSA First CISL ARERA
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